Consumiamo troppo zucchero e i rischi legati a questo eccesso sono potenzialmente gravi per la salute. Su questo gli esperti sono concordi e in questi anni si è aperto un dibattito anche sulle sostanze dolcificanti che potrebbero rappresentare un’alternativa. Il consumatore, infatti, vuole risposte certe. Proprio per questa ragione, in collaborazione con la dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, ci siamo occupati già delle caratteristiche di fruttosio e aspartame, mentre quest’oggi il focus dell’intervista è la pectina, un polisaccaride che si trova, in natura, nella parete cellulare dei tessuti vegetali di alcuni frutti e ortaggi. Grazie al confronto con la biologa nutrizionista scopriremo di cosa si tratta, dove si trova e soprattutto se la pectina fa male o meno.
[elementor-template id='142071']Che cos’è la pectina e dove si trova
La pectina è un polisaccaride, ovvero uno zucchero: “si tratta di un carboidrato indigeribile che risulta a tutti gli effetti una fibra solubile.”
Presente naturalmente in frutta e verdura, ne sono particolarmente ricchi:
- mela
- albicocca
- ciliegia
- arancia e la buccia degli agrumi in generale
- prugna
- frutti di bosco
- carota.
“La fonte vegetale più ricca in assoluto – aggiunge la dottoressa – è l’albedo, quella sorta di pellicina bianca che resta attorno ai frutti degli agrumi, una volta sbucciati.”
Come viene utilizzata la pectina?
La pectina è nota per la sua capacità di formare gelatine. A contatto con l’acqua e in presenza di adeguate quantità di acido e zucchero, infatti, dà origine a un vero e proprio gel che, spiega la biologa nutrizionista “a livello microscopico, ha l’aspetto di una rete tridimensionale in grado di trattenere diversi tipi di molecole.”
Questa è la ragione per cui, nell’industria alimentare, è ampiamente utilizzata per marmellate, confetture e gelatine di frutta. In alcuni casi, è sufficiente la quantità di pectina contenuta nel frutto, mentre a volte può essere necessaria anche un’aggiunta in polvere o di altri frutti per bilanciare la resa finale del prodotto. “Va tenuto conto – aggiunge la dottoressa Evangelisti – che la consistenza del gel ottenuto dalla pectina dipende anche dal grado di maturazione dei frutti: quelli acerbi, infatti, danno una gelatina più densa, mentre quelli più maturi una più liquida.”
La pectina fa male?
Molti si chiedono, infine, se la pectina sia dannosa per la salute. La risposta della dottoressa Evangelisti è assolutamente no. “Non esistono controindicazioni particolari all’assunzione di pectina, se non in caso di specifiche intolleranze, mentre sono diverse le proprietà benefiche che è in grado di esercitare sul nostro organismo.”
Proprietà della pectina
Tra i benefici della pectina c’è quello di favorire la funzionalità intestinale, grazie alle sue proprietà gelificanti ed emollienti. “È utile, quindi, sia in caso di diarrea, poiché è in grado di aumentare la consistenza delle feci rendendole più dure, sia in caso di stitichezza, capace in tale caso, se sufficientemente idratata, di ammorbidirle e distendere le pareti coliche, favorendo pertanto la peristalsi, il transito intestinale e l’evacuazione.”
Aumenta il colesterolo “buono”
Molti non lo sanno, ma la pectina è an61812che utile nella regolazione dei livelli di colesterolo, perché riduce in particolare la concentrazione di LDL e aumenta quella dell’HDL. “Essendo indigeribile, intrappola una certa quota di acidi biliari che, pertanto, non vengono riassorbiti a livello intestinale, ma eliminati con le feci. Questo meccanismo ha come effetto la sintesi di nuovi acidi biliari, processo che avviene a partire dal colesterolo, che viene così sottratto dal circolo ematico, con conseguente riduzione della frazione LDL e aumento di quella HDL.” La pectina è pertanto utile nella prevenzione dell’aterosclerosi e della varie patologie ad essa associate quali ictus e infarto.
Molto importante è anche l’attività probiotica della pectina, che ha effetti benefici sia a livello intestinale, favorendo la proliferazione dei batteri buoni e ostacolando quelli nocivi, sia, ancora una volta, sui livelli di colesterolo, poiché la metabolizzazione intestinale della pectina dà origine ad acidi grassi a catena corta che nutrono la mucosa intestinale favorendo la diminuzione di colesterolo LDL.
Dose consigliata: 15 grammi al giorno
La pectina è utile in caso di iperglicemia o diabete in quanto, essendo in grado di intrappolare gli zuccheri a livello intestinale, ne riduce l’assorbimento. “La pectina non fa male – conclude l’intervistata – ma naturalmente bisogna sempre tenere conto che, come tutte le sostanze e gli alimenti, non bisogna mai eccedere con il consumo. Diversi studi hanno dimostrato che per godere a pieno degli effetti benefici della pectina è utile assumere una quantità giornaliera di circa 15 grammi, facilmente raggiungibile se si consuma con regolarità frutta e verdura.” In tali circostanze non sono necessari integratori a base di pectina, ai quali si può ricorrere solo ed esclusivamente se indicato dal medico, anche al fine di non superare le dosi consigliate.
“C’è da dire – aggiunge la dottoressa Evangelist – che il dubbio relativo alla eventuale nocività della pectina è correlato al fatto che esistono marmellate con o senza pectina aggiunta, quasi a indicare che quelle che ne sono prive siano migliori. Certamente le marmellate senza pectina aggiunta sono da preferire, ma non perché la pectina che contengono faccia male, semplicemente perché si tratta di marmellate “meno pure”, alle quali è stata aggiunta pectina oltre a quella presente nella frutta usata per la loro preparazione.”
Conoscevate le caratteristiche della pectina?