Mentre la lista di prodotti senza olio di palma s’infittisce, la lunga disputatio sul grasso vegetale va avanti. L’Istituto superiore della sanità, il Ministero della Salute e l’RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil) hanno fatto passi avanti e approfondito il suo impatto su salute e ambiente per capire se e quanto l’olio di palma sia nocivo.
Ecco le ultime novità.
Olio di Palma: è nocivo per salute e ambiente?
I danni alla salute: il parere dell’Istituto Superiore di Sanità
A un anno dallo scoppio dello scaldalo su quest’olio vegetale, la posizione di consumatori e aziende è ancora in evoluzione con cambi di marcia frequenti. L’ultima è Plasmon, che ha deciso di garantire i biscotti per bambini senza olio di palma, sostituendolo con olio di girasole e olio d’oliva. E ora entrano nel vivo della questione per approfondire il vero impatto dell’olio di palma sulla salute l’Istituto Superiore della Sanità e il Ministero della salute: davvero la sua assunzione ci fa correre rischi più alti di infarto o ictus ischemico?
La risposta dei due massimi enti in materia è simile a quella che circa un anno fa ci è stata data da un nutrizionista da noi intervistato sull’argomento: “Né più né meno di quanto non lo facciano gli altri grassi saturi: burro compreso”. Al di là di nutrizionisti e dietologi che sull’argomento si sono espressi con cautela, attenuando gli allarmismi ma sottolineando che un eccessivo consumo dell’olio di palma avrebbe portato a danni cardiovascolari, adesso la posizione univoca di ISS e Ministero placa gli animi dei consumatori.
L’olio di palma è composto per il 50% di acidi grassi saturi che aumentano i livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue e quindi il rischio per le malattie cardiovascolari. Tuttavia, è da temere non solo l’apporto di acidi grassi saturi nell’olio di palma, ma anche in quegli alimenti come il latte, i formaggi, le uova e la carne che ne contengono naturalmente. La difficoltà per l’olio di palma sta nel misurarne il quantitativo assunto in una dieta, che per latte e co. è ottenibile dalla banca dati degli alimenti del Cra-Nut.
I danni all’ambiente: nuovi parametri per la lotta alla deforestazione
Avevamo già parlato della lotta dell’RSPO per i danni all’ambiente procurati dalla deforestazione per accedere a coltivazioni di olio di palma. Ora i parametri s’irrigidiscono: gli aderenti all’associazione dovranno ottenere l’RSPO NEXT, la nuova certificazione di sostenibilità che definisce criteri più stringenti per la lotta alla deforestazione e all’emissione di gas serra, e per la tutela delle comunità locali nei Paesi produttori dell’olio di palma. La certificazione può essere utilizzata dai produttori che hanno già almeno il 60% delle piantagioni in conformità con la certificazione ordinaria e si impegnano ad implementare le policy sulla totalità della produzione.
Questa mossa è un ulteriore passo per raggiungere l’obiettivo delle aziende aderenti all’RSPO, arrivare a garantire la produzione del 100% di olio di palma certificato sostenibile.