Giornale del cibo

In Cucina con il Pesce Povero: Spratto, Boga e Fasolari

Dopo avervi mostrato la lista del pesce di stagione ad aprile, vogliamo parlarvi del pesce povero, facendovi conoscere specie meno commercializzate che potrebbero aiutare a contrastare lo sfruttamento dei mari. In un precedente articolo vi abbiamo già elencato quali pesci meno noti sono disponibili nei nostri mari e abbiamo iniziato a conoscerne alcuni. Ora, vogliamo presentarvi altre 3 specie meno note, fornendovi anche qualche consiglio su come cucinarle.

Pesce Povero: 3 specie a basso impatto ambientale

Lo Spratto

Lo spratto è un piccolo pesce pelagico che si trova nel Mediterraneo, Mar Nero e anche nell’Atlantico orientale. In Italia viene pescato soprattutto nell’Adriatico.

pesce povero

Si riconosce per il corpo di piccole dimensioni, compresso ai fianchi con la parte inferiore ad arco molto accentuato, e per il muso acuto. La pinna dorsale asimmetrica, posta nella parte arretrata del corpo, fa si che il pesce, se alzato tenendolo per la pinna, abbassi il muso come se si inchinasse di fronte a qualche autorità. Per questa caratteristica in Veneto viene chiamato anche papalina. Il corpo è di colore blu-verdastro sul dorso e argenteo su fianchi e ventre.

In cucina si presta a diverse cotture, fritto, bollito o al forno. Le carni gustose lo rendono ottimo e molto apprezzato sulle coste adriatiche. È un pesce molto delicato, dunque va consumato freschissimo.

 

La Boga

La boga è diffusa nell’Oceano Atlantico orientale, dal golfo di Biscaglia alle coste dell’Angola, nel Mar Mediterraneo, dov’è comunissima, e nel Mar Nero. Si riconosce per il suo grande occhio. Il nome deriva dal greco e significa occhio di bue. Il corpo è allungato e affusolato, la bocca piccola e leggermente obliqua. Il dorso è giallo-verdastro con riflessi metallici. Lungo il corpo spesso sono presenti tre-quattro strisce longitudinali dorate. Il ventre ed i fianchi hanno un colore argentato.

Le carni sono molto saporite, ma deperiscono molto velocemente. In cucina, si presta a diverse preparazioni e ogni Regione ha le sue tradizioni. In Sicilia le cucinano sia al vino bianco o al passito di Pantelleria con uva sultanina che passate in farina e fritte o grigliate al salmoriglio, salsa a base olio d’oliva, acqua calda, aglio, origano e succo di limone. In Sardegna le preferiscono gratinate, mentre in Calabria vengono fritte in padella e poi condite con abbondante peperoncino piccante mescolato con quello dolce. In Liguria si preparano al carpione, cioè infarinata e fritta viene cosparsa d’aceto, aglio, alloro, rosmarino e salvia e poi lasciata riposare per alcune ore.

 

Il Fasolaro

Il fasolaro è un mollusco bivalve presente in tutto il Mediterraneo, sui fondali prevalentemente sabbiosi, e viene pescato soprattutto in alto Adriatico, principalmente Veneto ed Emilia Romagna.

Si riconosce dalla conchiglia grande e ovale, marrone rosata, percorsa da striature concentriche di colore marrone-rossastro e raggi più scuri che partono dall’apice proiettandosi verso il margine. L’interno delle valve è chiaro, porcellanato, lucido e bianco. In cucina vengono apprezzati per le morbidissima carne e possono essere mangiati crudi o preparati secondo diverse ricettazioni. Utilizzati nei sughi, gratinati, in sauté con vongole oppure nella preparazione di zuppe.
Pesce povero dunque ma ricco di gusto e assolutamente versatile per accontentare tutti con ricette perfette per le diverse occasioni.

Voi come lo preparate? Se vi piace mangiarlo alla piastra, date un’occhiata all’infografica su come cucinare alla piastra che abbiamo preparato per voi: vi piacerà senz’altro!

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