Decidere di vivere – e non solo coltivare – il proprio orto e il proprio giardino significa innanzitutto pensare a cosa desideriamo ci sia in questo nostro spazio verde. Se molti, infatti, si accontentano di seminare varietà produttive diffuse e “collaudate”, grazie a profondi e duraturi metodi selettivi, altri – forse una piccola parte di persone certo, ma pur sempre presente – decidono di lasciarsi affascinare dall’ignoto, permettendosi il lusso di scoprire piante insolite, inaspettate, sconosciute.
Naturalmente questa è la filosofia che più mi appartiene, e oggi mi piacerebbe portarvi con me, in questo viaggio tra le meraviglie botaniche ed orticole non ancora così diffuse nel nostro Paese. Per farlo, ho beneficiato di una guida d’eccezione, Paolo Gullino, fondatore di Natura Maestra, associazione culturale legata all’azienda agricola Piante Innovative, che mi ha accompagnato alla scoperta della storia nascosta dietro alle piante insolite, provenienti da altri mondi e altri tempi, e che mi ha donato utili consigli per quelle più facilmente coltivabili anche da neofiti orticoltori urbani. Venite con me in questa coraggiosa scoperta!
Piante insolite nei propri orti e giardini: quando il sogno diventa realtà
Molti anni fa, durante una fiera in Toscana, ebbi il piacere di conoscere Pierluigi Gullino, amante delle piante e della libertà. Con il suo banchetto, proponeva in modo semplice e amichevole agli avventori della fiera piante e storie ad esse legate che, all’epoca, erano conosciute a pochissimi. In quell’occasione, ebbi modo di scoprire due delle capostipiti del mio personale giardino botanico di casa, ovvero la Stevia e la Perilla: la prima, per anni è stata bandita dal nostro Paese per ragioni legate alle possibili ed infondate insicurezze per la salute nel suo utilizzo, mentre la seconda è un ingrediente fondamentale per molte preparazioni tradizionali nipponiche, come le prugne umeboshi.
Oggi, dopo molti anni, il lavoro di Pierluigi prosegue grazie a suo figlio e a sua nuora, Paolo e Sofia, e grazie al loro progetto Piante Innovative e all’associazione culturale Natura Maestra ad esso collegata, affiliata alla ricerca di piante innovative. Seguitemi alla scoperta delle piante insolite che anche voi potrete coltivare facilmente nel vostro spazio verde, orto o giardino di città.
“Piante Innovative”: il progetto culturale per diffondere le piante insolite in Italia
Per chi come me sogna di scoprire mondi lontani grazie alle meraviglie della natura, il lavoro e l’impegno di Piante Innovative è quanto di più utile possa esserci. Dal loro sito web, Paolo o Sofia permettono, a chi lo desidera, di entrare in contatto – e quindi successivamente far proprie – con moltissime specie botaniche curiose e rare. Ho così deciso di farmi raccontare da loro qualcosa di più su cosa li spinge, oggi, a compiere questo lavoro di diffusione culturale e quali sono le piante che consiglierebbero a tutti noi, per approntare un orto di piante insolite a un neofita dell’orticoltura, perché no anche urbana.
Che cosa ha spinto Paolo e sua moglie Sofia (e ancor prima il papà di Paolo, Pierluigi) a lavorare sulla diffusione di queste piante sconosciute lo si capisce facilmente non appena si inizia a parlare di storicità legata alle piante.
Paolo comincia a raccontare: “ci sono due metodi applicati alla ricerca di piante insolite: il primo, è stato quello inaugurato da mio padre, che si è trasformato da floricoltore in coltivatore, con un occhio più attento all’agricoltura; per farlo, si è avvalso della Canapa che, nel 1998, per l’Italia che aveva appena aderito alla proposta europea di ripristino della filiera, significava trovarsi in un’epoca in cui sembrava di fare discorsi anti-proibizionismo. In realtà, c’erano voluti anni per far comprendere alla popolazione che questa pianta, la Canapa, aveva permesso all’Italia di evolversi e farsi spazio nel mondo, dall’arte, per il suo uso per le tele pittoriche, al commercio e alla navigazione, come per la produzione di corde delle navi. Quindi, dobbiamo ricordare il grande bagaglio culturale legato a questa pianta. Ecco, la storia di Piante Innovative nasce qui”. Così, questo primo assaggio di ricerca permise loro di comprendere che, dietro alle piante sconosciute o dimenticate, c’è una grossa valenza culturale da riscoprire. Il vero leitmotiv di Piante Innvative e Natura Maestra, quindi, era quello di viaggiare per il Paese, raccontando la storia legata alle piante, offrendo alle persone una maggiore conoscenza e consapevolezza.
Il progetto legato alle piante è iniziato dunque, con il papà di Paolo nel 2008 grazie alle piante boicottate, reiette, come la Stevia ad esempio, poi il testimone è passato a Paolo o Sofia, consapevoli di quanto questo bagaglio culturale fosse la base del lavoro di diffusione. Hanno così lavorato molto sull’autoproduzione, come racconta Paolo. “Volevamo essere interdipendenti, avere beni di prima necessità grazie alla coltivazione e curare l’ambiente, avvalendoci di piante che avessero in sé questo peso culturale, questa storia. Così, di specie a specie, di pianta in pianta, siamo andati a ricostruire una filiera di piante dimenticate che ci soddisfacevano in quanto cibo, medicina e benessere. Ci siamo accorti che Piante Innovative era anche un metodo di ricerca, e le piante che ne facevano parte dovevano quindi essere utili e ricche di storia.”
[elementor-template id='142071']Ricerca delle fonti e delle sementi: il (doppio) lavoro per scovare le piante insolite
Quando parliamo di dove vengono scovate queste particolari tipologie di piante, Paolo spiega che, se da un lato alcune piante facevano parte del nostro bagaglio culturale, altre, invece, sono state scoperte grazie al lungo lavoro di ricerca portato avanti da lui, forse anche per merito dei suoi studi di restauro dei beni culturali. “Grazie a testi agricoli e botanici, anche datati, ho scoperto che erano segnalate piante di altri luoghi. In fondo, una volta, anche il pomodoro sarà stata una pianta innovativa, insolita. Noi quindi andiamo sia a ricercare le fonti storiche che a reperire le sementi utili alla coltivazione.” Paolo continua raccontandomi che per farlo si avvalgono di associazioni culturali, orti botanici, come quello di Firenze o dei seed savers in America, “che da quarant’anni svolgono un lavoro di salvaguardia di migliaia di varietà che sarebbero altrimenti perdute infine”. Oppure, come ci spiega, “un’altro modo sono gli eventi di scambio delle sementi, di vero e proprio baratto dei semi organizzati periodicamente in tutto il Paese e online. Per avere queste piccole grandi alleanze botaniche ci sono voluti 10 anni circa, abbiamo raccolto diverse decine di varietà di specie botaniche, ed è stato un lavoro andato avanti passo dopo passo con pazienza e attenzione.”
Cosa serve a una pianta per essere considerata “innovativa e insolita”: 6 caratteristiche fondamentali
Ma quali caratteristiche deve possedere una pianta per essere definita innovativa e insolita, specialmente se coltivate in un ambiente come un orto o un giardino commestibile? Questi due ambienti spesso si incontrano e si scambiano, ma possiedono comunque differenze sostanziali, come mi ricorda Paolo. “L’orto è un luogo ortogonale, preposto a produrre, mentre il giardino è un luogo dove ci ristoriamo, trovando il tempo della natura e i suoi colori, e ci proteggiamo”. Quindi, chi pratica orticoltura desidera piante che producano cibo; al contrario, chi fa giardinaggio di solito si concentra sull’estetica, cercando gli esemplari botanici più belli, dai colori forti, e con fiori o fogliame particolare. Le piante insolite invece si prestano a entrambi gli scopi: è proprio grazie a loro, infatti, che può germogliare e crescere il senso di coltivare delle piante dal molteplice valore.
Paolo poi continua, raccontando che una pianta, oltre a questa duplicità di utilizzo, per essere considerata innovativa e insolita deve possedere una serie di caratteristiche specifiche, come:
- un peso culturale, ovvero un utilizzo avvenuto in epoca passata;
- una capacità di adattamento senza sforzo dell’uomo, molto vicino alle specie antiche e selvatiche;
- un’alta resilienza;
- deve potersi mantenere e preservare;
- deve produrre semi per poter essere seminata nuovamente;
- avere proprietà proprie della permacultura, ossia possedere più funzioni; ad esempio, non deve essere usata solo a scopi alimentari, ma anche anche per il recupero ambientale, o essere utile agli insetti o che possa fornire colori per tingere tessuti o fibre utili.
Chi sono gli amanti delle piante insolite in Italia e dove possiamo trovarle?
Naturalmente chi si avvicina al mondo delle piante innovative non è solo un appassionato, ma vi sono anche aziende agricole che, come mi racconta Paolo, “vogliono qualcosa di diverso. Sono quelle più sensibili e attente, in grado di preservare questa ricchezza”. In particolare, i piccoli contadini: “rappresentano le microeconomie che sostengono la vera diffusione delle piante insolite.”
In effetti, una volta che si entra in questo mondo, ovvero quando si impara a coltivare e a riscoprire questa grande diversità e ricchezza, inizia anche una vera e propria opera di conservazione delle varietà rare e antiche. Perché, continua Paolo, “se io ho seminato tutto ciò che ho nel campo e accade un evento distruttivo, come una grandinata ad esempio, il rischio è di perdere ogni cosa. Se invece sono riuscito a diffondere queste specie, allora possiamo davvero salvaguardare la loro esistenza”. Infine, aggiunge: “noi vendiamo i nostri semi online, ma anche per mercatini e fiere. È un modo per offrire a chi aspetta quell’evento – perché lì trova proprio quello che cerca – un momento di aggiornamento e condivisione”.
5 piante insolite da coltivare nell’orto e nel giardino
Ma quali piante sono consigliate per i neofiti? Paolo sottolinea l’importanza di tarare le coltivazioni a misura delle proprie necessità e capacità, ovvero di procedere gradualmente e con piccoli tentativi. Tra le piante più semplici che potete provare a coltivare, tutte adattate al nostro clima, in particolare mi racconta di 5.
- Tomatillo (Physalis ixocarpa): “è il vero pomodoro arrivato dal Sud America”, come mi racconta Paolo. “Ha una veste che lo fa somigliare all’alkekengi, anche se più grosso, e può essere consumato sia sbollentato sia saltato in padella: infatti, ha un sapore che cambia in base a come lo si cucina. Inoltre, è facilissimo da coltivare: non ha bisogno né di incannamento né di trattamento, si risemina da solo, e così dall’orto passi al giardino velocemente. Sono piante bellissime, hanno una loro estetica”.
- Erba ghiaccio (Mesembryanthemum crystallinum): è una pianta che sembra “ghiacciata”, come spiega Paolo. “Le sue foglie sembrano rivestite da ghiaccio, ma in realtà sono le riserve di acqua che la pianta mette da parte per i periodi di secca. È commestibile: è molto simile allo spinacio e alla lattuga, si risemina da sola, facilissima da coltivare e buonissima.”
- Perilla (Perilla frutescens): è lo shiso delle umeboshi, una pianta dalle innumerevoli proprietà antiossidanti. Paolo prosegue ricordando il valore di questa pianta: “è importantissima perché alza le difese immunitarie. Si può usare cruda quando ancora piccolina, per le tisane, con decotti e infusi; quando invece è alta un metro, le foglie viola possono essere usate nelle minestre o nelle insalate: sono ricche di clorofilla e vitamine.”
- Zucca centenaria (Chayote): raccontandomi di questa zucca, Paolo annovera come prima particolarità proprio una caratteristica del seme. “Il frutto è il seme. Si tratta di una pianta che produce fino a un centinaio di frutti: una riserva di aminoacidi, che contiene moltissima vitamina C e clorofilla. Puoi usarla al posto della zucchina: quando la si raccoglie, è autunno e si conserva tutto l’inverno; così, in primavera, così non c’è bisogno di comprare le zucchine fuori stagione”. Infatti, non bisogna mai dimenticare la stagionalità: “tutte le stagioni offrono molte ricchezze da raccogliere, senza necessità di forzare alcuna coltivazione.”
- Spinacio corridore (Basella rubra o alba): parlando di questa pianta, Paolo mi permette di dirigere l’attenzione al portamento delle piante. Questa zucca, infatti, si arrampica: “è bene pensare a tutti i piani di crescita e le direzioni. La basella ha foglie molto grosse, ed è un ottimo sostituto dello spinacio. Produce tantissimo e si semina nei primi di aprile e andrà avanti per tutta l’estate, l’autunno e parte dell’inverno.”
Essendo in piena primavera, ci troviamo in un momento chiave dell’anno. Così, chiunque desidera sbizzarrirsi, può dare libero sfogo alla sua fantasia e cimentarsi con la coltivazione di tutte le piante insolite che desidera, non limitandosi però a un solo piano di coltivazione, come invita Paolo a fare: “bisogna regolarsi a seconda dello spazio che si ha a disposizione e ampliare le coltivazioni in tutte le direzioni possibili. Anche in un balconcino o in poco spazio, è possibile avere 2 vasi e coltivare dei buoni basilici, dei basilici arricciati, o delle insalate”. Per Paolo, il questo è fondamentale: “imparare a produrre poche cose, ma con le proprie mani, permette di comprendere il loro valore. La pazienza e l’attesa sono ben ripagate dalla bellezza della scoperta che le varietà antiche portano con sé, permettendoci di imparare a conoscere nuovi-antichi sapori, colori, profumi”.
I bambini e le piante insolite: l’importanza della cultura verde
L’esperienza di coltivazione e da parte dei bambini può essere utile sia per lo sviluppo di una coscienza ecologica da adulti sia per la loro educazione alla natura, soprattutto se vivono in città. In particolare, coltivare piante innovative e insolite, quindi, permette loro di scoprire per la prima volta gusti e colori inaspettati.
Questa grande importanza viene confermata da Paolo, grazie a un racconto che condivide con noi legato alla sua infanzia: “ricordo che mio padre fu il mio primo maestro: lui piantava queste zucchine a stella, che con gli anni sono sparite dal commercio perché hanno una forma che poco si presta all’impacchettamento, ma io, da bambino, rimasi impressionato dalla loro forma. Oggi, sono uno dei pochi produttori di queste zucchine: i bambini, se coinvolti, anche da adulti si portano dietro il desiderio di conoscenza della natura. Sono loro, in fondo, che hanno il futuro nelle loro mani: noi possiamo solo incentivare la loro curiosità e la loro conoscenza.”
Come abbiamo scoperto quindi, il mondo delle piante insolite, innovative, strane, inusuali, rare e antiche è ricco di colori, forme, sapori e differenze, che vanno a creare un vero e proprio universo botanico a portata di orto o giardino.
Ciò che possiamo fare quindi, non è altro che abbandonarci alla curiosità, approntando una coltivazione più in linea con la natura e, di fianco alle specie più classiche, ridando valore a quelle che nessuno si aspetterebbe avessero tanto da donarci, in termini di conoscenza e di abbondanza nella raccolta.
E voi quale pianta insolita desiderate coltivare adesso?