Se il pranzo della domenica è una vera e propria istituzione nelle case degli italiani, non ci sorprende scoprire che anche nel resto della settimana quello di mezzogiorno sia considerato il pasto fondamentale della giornata. E proprio l’importanza del pranzo, così radicata nella cultura del Belpaese, spiega l’attenzione dedicata ad esso. Vediamo, dunque, quali sono le abitudini più diffuse a proposito di pausa pranzo, anche in base agli ultimi aggiornamenti sul tema contenuti nel Rapporto 2018 di Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi.
Pausa pranzo: quali sono le abitudini degli italiani?
Socializzare, staccare il cervello dalle incombenze lavorative, prendere un po’ d’aria: sono questi i motivi per cui gli italiani aspettano la pausa pranzo. È, dunque, un momento di svago, ma c’è anche chi impiega l’ora libera per continuare a lavorare, abitudine che può essere anche molto dannosa per la salute. Più della metà dei lavoratori, secondo il rapporto Fipe, mangia fuori casa e il luogo preferito per pranzare fuori casa durante la settimana, secondo i dati Fipe 2018, è il bar (per il 39% degli intervistati).
Non soltanto la pausa pranzo è fondamentale per il lavoratori in Italia, ma è altrettanto importante che essa sia sana. Tra le priorità, la qualità del cibo consumato: per il pranzo al lavoro vengono spesso scelti cibi leggeri e poco calorici, alimenti inusuali abbinati con quelli più tipici.
Nel complesso, si dimostrano sensibili alla necessità di bilanciare correttamente i nutrienti, scegliere frutta e verdura di stagione ed evitare gli sprechi: ben il 95% degli intervistati, infatti, si è dichiarato assolutamente contrario allo spreco di cibo e abituato a contrastarlo attivamente, almeno in pausa pranzo.
[elementor-template id='142071']Cosa mangiano gli italiani in pausa pranzo?
Passando dalla teoria alla pratica, vediamo cosa finisce veramente in tavola. Onnipresente è la pasta che viene mangiata tutti i giorni, dato confermato dal Rapporto Fipe 2018 che mostra come il primo piatto sia l’alimento che compone in prevalenza il pranzo di chi mangia fuori casa nel corso della settimana (54,7%), in particolare per gli uomini. Per il resto, i cibi portati in tavola più di frequente sono secondi piatti e contorni.
Pausa pranzo al femminile
I dati presentati fino ad ora descrivono la pausa pranzo degli italiani senza distinzioni di genere, tuttavia una ricerca realizzata, qualche anno fa, da Doxa Duepuntozero per McDonald’s ha indagato proprio questa differenza. Sono state intervistate, infatti, 1000 donne lavoratrici di età compresa tra 18 e 54 anni.
La pausa pranzo al femminile è veloce e multitasking. Sono la maggioranza, infatti, le donne che approfittano dello stacco tra la prima e la seconda metà della giornata lavorativa per dedicarsi anche ad altro. C’è chi semplicemente naviga sui social (56%) e si dedica a telefonate e chiacchiere (41%), e chi si divide tra palestra, parrucchiere e altre attività per se stessa. Nella scelta del cibo, le priorità sono chiare: qualità del cibo (57%), prezzo (52%) e qualità del servizio (40%) sono gli elementi che fanno la differenza tra un’opzione e l’altra.
Schiscetta o ristorante? I risultati del test de Il Giornale del Cibo
Lo scorso 10 giugno anche la redazione de Il Giornale del Cibo insieme alla dottoressa Barbara Paolini, responsabile UO Dietetica e Nutrizione Clinica dell’AOU Senese e parte dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, ha chiesto ai propri lettori quanto è sana la pausa pranzo: 1237 persone hanno completato il test, che si può effettuare cliccando sul link. Vediamo quanto è emerso.
Alla maggior parte dei lettori non capita mai, o quasi mai, di saltare il pranzo e raramente si reca nei fast food per la pausa, inoltre più di otto persone su dieci dedicano almeno 20 minuti alla pausa pranzo. Il 58,1 dei partecipanti al test ha dichiarato che preferisce portare con sé il pasto da casa da consumare in ufficio: la “schiscetta”, dunque, è una soluzione adottata da quasi sei persone su dieci, mentre il 41,9% si affida alle proposte di bar, ristoranti e altri locali.
I lettori de Il Giornale del Cibo confermano, inoltre, si essere sensibili anche alla qualità della pausa pranzo, nonché alla stagionalità degli ingredienti che rappresenta una priorità per l’81,6% degli intervistati. È una cospicua minoranza (27,4%) quella che mangia pizza, tramezzini e altri snack a mezzogiorno, mentre la restante parte del campione cerca, per quanto possibile, di consumare un pasto completo, che sia portato da casa, in mensa oppure al ristorante.
Siete sicuri anche voi di mangiare sano durante la pausa pranzo? Continuate a seguire la nostra campagna, scoprirete tanti consigli e informazioni utili!