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Mosciolo Selvatico di Portonovo: non chiamatelo cozza!

Ad Ancona la cozza non è cozza, ma mosciolo! E quello di Portonovo è veramente speciale perché, grazie alla tipologia di scogliera rocciosa che caratterizza questo tratto di costa italiana, la cozza vive e si riproduce spontaneamente in quantità tali da poter essere pescata e venduta.

Mosciolo selvatico di Portonovo: origini, caratteristiche e usi

Origini

La presenza di moscioli in questi mari è testimoniata in maniera precisa già dall’inizio del Novecento. La pesca, però, era molto limitata e le colonie di molluschi erano concentrate sullo scoglio del Trave,  che si estende a pelo d’acqua per almeno un chilometro a nord di Mezzavalle, e su pochi altri scogli e secche tra Pietralacroce e Sirolo.

Fino al secondo dopoguerra la pesca, effettuata con barche a remi, le batane, rappresentava un’integrazione al reddito per i contadini delle frazioni di Poggio, Varano, Massignano e Pietralacroce e del Comune di Sirolo, nonché per le maestranze del porto di Ancona.

Mosciolo Selvatico

Caratteristiche

Quello che rende particolare il mosciolo selvatico di Portonovo, pescato nella riviera del Conero, è la riproduzione spontanea. La riviera del Conero e la baia di Portonovo in particolare sono caratterizzati da una scogliera rocciosa particolarmente adatta alla proliferazione di questo Mytilus galloprovincialis.

Negli anni ’50-60 la pesca di questi molluschi crebbe in maniera massiccia, grazie alla valorizzazione portata avanti dalle piccole trattorie di Portonovo. La raccolta avveniva con piccole barche di pescatori e il supporto di subacquei.

Per le difficoltà connesse alle modalità di pesca e per la concorrenza delle cozze di allevamento, dopo gli anni ‘70 il quantitativo prelevato diminuì drasticamente, insieme ai subacquei disposti ad affrontare un tale lavoro.

Il presidio Slow Food

Nel 2004  Slow Food ha inserito tra i suoi Presidi questa rara specialità, per salvaguardarla e valorizzarla.
I pescatori del Presidio hanno lavorato molto sulla filiera del mosciolo selvatico di Portonovo, in modo da garantire sia la provenienza dei molluschi dalle zone di pesca previste, che la tracciabilità del prodotto lungo tutta la catena distributiva.

Occorre governare con attenzione il quantitativo prelevato, per non causare la scomparsa in breve tempo dei moscioli. La pesca, regolamentata in maniera chiara, dovrà mantenere inalterato l’equilibrio tra quantitativo pescato e capacità di riproduzione.

Il periodo di pesca del mosciolo è solamente estivo e va da Aprile a Ottobre.
Per i pescatori del Presidio la soluzione ideale sarebbe la creazione di un’area marina protetta nella zona del Conero, in modo da tutelare questo tipo di pesca che, così come avviene oggi, garantisce sostenibilità per l’ecosistema.

Il mosciolo selvatico di Portonovo in cucina

I pescatori del Presidio amano mangiare i moscioli appena pescati, fragranti per il profumo delle alghe e del mare, aperti su una lastra posata sul fuoco, senza alcun condimento, oppure alla marinara, aperti in pentola con aglio, prezzemolo, olio e pepe.

Il Consorzio La Baia di Portonovo consiglia, oltre al naturale, di provarlo come sugo nei primi piatti, oppure alla tarantina, o ripieno con carne macinata e parmigiano, se non arrosto.

Avete mai assaggiato questa specialità anconetana? Lo preferite al naturale come i pescatori o cucinato?
Noi, vi consigliamo di accompagnarlo con una bottiglia di Verdicchio della zona, perché come dicono gli anconetani: “c’avemo i moscioli e ce piace el vì“!

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