Monterenzio celtica

Viaggio nel tempo alla scoperta dei gusti antichi a Monterenzio Celtica

Antonio Pastore
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    Preparatevi a un viaggio nel tempo intrigante e avvolgente, immersi nella storia e nella natura: il 28-30 giugno e il 5-7 luglio, Monterenzio (Bologna) diventa la capitale delle civiltà che abitavano l’Appennino bolognese nei secoli prima di Cristo con la tanto attesa Monterenzio Celtica – I fuochi di Taranis! Questo evento, che celebra l’incontro fra Celti ed Etruschi, quest’anno si arricchisce di un momento in più: l’omaggio alla figura della donna nel mondo celtico. 

    La festa si svolge lungo le sponde del fiume Idice, in un’atmosfera incantevole. Da un lato, troverete un ampio prato dove sorgono l’accampamento storico con decine di tende, gli spazi gastronomici che offrono piatti inconsueti e saporiti, i banchi degli artigiani e il palco per i concerti. Mentre dall’altro lato, ai margini del bosco, l’evento sfuma letteralmente nella vegetazione, tanto che per raggiungere questa zona occorre attraversare due minuscoli guadi di sassi, rocce e assi di legno, che rendono l’esperienza ancora più autentica e immersiva. In questo contesto, passeggiando tra accampamenti storici e rievocazioni, assisterete a spettacoli mozzafiato che vi faranno rivivere i tempi antichi. Immaginate di essere circondati dalla natura, dimenticando completamente case, auto e rumori urbani, per essere trasportati in un mondo dove Celti ed Etruschi vivevano insieme.

    Siete pronti a vivere un’avventura che vi porterà indietro di diversi secoli, coinvolgendo tutti i vostri sensi? Monterenzio Celtica – I fuochi di Taranis vi aspetta per incantare e affascinare tutti i visitatori con una straordinaria esperienza storica e culturale.

    Un tuffo nella storia

    Prima di svelarvi le coordinate dell’evento, vediamo le caratteristiche delle due antiche popolazioni a cui rende omaggio Monterenzio Celtica, una delle manifestazioni storiche più apprezzate d’Italia. 

    I Celti

    I Celti, noti per essere indomiti guerrieri, erano un insieme di popoli indoeuropei che, a partire dal primo millennio a.C., occupavano il cuore dell’Europa. Tra il V e il IV secolo a.C., si spinsero fino alle isole britanniche, alle regioni centro-settentrionali dell’Italia, ai Balcani e perfino in Asia Minore. Pur non raggiungendo mai una vera unità politica, erano legati da affinità linguistiche, culturali e religiose. La loro storia si sviluppò in tre principali fasi:

    • Golasecca: iniziata nel XII secolo a.C. e proseguita fino al IV secolo a.C., questa fase della prima Età del Ferro probabilmente portava già in tavola piatti semplici ma gustosi come zuppe di cereali e pane di farro. La cultura di Golasecca prende il nome dalla località in provincia di Varese dove vennero ritrovare le prime tombe con ceramiche e suppellettili metalliche.
    • Hallstatt (1200 a.C. – 500 a.C.): questa cultura era diffusa nell’Europa centrale, dall’Età del Bronzo agli inizi dell’Età del Ferro. Con le loro miniere di sale, i Celti di Hallstatt (località vicino a Salisburgo, in Austria) erano noti per il formaggio stagionato e le carni affumicate
    • La Tène (Svizzera): con la cultura di La Tène (dal VI al I secolo a.C) ci si riferisce a un momento di grande espansione dei Celti, che si stanziarono dal nord Europa all’Italia centrale, dalla Spagna all’Ucraina occidentale. Risalgono probabilmente a questo periodo, che segnò il massimo splendore della civiltà celtica, due prelibatezze: il sidro di mele e il cervo in umido

    I Celti di Monterenzio appartengono a quest’ultima fase: ed è proprio fra il V e il IV secolo a.C. che fra queste verdi colline incontrarono un altro popolo antico con cui avrebbero condiviso scoperte e tradizioni: gli Etruschi. 

    Gli Etruschi

    zuppa di legumi

    Salvomassara/shutterstock

    Gli Etruschi, abitanti dell’Etruria (Toscana, Umbria, Lazio, Campania e zona padana) tra il IX e il I secolo a.C., sono noti per le loro città-stato e il loro contributo alla cultura romana, da cui vennero poi assorbiti. Le loro città principali, come Cere, Tarquinia, Veio, Chiusi, Cortona, Perugia, Volterra e Felsina (Bologna), erano fiorenti centri di commercio e cultura. La cucina etrusca era raffinata e variegata, riflettendo l’abbondanza delle loro terre fertili.

    • Cere e Tarquinia: da queste città provengono olive marinate e vini speziati.
    • Veio e Chiusi: famosi per le loro zuppe di legumi e pasticci di carne.
    • Cortona e Perugia: conosciute per i piatti di cacciagione come tagliatelle al ragù di lepre e stufati di cinghiale.

    Da questo areale gli Etruschi si spinsero a nord, alla ricerca di nuove terre e risorse. Quello che accadde intorno a Monte Bibele, sull’Appennino bolognese, e lungo la Valle del fiume Idice, è la scintilla che ha ispirato la nascita di Monterenzio Celtica. Secondo gli storici, infatti, in questa zona si susseguirono almeno tre generazioni miste Etrusco – Celtiche, una comunità pacifica dove convivevano due lingue e due religioni differenti, ma in piena armonia. 

    Sapori antichi e piatti tradizionali

    Due stinchi di maiale cotti

    K – Photo/shutterstock

    Questa festa celtica, quindi, non è solo un’occasione per esplorare la storia e conoscere una vicenda esemplare sconosciuta a molti, ma anche per gustare piatti che rievocano le tradizioni culinarie di queste antiche civiltà. Il festival, infatti, offre una varietà di specialità, preparate con cura per far rivivere i sapori del passato. 

    La zuppa celtica, innanzitutto, un piatto ricco e nutriente tipico della tradizione celtica, è cucinata con ingredienti locali già presenti all’epoca, come farro e legumi. E se le carni di selvaggina, cotte e grigliate con sapienza, offrono un vero affresco ai banchetti del passato, non può mancare nel menù lo stinco, un’icona ancora oggi dell’Europa centrale, dove i Celti mossero i primi passi. Amate i primi? Le tagliatelle al ragù, pietanza assimilabile alla tradizione etrusca, sono semplici e gustose, preparate con ingredienti freschi e genuini. Fra i dolci, invece, si segnala la crostata di mirtilli, frutti di bosco assai diffusi e apprezzati fin dall’Antichità. 

    Per accompagnare ogni portata, il festival propone bevande tradizionali come il sidro di mele, l’idromele (prodotto dalla fermentazione del miele), l’ippocrasso (una bevanda antica a base di vino aromatizzato, fermentato e addolcito con miele), il mulsum (ottenuta miscelando vino e miele) e l’absinthium (assenzio), offrendo il giusto abbinamento per ogni sapore. E, naturalmente, la birra, bevanda celtica per eccellenza. 

    Tra le prelibatezze da provare, inoltre, ci sono piadine, crescentine, galletti alla diavola, arrosticini, carni saporite e ben condite, cotte alla griglia.

    Carne alla griglia

    XTUDIOS/shutterstock

    Attività e divertimento ai margini del bosco

    Dimenticate dunque i rumori delle auto e il caos delle città. Monterenzio Celtica si svolge lungo le sponde del torrente Idice, ai margini del bosco che cinge l’abitato. In questo scenario, dove il verde è il colore dominante, la manifestazione offre attività divertenti e istruttive per tutte le età, nonché un pittoresco mercato artistico e artigianale e un ricco programma di concerti di musica celtica e folk per animare le serate. Immersi in un’atmosfera incantata, oltre a gustare i deliziosi piatti, potrete anche sperimentare le arti e le tecniche artigiane dei popoli antichi, messe in campo – è il caso di dirlo – da decine di rievocatori che per tutta la durata della manifestazione vivono nell’accampamento storico, una vera e propria finestra spalancata sul IV secolo a.C. Oltre all’ordinaria amministrazione (fra le tende potete osservare le vesti, gli oggetti e gli strumenti del passato, indossare elmi e armature, impugnare gli scudi…), tra le attività imperdibili ci sono gli stage di lancio del Gaesum, della scure e del coltello. Questi laboratori pratici vi insegneranno a utilizzare le antiche armi celtiche, facendovi sentire come i guerrieri di un tempo. Un’altra esperienza coinvolgente è il tiro con l’arco storico. Divertente e istruttiva, questa attività vi permetterà di cimentarvi in un arte militare, utilizzando attrezzature fedelmente ricostruite. Imparerete una nuova abilità e vivrete l’emozione di un’epoca passata.

    In più, durante tutti i giorni della manifestazione, è possibile visitare il Museo Archeologico di Monterenzio “L. Fantini”, l’unico in Italia allestito dagli archeologi che hanno ritrovato i reperti della singolare comunità Etrusco-Celta che visse nella valle dell’Idice, e partecipare alle escursioni guidate nell’Area Archeologica di Monte Bibele, per esplorare il villaggio antico, un avamposto militare composto da case ricostruite e luoghi sacri.  

    Eventi speciali

    Oltre alla didattica, al cibo e al divertimento, la festa celtica di Monterenzio offre momenti indimenticabili che celebrano l’eredità e le tradizioni dei popoli antichi, secondo una profonda connessione fra natura e liturgia. Ecco alcuni degli eventi speciali da non perdere:

    • Accensione del Fuoco dell’Amicizia tra i popoli e della Ruota di Taranis: sabato 29 giugno e sabato 6 luglio alle ore 24, un momento magico per celebrare l’amicizia tra i popoli seguendo un rituale antico e affascinante.
    • La Grande Battaglia sul fiume Idex: domenica 30 giugno e domenica 7 luglio alle ore 19:00, assisterete a due epiche battaglie in cui i rievocatori guerrieri si sfideranno per la conquista dell’onore e del territorio di Monte Bibele. un’esperienza emozionante che vi farà rivivere l’intensità e il fragore delle guerre combattute nell’antichità.

    Con tutti questi ingredienti, la Festa Celtica di Monterenzio è molto più di un semplice tuffo nella storia. È un’opportunità per riscoprire suggestioni antiche e sapori inconsueti e partecipare a una miriade di attività coinvolgenti. Che siate appassionati di storia, buongustai in cerca di piatti autentici o semplicemente persone curiose alla ricerca di un’esperienza originale, questo festival ha qualcosa di speciale per tutti. Immergetevi nella magia delle antiche civiltà e lasciatevi trasportare da gusti e tradizioni che hanno segnato la nostra storia.

    Siete mai stati alla Festa Celtica di Monterenzio? Raccontateci le vostre esperienze o suggeriteci altri eventi simili. E soprattutto non perdete l’occasione di vivere una giornata ricca di storia, natura, cultura… e gastronomia!

     


    Immagine in evidenza di: stockcreations/shutterstock

     

    Lucano di nascita, campano di formazione, emiliano d’adozione. Si è trasferito a Bologna per studio e per amore della cotoletta alla petroniana. Oggi lavora come copywriter anche se da bambino sognava di diventare benzinaio. Il suo primo preferito sono gli gnocchi alla sorrentina. Nella sua dispensa non mancano mai basilico, menta e l’olio dello zio.

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