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Osterie d’Italia, tutte le chiocciole 2025

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Per chi ama scoprire l’Italia attraverso i sapori autentici, la cucina sincera e le esperienze gastronomiche indimenticabili, la guida Osterie d’Italia di Slow Food Editore è una certezza. Edizione dopo edizione, questa pubblicazione rappresenta un punto di riferimento per chi cerca luoghi di ristorazione che sappiano raccontare il territorio e coniugare tradizione e creatività, lasciando i commensali sazi e soddisfatti.

Disponibile in libreria dal mese di ottobre, Osterie d’Italia festeggia quest’anno i suoi 35 anni. La guida del 2025 include oltre 1900 locali, ben 150 in più rispetto all’edizione 2024, tutti suddivisi per Regione, e assegna le iconiche Chiocciole: il riconoscimento che Slow Food attribuisce alle osterie, trattorie e ristoranti da non perdere. Scopriamo insieme le novità di quest’anno e prepariamoci a esplorare nuovi itinerari del gusto.

Osterie d’Italia 2025, le novità della guida Slow Food

Degustazione in osteria
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Con più di 1900 recensioni, Osterie d’Italia continua a crescere, dimostrando di essere un punto di riferimento nel panorama delle guide gastronomiche italiane, tant’è che da tre anni supera persino la Michelin per numero di copie vendute. Ciò grazie all’accuratezza e all’ampiezza della selezione di osterie, ristoranti, enoteche con cucine e agriturismi che vengono raccontati tra le sue pagine. A descrivere questi locali, anche quest’anno, è una rete di 250 recensori appassionati, che percorrono l’Italia alla ricerca di una cucina autentica, stagionale e legata alla filiera corta.

La prima novità del 2025 è una nuova categoria, i Locali Quotidiani ovvero tutte quelle tipologie ristorative “alternative” ma che fanno parte del territorio. In questo gruppo troviamo pastifici, pub, enoteche, gastronomie. Il trait d’union, spiegano da Slow Food Editore, è l’attenzione e l’aderenza al territorio, la selezione di materie prime e un particolare stile di accoglienza attento alla convivialità. Elementi che li legano, per spirito e filosofia, alle osterie tradizionali.

Osterie d’Italia è, dunque, una guida che si rinnova ogni anno perché ha anche l’obiettivo di raccontare un settore in costante evoluzione. Tant’è che Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, in occasione della presentazione della pubblicazione, ha dichiarato: “Il futuro è anche qui, in osteria, dove ostesse, osti, cuoche e cuochi e il preziosissimo personale di sala esprimono non solo un’altra idea di ristorazione, ma di mondo. Un’idea di mondo in cui si governa il cambiamento nel quotidiano con le scelte su approvvigionamento, stagionalità, filiera corta, su una ricerca in cucina non leziosa, sulle condizioni di lavoro dei collaboratori, sul modo di accogliere e far sentire gli ospiti a casa. Così come anche adottando pratiche che riducono lo spreco, rifiutano l’usa e getta, valorizzano gli scarti e i cibi cosiddetti umili. Scelte che educano a tavola e in cucina. Ci dimostrano orgogliosamente, ogni giorno, che il convivio è bellezza. E dove c’è bellezza si vive meglio”.

I Premi della Guida Osterie d’Italia 2025

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Oltre alle novità e alle tipicità regionali, un’altra chiave di lettura per esplorare la guida Osterie d’Italia passa attraverso i premi, assegnati in ogni edizione proprio per porre l’accento su alcune tra le tante storie che si raccontano tra le pagine e i piatti. Quest’anno i premi conferiti sono stati dieci, a partire dal Premio Novità dell’anno attribuito all’Osteria Babeuf di Cagliari per “essere una perfetta espressione di locale quotidiano, che non si limita a “essere” di quartiere – ma il quartiere lo fa, lo vive e lo costruisce accogliendo in modo genuino, con piatti versatili, sempre buoni e attuali, e con un approccio al servizio contemporaneo, fresco e coinvolgente”.

Il Premio Giovane dell’anno è assegnato a Duccio Frullani e all’osteria La ciottolona di Boccheggiano (Grosseto), mentre il Premio Coraggio quest’anno è andato all’Osteria del Castello di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). Il Premio per L’interpretazione della cucina regionale va, invece, a una “cucina emiliana precisa, eseguita magistralmente, che più esprime e rappresenta il territorio in cui è immersa”, quella di Entrà di Finale Emilia (Modena), mentre la Miglior dispensa è quella dell’osteria La Stella di Meduno (Pordenone).

Interessante la scelta di assegnazione del Premio Piatto dell’anno per cui Slow Food ha individuato le migliori zuppe di legumi, una pietanza selezionata proprio perché capace di esprimersi al meglio al Nord, al Centro e al Sud Italia. I vincitori sono Pasta e fasoi dell’Antica trattoria Bellinazzo, a Villa Bartolomea (Verona), la Zuppa di Slow Beans di Nonno Cianco, a Cutigliano (Pistoia) e la Zuppa tradizionale di fagioli e scarole con fagiolo ‘dente di morto’, di Acerra di Taverna a Santa Chiara, Napoli. 

Quattro anche i riconoscimenti legati al mondo del beverage, ambito sempre più rilevante anche in osteria. Il Premio Vino in osteria va a Menabò vino e cucina di Roma, la Birra in osteria all’Arrogant Pub di Reggio Emilia, il Bere Bene a Il Michelaccio di Genova e l’Oste dell’anno a Boivin di Levico Terme (Trento). 

Osterie d’Italia, tutte le Chiocciole 2025

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A questo punto non ci resta che scoprire quali sono stati i ristoranti, le trattorie e le osterie a ottenere il massimo riconoscimento della guida Osterie d’Italia 2025, divise per Regione. Vediamo quante ne conoscete!

VALLE D’AOSTA

PIEMONTE

LIGURIA

LOMBARDIA 

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TRENTINO-ALTO ADIGE

VENETO

FRIULI VENEZIA GIULIA

EMILIA-ROMAGNA

TOSCANA

UMBRIA

MARCHE

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LAZIO

ABRUZZO

MOLISE

PUGLIA

CAMPANIA

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BASILICATA

CALABRIA

SICILIA

SARDEGNA

In questo ricco elenco, che abbraccia tutte le 20 regioni italiane e mette in luce le singole prelibatezze enogastronomiche (in alcuni casi fin dal nome dell’osteria!), ci sono anche i tuoi ristoranti preferiti oppure quelli che hai nella wishlist e intendi visitare quanto prima? Raccontaci quali nei commenti!

 

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