Mollusco bivalve, appartenente al genere Ostrea, è presente in natura in diverse specie: la più prelibata è la ostrica piatta, ostrea edulis, di forma tondeggiante a superficie rugosa, con valve irregolari. La valva che aderisce allo scoglio (o ai sostegni, in caso di coltivazione) è più larga e più curva di quella che funge, invece, da coperchio. Il colore è, esternamente, grigio-bruno, l’interno è opalescente. C’è, poi, un secondo tipo di ostrica, detta lunga, la crassostrea angolata, che presenta una varietà di specie, la più diffusa è quella portoghese. Infine un terzo tipo, quella giapponese o “concava”, la crassostrea gigas, di qualità lievemente inferiore alla prima, ma sempre caratterizzata da buoni carni.
Come riconoscere se è fresca
Essendo un mollusco che viene consumato crudo, di fondamentale importanza è la garanzia di freschezza, che viene certificata mediante un’etichetta che riporta la data di confezionamento come pure i riferimenti di origine.
Dove si pesca
L’Adriatico e l’Atlantico sono i mari dove è più facile reperire questi molluschi anche se vengono, prevalentemente, coltivati in allevamenti specializzati tra cui, in Italia, quelli della laguna veneta, dell’alto Adriatico e delle coste fino a S. Benedetto del Tronto.
Come si usa in cucina
L’ostrica viene normalmente consumata cruda, aggiungendo del limone, accompagnata da una fetta di pane imburrata. Vi sono, tuttavia, preparazioni di ostriche cotte come: le ostriche fritte, di origine tipicamente giapponese, che si ottengono sgusciandole e infarinandole abbondantemente, poi passandole nell’uovo e successivamente friggendole in immersione nell’olio; le ostriche alla Rockefeller, ovvero gratinate in forno ben caldo per 5 minuti con un gratin a base di pangrattato, erbe aromatiche (crescione, prezzemolo, cerfoglio, dragoncello), sedano e Pernod.
Ricette per cucinare le ostriche
Gran Plateau di ostriche, scampi, mazzancolle e gamberoni di Martino.