Dopo mesi di chiusura e incertezze, riaprono le scuole in tutta le Penisola, non senza difficoltà e nodi ancora irrisolti. Tuttavia la ripartenza è una priorità e un’urgenza educativa che non ammette procrastinazione. Il lockdown, infatti, oltre a generare un clima di preoccupazione, ha avuto un impatto concreto sulla vita delle famiglie italiane: come sottolinea Save The Children, infatti, la chiusura delle scuole ha portato un aumento della povertà educativa e alimentare, con un conseguente maggior rischio sia di abbandono scolastico sia di sviluppo di sovrappeso e obesità.
Per questa ragione, sin dai mesi estivi, esperti, organizzazioni, aziende, direzioni scolastiche e centri estivi hanno lavorato insieme per immaginare come si sarebbe configurata la ripartenza. Il dibattito è stato molto acceso vista l’urgenza e l’importanza di elaborare linee guida e trovare soluzioni che consentissero una ripresa delle attività educative in sicurezza non soltanto in classe, ma in ogni momento della permanenza degli alunni e delle alunne a scuola. Proprio con questo intento è nato “Nutriamo la Scuola”, il progetto di CIRFOOD in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che vi abbiamo raccontato proprio sulle pagine de Il Giornale del Cibo.
Insieme a numerose attività educative, è stata condotta una sperimentazione sul servizio del pasto a scuola, attraverso diverse modalità di somministrazione ai bambini, tutte in completa sicurezza, per valutarne l’efficacia e il gradimento da parte dei più piccoli. È stato utile, infatti, osservare il modo in cui hanno accolto il cambiamento di fronte ad un nuovo modo di servire il pasto, un aspetto non secondario quando l’obiettivo è svolgere anche un’attività educativa nell’ambito dell’alimentazione infantile.
“Nutriamo la Scuola” ha permesso dunque non soltanto di sperimentare soluzioni nuove per il ritorno a scuola, ma anche di ascoltare la voce dei bambini. Parallelamente, il dibattito si è arricchito anche delle opinioni dei genitori, raccolte da un importante sondaggio realizzato da SWG e promosso da CIRFOOD proprio in questi mesi, e delle aziende che si occupano di ristorazione scolastica. Vediamo quali sono stati i principali risultati della sperimentazione e quali sono le opinioni in campo sul ritorno al pasto a scuola.
Nutriamo la scuola: cosa è emerso dalla sperimentazione?
Nel mese di luglio, i bambini e le bambine di tre centri estivi del Comune di Reggio Emilia sono stati protagonisti della “Settimana del Cibo”, un percorso in più giornate sviluppato da CIRFOOD in collaborazione con Officina Educativa di Reggio Emilia, per sperimentare nuove modalità didattiche legate al cibo del futuro nel rispetto delle norme anti-Covid. Tante le attività proposte: dal tappeto esperienziale METROQUADRO, ai numerosi focus sull’alimentazione a partire dalle mappe del cibo, fino alla sperimentazione sul servizio del pasto.
Il pranzo, in particolare, è stato servito a bambini di età compresa tra gli 8 e i 13 anni, in due modalità differenti: monoporzioni termosaldate (cioè piattini sigillati singoli) oppure con vassoio multiporzione, sporzionato appena prima del pasto. L’obiettivo era, da un lato, capire quale fosse la strategia più sicura e, dall’altro, quella più gradita ai bambini in vista del rientro a scuola.
La sperimentazione è stata documentata da alcuni ricercatori dell’Università di Scienze Gastronomiche dell’Università di Pollenzo, tra cui la dottoressa Maria Piochi che abbiamo intervistato a proposito dei risultati raccolti. Entrambe le modalità sono state gradite dai bambini, ma i ricercatori hanno osservato alcune differenze nella risposta emozionale, che sembra suggerire come l’opzione con il vassoio multiporzione abbia divertito e stimolato maggiormente i partecipanti. Tuttavia è importante ribadire che il campione coinvolto nella sperimentazione è molto ridotto: per questo, saranno necessari nuovi test, in grado di restituire conclusioni scientificamente valide.
Complessivamente, però, l’esperienza di Nutriamo la Scuola ha permesso di osservare come i bambini e le bambine dei centri estivi fossero già pronti al rientro a scuola. Le norme di distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e le nuove abitudini determinate dalla pandemia sono state assimilate e, anche di fronte alla novità nella somministrazione del pasto, hanno reagito con curiosità e propositività.
Fiducia per il ritorno a scuola: il punto di vista dei genitori
Altrettanto positivo è il punto di vista delle mamme e dei papà, che ritengono cruciale il ritorno a scuola per i propri figli e le proprie figlie e dichiarano di sentirsi sicuri. Prevale, infatti, la fiducia nell’ente scolastico che saprà, insieme al gestore del servizio di ristorazione scolastica, adattare gli spazi e riprendere le attività didattiche e alimentari da dove si erano interrotte.
Questo è quanto emerge da un’indagine condotta da SWG per CIRFOOD su un campione di 1.000 persone con bambini di età compresa tra 3 e 10 anni, il 78% ha dichiarato di sentirsi sereno rispetto alla ripartenza del servizio di ristorazione scolastica. Gli intervistati hanno sottolineato, a tal proposito, che ritengono importante ricevere dalle istituzioni informazioni dettagliate sul servizio, soprattutto dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza.
Chiamati a esprimersi anche sulle modalità di somministrazione del pasto a scuola, i genitori non hanno dubbi: per l’86% la soluzione preferita è quella del pasto all’interno del refettorio, in continuità con quanto fatto negli anni precedenti. E sempre nell’ottica della ripresa di un percorso educativo alimentare già avviato si possono leggere le preferenze delle mamme e dei papà che non vogliono fare passi indietro sulla qualità del pasto che, per loro, dev’essere sano (56%), vario (42%) e con prodotti locali (37%).
[elementor-template id='142071']Il ruolo del pasto a scuola: i risultati del nostro sondaggio
Il ritorno tra i banchi e il pasto a scuola, dunque, non spaventano i genitori, consapevoli da un lato dell’importanza di un’alimentazione quotidiana varia ed equilibrata, dall’altro delle difficoltà oggettive che incontrano nel soddisfare questa esigenza senza l’aiuto della refezione scolastica. A rivelarcelo è un sondaggio proposto dalla nostra testata ai suoi lettori nel mese di luglio, nell’ambito della campagna “Nutriamo la Scuola”, di cui Il Giornale del Cibo è stato media partner.
Se il 70% di chi ha risposto alle nostre domande sostiene che “cucinare ogni giorno un pasto completo è difficile ma importante”, il 51,4% ammette di dedicare alla cucina poco tempo: “lo stretto necessario, quando impegni e lavoro lo consentono”.
D’altro canto, il pasto a scuola, oltre a garantire un apporto nutrizionale corretto e adeguato alle esigenze dei più piccoli, per i genitori ha un importante ruolo educativo, come si evince dalla risposte date dal 44% dei nostri lettori, secondo i quali mangiare con altri bambini per il proprio figlio sia molto importante, dal momento che “a casa spesso non vuole mangiare quello che prepariamo, mentre in compagnia degli amichetti e delle maestre si diverte e mangia di tutto”.
Mense scolastiche sicure per garantire la ripartenza
CIRFOOD, realtà che si occupa da anni di ristorazione scolastica, è al lavoro da mesi per garantire una ripartenza sicura. Nel rispetto delle linee guida per il settore, l’azienda lavora insieme alle direzioni scolastiche per valutare modalità, spazi e tempi per assicurare agli alunni e alle alunne un pasto sano, equilibrato e gradito, senza far così venir meno l’importante valore educativo del momento del pranzo insieme.
Come ci ha raccontato Rossella Soncini, Direttore di area per l’Emilia Ovest di CIRFOOD: “Già normalmente i nostri operatori utilizzano guanti, mascherine e altri strumenti di protezione durante il servizio. Tutto ciò, da settembre, verrà eseguito in maniera ancor più scrupolosa, ma è da sempre una caratteristica della nostra attività”. L’obiettivo, infatti, non è rivoluzionare il valori e l’attività dell’azienda, ma rinforzarne i punti cardine per rassicurare i genitori e offrire un servizio di qualità ai bambini.
Intervenendo al webinar che ha concluso i lavori del progetto, CIRFOOD ha ribadito, a tal proposito, che “la sperimentazione in occasione della ‘Settimana del Cibo’ ha avuto due obiettivi principali. Il primo quello di dimostrare che la scuola in presenza è un diritto, per l’alto valore simbolico e sociale che rappresenta, così come è un diritto garantire un pasto sano ed equilibrato ai bambini, che devono vivere il cibo come momento educativo e conviviale. Il secondo è quello di immaginare il cibo del futuro attraverso una nuova lettura dello scenario di domani che dia ai bambini l’opportunità di ritrovare e vivere serenamente una relazione diretta con la natura, il cibo, il proprio corpo.”
Nessun passo indietro, dunque, anche per quanto riguarda ricerca e futuro. E proprio a questo proposito, Sabrina Belloi, Responsabile Qualità e Sistemi Produttivi di CIRFOOD, ci ha raccontato che: “L’innovazione per CIRFOOD passa attraverso il cibo e si traduce nella ricerca di prodotti di qualità, free-from, ossia puri da allergeni e conservanti, che si prestano a trasformazioni, evoluzioni, addizioni. La valenza sociale del pasto, per noi tema molto caro, passa anche attraverso la ricerca e la messa a punto di ricette che siano adatte a tutti i bambini, anche quelli con dieta speciale. Tutto questo viene traguardato grazie all’esperienza nonché alla ricerca e uso di prodotti che siano naturalmente privi di allergeni, “puliti”, sani ed equilibrati.”
L’esperienza di Nutriamo la Scuola, in conclusione, ha permesso a tutti gli attori coinvolti di misurarsi con una “prova” di quello che potrebbe essere non soltanto il ritorno tra i banchi, ma anche della scuola e del cibo del futuro. È stato, infatti, creato un prezioso ponte di dialogo tra le famiglie, i bambini, chi si occupa di educazione e chi di alimentazione a scuola rinforzando, insieme, gli elementi che guidano l’innovazione e lo sviluppo.