Qual è il valore reale della ristorazione aziendale nella vita quotidiana di chi lavora? Ben oltre la semplice somministrazione di un pasto, oggi la ristorazione aziendale è sempre più percepita come un vero e proprio ecosistema di servizi, capace di connettere salute, socialità, sostenibilità e benessere organizzativo. A confermarlo sono i dati della recente ricerca IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT , che acquistano ancora più rilievo in un’epoca segnata dalla “cronopenia”, ovvero la costante percezione di non avere abbastanza tempo e da una crescente attenzione verso la salute, la sostenibilità e l’equilibrio tra vita e lavoro.

Durante l’evento “Nutrire il benessere. Il valore della ristorazione aziendale”, tenutosi al CIRFOOD DISTRICT, Alessio Bordone, Group Chief Sales Officer di CIRFOOD, ha presentato una visione chiara: la ristorazione aziendale non è solo un servizio, ma un ecosistema di welfare in grado di generare valore per persone, imprese e territori. Lo abbiamo intervistato per approfondire i contenuti della ricerca e capire dove sta andando il settore.
Ristorazione collettiva, le persone al centro: intervista a Alessio Bordone (CIRFOOD)
Durante il suo intervento ha parlato di ristorazione aziendale come di un ecosistema evoluto, capace di andare ben oltre la semplice erogazione di un pasto. Può spiegarci cosa intende e quali sono gli elementi che rendono questa trasformazione così rilevante oggi per le imprese e per chi lavora?
Alessio Bordone: “La ristorazione aziendale oggi va ben oltre il semplice concetto di pasto, rappresentando un vero e proprio servizio volto a migliorare il benessere di chi lavora. Parliamo di nutrizione, ma anche di welfare che stimola la socialità, favorisce il senso di appartenenza all’impresa e rafforza la cultura aziendale. Inoltre, è un potente strumento di sostenibilità, sia economica che sociale, poiché crea un legame tra le imprese e il territorio, con un impatto positivo sullo sviluppo locale. Il benessere di chi lavora è un fattore determinante per la produttività, che non è un obiettivo fine a sé stesso, ma una conseguenza naturale di un ambiente sano e attento alle persone. Infine, come azienda, abbiamo la responsabilità di investire costantemente nel well-being delle persone, innovando senza sosta per garantire soluzioni sempre più in linea con le esigenze di chi lavora, contribuendo così a creare un ambiente più sano e produttivo.”
I risultati della ricerca IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT confermano un dato molto interessante: per il 76% delle persone la mensa aziendale è un fattore determinante per il benessere, la qualità della vita e la socialità. Come si traduce questo dato nell’esperienza di CIRFOOD?
A.B.: “Questo dato conferma ciò che vediamo ogni giorno nei ristoranti aziendali che gestiamo, dove serviamo oltre 100.000 lavoratrici e lavoratori quotidianamente. È evidente per CIRFOOD che offrire una pausa pranzo di qualità significa nutrire il benessere e la salute delle persone. Il ristorante aziendale diventa un luogo di incontro, di scambio e di rigenerazione: incide positivamente sulla qualità della vita, favorisce la socialità e sostiene il work-life balance. È anche un momento educativo, dove possiamo promuovere un’alimentazione equilibrata e sostenibile, contribuendo così alla salute e alla consapevolezza alimentare.”
Un elemento che colpisce particolarmente è il forte interesse da parte delle fasce più giovani per l’introduzione o la presenza di un servizio di ristorazione aziendale. Come interpretate questa domanda crescente e quali risposte CIRFOOD è in grado di offrire in termini di innovazione, flessibilità e valore per le nuove generazioni?
A.B.: “È vero, il 67% degli under 35 secondo la ricerca desidera una mensa aziendale. Questo conferma come anche le nuove generazioni vedono in questo servizio un beneficio concreto e quotidiano, legato a praticità, gusto e benessere. CIRFOOD, a tal proposito, propone soluzioni che rispondono alle nuove tendenze: sempre più importante, per esempio, è il tema della digitalizzazione che si esprime, nel nostro servizio, con l’introduzione di smart locker e l’implementazione di App che consentono di conoscere i valori nutrizionali di ciò che andremo a mangiare, consigli per la cena e possibilità di prenotare il pasto.”
Nel suo intervento è emerso il legame tra ristorazione aziendale e welfare. In che modo, secondo lei, questo servizio può rappresentare una leva strategica per il benessere organizzativo e per una cultura aziendale orientata alla persona?
A.B.: “È più di un legame. La ristorazione aziendale è a tutti gli effetti un servizio di welfare: favorisce la salute e la coesione, creando un ambiente di lavoro più vicino e attento alle esigenze individuali. Dirò di più, è un’ottima alternativa al welfare monetario, poiché non concorre alla formazione del reddito, offrendo vantaggi fiscali sia all’azienda che alle persone. Inoltre, quando un’impresa investe in un servizio così, manda un messaggio chiaro alle proprie persone “siete al centro”. Questo non solo stimola la produttività, ma alimenta anche un forte senso di appartenenza all’azienda.”
La pausa pranzo rischia di essere compromessa dalla cosiddetta “cronopenia”, come evidenzia sempre la ricerca IPSOS. Eppure, può diventare un tempo prezioso per rigenerarsi, creare connessioni e migliorare la qualità della vita. Qual è il ruolo della ristorazione collettiva in questo contesto?
A.B.: “La ricerca IPSOS evidenzia come più del 50% dei lavoratori soffra di cronopenia, ovvero abbia la sensazione di non avere mai abbastanza tempo. In questo contesto, la pausa pranzo rappresenta un momento di valore. Deve esser vista come leva di cura verso le persone. CIRFOOD lavora proprio per offrire esperienze smart, ma complete, equilibrate, di qualità e accessibili, proprio come strumento per alleggerire lo stress. La pausa pranzo torna a essere tempo di relazione, di cultura del cibo, di cura di sé. Un piccolo gesto quotidiano che fa una grande differenza sulla qualità della vita lavorativa.”
Salute, sostenibilità, gusto, tradizione: le persone chiedono sempre più una proposta gastronomica in grado di coniugare questi valori. Qual è l’offerta di CIRFOOD per rispondere a queste aspettative?
A.B.: “Non a caso l’offerta gastronomica di CIRFOOD è costruita attorno a questi valori. I nostri menu valorizzano prodotti a KM0, rispettosi dell’ambiente e del benessere animale. Proponiamo pasti leggeri, sani, gustosi e variegati, che incontrano anche le nuove tendenze alimentari – dalla cucina etnica ai poké, passando per proposte vegetariane e mediterranee. Lavoriamo ogni giorno per un equilibrio tra innovazione e tradizione, sempre con attenzione alla sostenibilità e all’eccellenza del Made in Italy.”
Uno dei concetti centrali del suo intervento è quello di “valore condiviso”: in che modo CIRFOOD interpreta la ristorazione collettiva come strumento per connettere persone, imprese e territori, generando impatti positivi che vanno oltre la singola azienda?
A.B. “Parlare di “valore condiviso” significa per noi generare impatti che superano i confini aziendali. L’evento ha, infatti, sottolineato come la ristorazione collettiva rappresenti uno strumento fondamentale per connettere le persone con le imprese e i territori in cui queste operano. Questo avviene sostenendo le filiere locali, generando occupazione, promuovendo una cultura alimentare più consapevole e contribuendo al benessere collettivo. Il nostro modello segue un approccio WIN-WIN-WIN, in cui tutti gli attori coinvolti – dipendenti, imprese e comunità – ottengono benefici concreti e sostenibili.”
Per concludere, quali sono le sfide e le opportunità che vede all’orizzonte per la ristorazione aziendale? E su quali direttrici CIRFOOD intende continuare a investire per alimentare il benessere nei luoghi di lavoro?
A.B.: “Le sfide sono numerose. In primis quella della flessibilità, sempre più richiesta e possibile grazie alla progettazione di spazi e ambienti che possano svolgere funzioni differenti nell’arco della giornata lavorativa e grazie a una maggiore digitalizzazione delle soluzioni (App, locker food e smart catering) che consente alle imprese di rispondere in modo agile alle diverse necessità. I servizi dovranno sempre tenere in considerazione il tema della sostenibilità: l’attenzione agli sprechi, l’utilizzo di materie prime certificate e di qualità saranno centrali per le proposte destinate a consumatrici e consumatori. Infine, il welfare integrato guadagnerà sempre più importanza, con una crescente esigenza di unire in modo più stretto i diversi servizi per il benessere offerti dalle imprese e dai territori, portando a un’attenzione maggiore verso i provider capaci di offrire soluzioni personalizzate per soddisfare questa necessità e progettazione di spazi e ambienti flessibili.”
Perché rendere i luoghi di lavoro più sani, accoglienti e sostenibili passa anche dalla tavola!
Immagine in evidenza di: CIRFOOD