La seconda edizione della Milano Beer Week è andata alla grande. Dal 21 al 27 settembre sono stati ben trenta i locali in città che hanno animato le serate con degustazioni guidate, cene in abbinamento, concorsi, concerti e incontri didattici.
Protagonista non solo il pubblico ma i tanti birrai italiani e stranieri, gli esperti e i gestori dei locali che hanno valorizzato birre e birrifici durante l’intera settimana brassicola. È stato il primo festival birrario “diffuso” organizzato in Italia e ispirato alle tante Beer Week che ogni anno si tengono negli Stati Uniti. “Il valore della Milano Beer Week” – ha sottolineato l’ideatore dell’evento, il giornalista Maurizio Maestrelli – “risiede da un lato nel voler coinvolgere quanta più gente possibile in un mondo, quale è quello delle birre, che inizia dalla terra, dall’agricoltura, e termina nel boccale sul bancone del pub. Vogliamo dar loro la possibilità di scoprire un caleidoscopio di tradizioni differenti, di colori, aromi e gusti diversi; un mondo che è frutto della tecnica ma anche, e soprattutto, della creatività del birraio”.
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I patrocini prestigiosi della Milano Beer Week 2015
Ed effettivamente è stato davvero piacevole ed interessante vivere sette giorni, o anche solo due per i meno tenaci, in cui condividere la passione e la valorizzazione delle birre d’autore. L’importanza della Milano Beer Week 2015 è stata rafforzata da due patrocini prestigiosi arrivati dalle associazioni più importanti e rappresentative del settore: Assobirra, l’Associazione degli Industriali della Birra e del Malto, con la quale l’evento milanese ha sposato la campagna “Rivoglio la mia birra” per protestare contro l’eccessiva tassazione, e Unionbirrai, associazione dal 1997 al fianco della categoria dei piccoli imprenditori che negli ultimi vent’anni sta crescendo in maniera vertiginosa.
Cosa ci è piaciuto di più: il birrificio la Fucina al Lambiczoon
A noi è piaciuto particolarmente l’appuntamento di mercoledì presso il celeberrimo Lambiczoon durante il quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il birraio ospite della serata: Angelo Scacco del neonato birrificio La Fucina. Una nuova e valida realtà birraria che da lustro e colore ad un Molise che dal punto di vista brassicolo ha ancora molto da dare.
Angelo ha alle spalle dieci anni di homebrewing e nel 2012 decide di tentare il passo della beerfirm. Un tentativo azzeccato tanto da portarlo, insieme al socio Giovanni di Salvo, ad aprire nel 2014 l’attuale birrificio di Pescolanciano nella provincia di Isernia. Il 7 settembre dello stesso anno il nuovo impianto da 1000 litri è tra le mura del piccolo laboratorio di produzione (insieme ai sei fermentatori) e appena tre giorni dopo, il 10 settembre 2014, La Fucina entra ufficialmente in produzione con la sua prima cotta.
Dal fabbro a “La Fucina”: il racconto di Angelo Scacco
“La Fucina era originariamente il laboratorio del fabbro in cui venivano forgiati strumenti e utensili di ogni tipo. Col passare degli anni il termine fucina ha rappresentato un vero e proprio laboratorio in cui operavano artigiani o addirittura alchimisti sempre intenti a sperimentare o a creare nuove leghe ed elementi. Proprio come le figure che popolavano le fucine medievali, noi nel nostro birrificio vogliamo cercare di rendere possibile ciò che sembra impossibile”, racconta Angelo.
Ed è con questo spirito che vengono prodotte le 9 birre e sperimentate le oltre 200 ricette. E solo qui poteva la nascere una birra realizzata esclusivamente per il paese di Pescolanciano e i suoi settecento abitanti. Una birra creata su misura dei concittadini, una birra da referendum: interpellata la popolazione sulle preferenze di colore, profumo, gusto, e addirittura sulla scelta dell’etichetta, è venuta fuori la Pescolanciano ComunAle. E siccome non è affatto un’operazione di marketing, l’unico modo per assaggiarla è recarsi in loco perché non la troverete su nessun scaffale.
Birrificio La Fucina
Corso Garibaldi 62
86097 – Pescolanciano (IS)
facebook.com/birrificiolafucina
twitter.com/birralafucina
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