La pandemia ha condizionato le preferenze, le abitudini e i valori degli italiani, con effetti ad ampio raggio. È cresciuta l’attenzione nei confronti della salute, la sensibilità verso la crisi climatica e il desiderio di un equilibrio migliore tra vita personale e lavorativa. Tutti elementi che si riflettono anche nelle scelte di consumo e alimentari, compresa la pausa pranzo.
Nomisma, società specializzata in ricerche di mercato e consulenze, ha condotto per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT un’indagine per raccogliere dati e informazioni sull’evoluzione della pausa pranzo, nell’ambito dell’approfondimento dedicato al tema, realizzato in collaborazione con Il Giornale del Cibo. Vediamo cosa è emerso.
La Nuova Pausa Pranzo degli italiani: i risultati dell’indagine Nomisma
“La Nuova Pausa Pranzo degli italiani” è il titolo dell’indagine presentata il 26 maggio scorso nell’ambito dell’evento conclusivo di Nuova Pausa Pranzo e realizzata da Nomisma con l’obiettivo di mettersi in ascolto dei lavoratori italiani e capire in che modo nuovi stili di vita, smart working e stili alimentari in evoluzione – trend innescati dalla pandemia – hanno modificato le loro abitudini durante la pausa pranzo.
Nei due anni della pandemia lavoro agile e smart working hanno spostato in casa la pausa pranzo degli italiani. Negli ultimi mesi, invece, molte aziende e spazi condivisi di lavoro sono stati nuovamente aperti, con l’opportunità di accedere ai servizi connessi, in primis i ristoranti aziendali. Si tratta della stessa esperienza di pausa pranzo del pre pandemia? Ne ha parlato Silvia Zucconi, Responsabile Market Intelligence Nomisma, durante l’evento “La #NuovaPausaPranzo degli italiani nell’indagine Nomisma”.
Oltre all’intervento di Silvia Zucconi, la diretta LinkedIn sulla pagina di CIRFOOD ha visto la partecipazione e il commento di Paulina Wietrzykowska, Quality, Strategic Process Improvement & Sustainability di System Logistics azienda che ha investito sulla ristorazione aziendale interpretando proprio i nuovi bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici, Flaviano Zandonai, Sociologo e Open Innovation Manager che ha commentato i risultati del sondaggio realizzato per i lettori del Giornale del Cibo, e Marcello Leonardi, National Key Account Director della Ristorazione Aziendale CIRFOOD che ha portato l’esperienza delle aziende del Food Service. Moderato da Elena Rizzo Nervo, Direttrice responsabile del Giornale del Cibo, l’evento ha permesso di commentare e analizzare il percorso di approfondimento degli ultimi mesi, con una grande partecipazione di pubblico che ha seguito online.
Competenza, convivialità e comodità
I risultati chiave presentati da Nomisma nel corso dell’evento tenuto lo scorso 26 maggio ci dicono che: l’83% dei lavoratori che pranza all’interno del ristorante aziendale ritiene importante questo servizio, il 70% ne apprezza la competenza e la cortesia del personale e, infine, quasi uno smart worker su due vorrebbe poterne beneficiare.
Per la maggior parte degli occupati coinvolti nell’indagine il luogo principale dove avviene la pausa pranzo è il ristorante aziendale. Sette persone su dieci dichiarano che lo frequentano almeno due volte alla settimana e tra i vantaggi citano: la comodità di non dover preparare nulla in anticipo, la possibilità di godere di un momento di relax nel corso della giornata di lavoro e la condivisione di uno spazio di convivialità con i colleghi.
La ristorazione aziendale è il servizio più apprezzato e desiderato per il futuro
L’indagine realizzata da Nomisma fa emergere come il ristorante aziendale sia un desiderio di molti. Il 59% dei lavoratori che pranzano nei ristoranti convenzionati preferirebbero l’opzione interna e anche il 47% degli smart worker gradirebbe questo servizio.
La ristorazione aziendale, infatti, può assicurare alcune caratteristiche che per gli italiani sono oggi prioritarie. Per l’83% dei lavoratori che usufruiscono di questo servizio pranzare nel ristorante aziendale è importante soprattutto per la proposta di pasti equilibrati dal punto di nutrizionale, l’81% pone l’attenzione sulla garanzia della qualità delle materie prime, il 65% sui momenti di socialità e convivialità offerti.
Aspetti questi che contribuiscono al generale apprezzamento che i lavoratori riservano all’esperienza presso il ristorante aziendale: quasi sette lavoratori su dieci che utilizzano con frequenza il ristorante aziendale si dichiarano soddisfatti e molto soddisfatti di poter mangiare piatti sani insieme ai colleghi di lavoro, sapendo di poter contare su prodotti di qualità.
La rivoluzione valoriale nella pausa pranzo degli italiani
Dall’indagine emerge come dopo la pandemia siano i valori delle persone a guidare le loro scelte alimentari, orientando anche le loro abitudini in pausa pranzo. Il Rapporto Coop 2021 mette in luce come la cura di sé e l’attenzione all’ambiente siano due fattori oggi prioritari. Alle aziende, d’altro canto, viene chiesto di prendere sempre più coscienza delle priorità individuali e collettive e, soprattutto, di agire di conseguenza.
[elementor-template id='142071']
Il nuovo sistema valoriale e di priorità degli italiani ha effetti a cascata sulle scelte quotidiane, anche quelle che riguardano la pausa pranzo. In particolare, gli italiani identificano le caratteristiche che dovrebbe avere la loro pausa pranzo ideale nel ristorante aziendale. In prima battuta puntano l’attenzione sul packaging sostenibile e sulla riduzione di materiali plastici. In molti sottolineano come sia importante ampliare le proposte gastronomiche, includendo un numero crescente di opzioni pensate per diversi stili alimentari, comprendendo l’attenzione a allergie e intolleranze. Infine, gli intervistati vogliono conoscere meglio ciò che c’è nel piatto e l’impatto ambientale generato per la sua produzione e preparazione.
Come abbiamo raccontato nel corso dell’approfondimento, le aziende della ristorazione collettiva sono pronte ad offrire servizi che rispondano a queste nuove esigenze, con soluzioni sostenibili e innovative e servizi digitali per la prenotazione e il ritiro del pasto.
La nuova pausa pranzo degli italiani, dunque, è frutto di una maggiore consapevolezza del valore di questo momento della giornata, sia dal punto di vista nutrizionale che sociale. Le aziende del Food Service, ma anche quelle che devono scegliere quale servizio offrire alle lavoratrici e ai lavoratori, devono continuare ad essere all’altezza di questa nuova sensibilità, riuscendo così sia ad attrarre, sia a mantenere talenti, nell’ambito delle proprie politiche di welfare aziendale.
Perché, come affermato dal sociologo Flaviano Zandonai, “se vogliamo accompagnare la transizione verso un mondo che sia più sostenibile e inclusivo dobbiamo ripartire dalla qualità delle relazioni. E la qualità delle relazioni tra le persone si è costruita a corto raggio, la maggior parte delle volte attorno a un tavolo”. In questo senso, continua il sociologo, “la convivialità è una componente strutturale del nostro stare insieme, che fa funzionare la nostra società: è la cellula di base. E la pausa pranzo contribuisce a riprodurre, quindi è un valore straordinario di tenuta economica e sociale”
È possibile consultare la ricerca completa sul portale dell’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT e recuperare il video della diretta sulla pagina Linkedin e sul canale YouTube di CIRFOOD!