di Paolo Degiovanni.
“…cocco bello, cocco fresco…” è una delle classiche espressioni estive che si può sentire un po’ ovunque sulle innumerevoli spiagge della nostra penisola, senza particolari limiti geografici: le uniche sfumature sono i modi abbastanza coloriti e curiosi con cui viene annunciato. La parte bianca che ci viene servita, solitamente rinfrescata con acqua, è la polpa della noce di cocco, il frutto della palma da cocco, Cocos nucifera, letteralmente “portatrice di noci”: originaria dell’arcipelago indonesiano, questa pianta si diffuse in modo naturale, trasportata dalle correnti marine, in tutta l’area del Pacifico grazie soprattutto alla capacità di mantenere a lungo la propria germinabilità. Successivamente, per opera dei navigatori portoghesi e spagnoli, cominciò ad essere coltivata anche lungo le coste atlantiche dell’America centro-meridionale nonché dell’Africa.
La noce di cocco è sempre stata protagonista di antichi rituali circondati da un alone di simbolismo specialmente nei paesi d’origine: molte leggende considerano questo frutto sacro per la somiglianza nella forma al cranio e così, anticamente, veniva spesso offerto agli dei come sacrificio al posto di una testa umana. In India, invece, è da sempre considerato un cibo per le occasioni più importanti, fin dalle epoche più remote: regalare una noce di cocco nel corso di una cerimonia nuziale è tutt’ora considerato di ottimo auspicio. In molti paesi tropicali il cocco è considerato il re dei vegetali sia perché della pianta si utilizza tutto ma anche perché è una ottima fonte di grassi e proteine: da quasi 4000 anni rappresenta quindi un elemento fondamentale dell’alimentazione dei popoli dei mari del Sud. Attualmente, la palma da cocco è diventata il simbolo di vari paesi in Asia, Africa e America quali India, Ceylon, Thailandia, Messico, Brasile, Mozambico, Tanzania e Ghana.
Caratteristiche
Esistono numerose varietà (alcune a portamento nano) che si differenziano per il colore, la grandezza e la forma del frutto. Generalmente, la classica palma da cocco è un albero dai grandi numeri: può raggiungere infatti i 40 metri d’altezza, superare i 100 anni di vita, le sue foglie sono lunghe quasi 6 metri e i frutti arrivano a pesare fino a 2 chilogrammi. Le noci di cocco possono essere da cinque a dieci per ogni pianta, sono frutti di forma sferica con un guscio fibroso e spesso anche quindici centimetri; sotto al guscio vi sono delle coperture biancastre che rivestono la polpa, bianca e molto compatta, al cui interno vi è una cavità centrale contenente un liquido bianco-opalescente dal sapore mandorlato, il latte di cocco: in alcune isole viene ancora usato come bevanda alternativa al latte per i neonati. Molti, tuttavia, non lo assaporano perché sembra “sporco”: assomiglia infatti ad un siero ma, in realtà, si tratta di un liquido zuccherino, rinfrescante, vitaminico e con un forte potere dissetante.
Proprietà nutrizionali
La noce di cocco è ricca di potassio: per questo è ideale d’estate per reintegrare i sali minerali persi. Contiene inoltre proteine e grassi che la rendono un alimento molto nutriente: un solo etto fornisce ben 360 calorie. Questo significa che è indicata per le persone debilitate mentre è sconsigliata per chi vuole dimagrire e per chi deve sottoporsi ad una dieta povera di grassi, dato che la quota calorica è data fondamentalmente dalla presenza di una notevole quantità di lipidi.
Il latte di cocco è ricco di zuccheri, sali minerali e vitamine, in particolare B e C, ma anche di proteine di facile assimilazione; oltre ad essere un’ottima bevanda, è molto utile per le ossa, i denti e per il trattamento di disturbi urinari, di costipazione, nervosismo e debolezza generale.
Proprietà nutrizionali per 100 grammi di prodotto
Acqua: 47 grammi
Energia: 360 calorie
Proteine: 3.3 grammi
Lipidi: 33.5 grammi
Carboidrati: 15.23 grammi
Fibra: 9 grammi
Potassio: 356 mg
Fosforo: 113 mg
Colesterolo: 0 mg
Utilità della noce di cocco
La palma di cocco rappresenta una delle principali fonti di reddito per i paesi produttori, poiché da essa si ricavano molti prodotti: il legno è molto facile da lavorare e pertanto è utilizzato per mobili, manici d’ombrello o abitazioni rurali; le fronde vengono utilizzate come fibre per intrecciare cappelli, stuoie e tetti per le capanne; se si essicca la polpa si ottiene lacopra, contenente circa il 63-70% di olio, chiamato olio di cocco, il quale è utilizzato come condimento in cucina ed è considerato il prodotto più importante estratto dalla noce di cocco. La sua composizione è particolare in quanto sono presenti soprattutto acidi grassi, essenzialmente il laurico e il miristico, mentre il contenuto di acidi insaturi è eccezionalmente basso. Tale olio è utilizzato in pasticceria e per la produzione della margarina come surrogato del burro, o per la fabbricazione di detergenti (come il sapone marino, sapone adatto per lavare con acqua di mare) e prodotti cosmetici come shampoo, creme da barba e dentifrici e in alcuni prodotti farmaceutici come le supposte. La scorza della noce non può essere consumata come alimento, ma viene utilizzata per realizzare oggetti decorativi e recipienti per bere: si possono anche produrre gioielli, eliminando le fibre fino a rendere ben visibile la superficie lucida e scura della noce, estremamente dura, ma che si presta benissimo ad essere decorata con varie tecniche. Ovviamente, vi sono anche numerosi prodotti alimentari derivanti dalla noce di cocco: le gemme terminali della pianta ormai adulta sono commestibili e prendono il nome di cavoli di palma; con la linfa zuccherina estratta dalle giovani infiorescenze (grazie all’opera di abili raccoglitori che, arrampicandosi sulla palma, praticano le incisioni e collocano i recipienti per la raccolta) si ricava lo zucchero di palma e, dopo una naturale fermentazione, si ottiene una bevanda alcolica nota con il nome di vino di palma o “Toddy”.
In cucina
il cocco è presente sul mercato tutto l’anno e nell’acquistarla occorre fare attenzione che sia pieno di liquido (basta scuoterla un pochino per accorgersene); si conserva a temperatura ambiente fino a due settimane, ma, una volta aperta, la polpa tende a seccarsi in fretta, per cui va mantenuta umida e fresca, meglio se in frigorifero all’interno di un contenitore riempito d’acqua.
In cucina, la polpa della noce di cocco può essere consumata al naturale, tagliata a pezzi oppure grattugiata come ingrediente per torte, biscotti, gustose palline e piatti salati; può essere anche per la preparazione di secondi piatti a base di carne o di pesce.
Curiosità
In India il ruolo indiscusso della noce di cocco lo porta a essere usato anche strumento musicale: le maracas indiane sono gusci avvolti in un reticolo di perline colorate inserite in una maglia metallica che producono un suono acuto e molto intenso e vengono usate nelle cerimonie importanti.
Durante la seconda guerra mondiale, il latte di cocco veniva trattato con un particolare sistema per poter essere poi iniettato direttamente nelle vene dei malati per l’alto lilvello di zucchero, sali minerali e vitamine in esso contenuto.