Giornale del cibo

Cibi monoporzioni: un alleato nella lotta allo spreco alimentare?

 

Le piccole porzioni da acquistare, consumare e smaltire sono sempre più amate dai consumatori italiani. Cresce il mercato delle confezioni monoporzioni di cibo che rispecchiano un cambiamento di abitudini delle famiglie, ma anche l’evoluzione stessa della nostra società. Da un lato, infatti, i gruppi familiari sono sempre meno numerosi, dall’altro si è persa l’usanza di fare grandi scorte e a riempire le dispense: gli italiani, infatti, tendono ad acquistare giorno per giorno e senza pianificare troppo in là. Sorprende, però, il successo del trend delle monoporzioni – che generano più rifiuti in un momento storico in cui la sensibilità ambientale è particolarmente alta. Tuttavia, gli esperti sottolineano come comprare soltanto quello che si consumerà sia un’ottima strategia contro lo spreco alimentare.

Monoporzioni, un trend in crescita

Frutta monoporzione
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Il trend è quello della costante riduzione dei formati di ciò che consumiamo, ed è sotto ai nostri occhi. Fino ad alcuni anni fa sarebbe stato impensabile acquistare e mangiare un parallelepipedo di Parmigiano Reggiano di pochi centimetri o anche di trovare una monodose di Montasio DOP direttamente nei distributori. Oggi, invece, si tratta di una realtà che incontra un interesse crescente da parte dei consumatori.

Il Rapporto Coop 2019 sottolinea, a tal proposito, come sia aumentata la domanda di frutta “ready”, piccole porzioni di frutta di vario tipo già pronte per essere consumate, ma non soltanto. AssoLatte, dal canto suo, sottolinea come le monoporzioni di tomini siano un vero e proprio boom, con sensibili crescite delle vendite. Sono tanti i prodotti, quindi, che troviamo sempre più spesso in monoporzione, comprese le verdure fresche o in lattina, i sughi pronti, i biscotti, gli snack salati.

Secondo il rapporto “Opportunities for single packs in food” realizzato da Mintel Group e citato da Il Sole 24 Ore, sono soprattutto i giovani a scegliere le monoporzioni e lo fanno per due ragioni. Da un lato, il fatto di vivere da soli o con coinquilini, che fa sì che i pasti vengano preparati per una persona soltanto, dall’altro la curiosità, che li porta a sperimentare ingredienti e preparazioni alternative. Quest’ultimo aspetto, secondo i ricercatori, porta i giovani a scegliere le monoporzioni per fare un test, senza sentirsi vincolati nei consumi.

Meno cibo, più imballaggi

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Il fatto, però, che i cibi vengano confezionati in porzioni sempre più piccole pone un importante questione legata alla produzione di rifiuti e al conseguente impatto ambientale. È ancora il Rapporto Coop a sottolineare questa criticità: “gli imballaggi in plastica sono utilizzati in massima parte per i prodotti food&beverage (76% del totale), con una prevalenza assoluta del comparto alimentare delle bevande (3 imballaggi su 4).” Questa dinamica è alimentata dalla tendenza ad acquistare monoporzioni e, più in generale, prodotti confezionati al posto di quelli sfusi, che si trovano con sempre più frequenza anche nella grande distribuzione.

Certo la tipologia di imballaggio può fare la differenza in un’ottica di sostenibilità. L’utilizzo, ad esempio, di sola plastica ha un impatto sull’ambiente molto più alto di un packaging ibrido almeno parzialmente compostabile. Non mancano, come abbiamo visto anche al SANA 2019, gli investimenti nella ricerca di materiali alternativi che possano garantire una buona conservazione dei cibi e un impatto ambientale ridotto. Come ha ricordato sempre a Bologna Marco Versari, presidente di AssoBioPlastiche: “la sfida dell’innovazione per noi è sulle materie prime: superare la soglia del 50% di rinnovabili per produrre film pacciamante e selezionarne il 100% OGM free.”

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Monoporzioni: un vantaggio contro lo spreco alimentare?

L’acquisto delle monoporzioni, d’altro canto, può rappresentare anche una scelta sostenibile nell’ottica di una riduzione degli sprechi alimentari, un tema sempre più presente nella quotidianità delle famiglie italiane. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2020 di Last Minute Market/Swg, lo scorso anno c’è stata una diminuzione del 25% delle eccedenze alimentari gettate nelle case dei consumatori. Questo miglioramento delle abitudini consentirà un risparmio di ben 1,5 miliardi di euro: infatti, secondo i dati del primo osservatorio sul tema, lo spreco alimentare costa oggi 4,90 € alla settimana, mentre nel 2019 la cifra si assestava intorno ai 6,60 €. 

Quale potrebbe essere il ruolo dei cibi in confezione monodose? In primo luogo, una delle buone pratiche per una quotidianità a ridotta produzione di rifiuti è proprio acquistare solamente i prodotti e i cibi che si è sicuri di consumare. Le persone che vivono da sole o le famiglie molto piccole possono beneficiare delle monoporzioni, evitando così di gettare nella spazzatura parte del cibo perché non consumato in tempo ormai scaduto.

Il Norwegian Institute of Food Nofima, invece, ha analizzato e comparato l’impatto ambientale dello spreco di cibo con quello degli imballaggi. Ciò che emerge dalla ricerca è che, se smaltiti correttamente, gli imballaggi non hanno ripercussioni rilevanti. I ricercatori concludono, dunque, ribadendo come l’utilizzo delle monoporzioni possa essere una delle strategie o delle modalità per le famiglie e le persone che ne possono aver bisogno per prevenire lo spreco alimentare.

 

Quello delle monoporzioni, dunque, non è soltanto un trend commerciale, ma può trasformarsi, facendo scelte sostenibili, in una buona scelta utile a livello sia personale che collettivo. Ci avevate mai pensato?

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