Giornale del cibo

Pesce contaminato: il Ministero ritira altri lotti

Non è la prima volta che vi parliamo di metalli negli alimenti e sicurezza alimentare. Già nel 2015 la Coldiretti aveva descritto una situazione preoccupante basata su un sistema di allerta europeo (Rasff) e nel mirino erano finite anche grandi marche del settore alimentare e diversi tipi di alimenti. Tra questi i prodotti ittici, in particolare tonno e pesce spada provenienti dalla Spagna e il tanto discusso pangasio inquinato del Vietnam, di cui ci siamo occupati anche qualche mese fa. Dopo il caso di marzo, in cui il Ministero della Salute italiano aveva diffuso un avviso per segnalare un eccessivo livello di mercurio nel pesce spada di alcuni lotti, poi ritirati, qualche giorno fa l’avviso di richiamo ha riguardato, invece, un lotto di tonno.

Istamina nel tonno: ritirato lotto di origine spagnola

tonno mercurio

L’ultimo richiamo del Ministero, del 4 luglio scorso, ha riguardato il filone tonno pinne gialle qualità extrataglio misto, del marchio Trivaris.  Il rischio chimico, esclusivamente in relazione al lotto T154-17 con scadenza 01/11/18, in questo caso, è rappresentato dall’istamina, presente oltre il limite previsto.

L’istamina è la sostanza responsabile del cosiddetto “mal di sushi“, o sindrome sgombroide, provocato dal pesce mal conservato. È il prodotto di degradazione dell’istidina, presente nel tonno, ma anche in altre specie come acciughe e sgombri. Se non viene rispettata la catena del freddo nel trasporto del pesce, o se questo viene mal conservato, soprattutto con l’aumentare della temperatura attorno ai 20° – 30°, possono proliferare batteri che favoriscono la formazione dell’istamina, considerata tossica in elevate quantità.

In questo caso il lotto ritirato è stato prodotto dall’azienda spagnola Trivaris, che commercia pesce fresco, surgelato e disidratato.

Sindrome sgombroide: sintomi

I sintomi di intossicazione da istamina sono:

Oltre ai rischi legati all’istamina, sostanza che resiste al calore, vi abbiamo parlato spesso della contaminazione da metalli pesanti di alcuni pesci, soprattutto di taglia grande, motivo per cui, spesso, medici e nutrizionisti consigliano di preferire pesce azzurro, piccolo.

Mercurio nel pesce: ritirati lotti di surgelati

Fonte: www.salute.gov.it

Riguardo al richiamo del 10 marzo scorso, il Ministero parlò di rischio chimico, dovuto alla presenza di mercurio oltre i limiti in 10 lotti di trance di pesce spada di origine coreana della Effeti Surgelati Srl, azienda toscana.
La segnalazione sul sito ministeriale fa parte di un nuovo sistema di informazione ai consumatori, entrato in vigore a gennaio 2017 per cui il Ministero ha reso disponibile una specifica area del portale per la pubblicazione dei richiami degli OSA, ovvero gli operatori del settore alimentare responsabili della sicurezza degli alimenti. I lotti ritirati presentavano una concentrazione di mercurio superiore a 1 mg/kg peso fresco e questo, secondo la procedura, ha fatto scattare le misure di ritiro e di richiamo.

Metalli pesanti: una forte esposizione

Parlando di intossicazione da metalli pesanti e del caso pilota di Caserta, vi abbiamo raccontato di come siamo soggetti ad un forte accumulo perché essi si trovano non solo in molti alimenti, ma anche nelle falde acquifere e nell’aria. Le conseguenze in alcune zone fortemente contaminate, come accade nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, sono a carico della salute, con la comparsa di disturbi diversi, tra cui anche tumori. I fatti di cronaca più noti hanno riguardato fette biscottate, croissant, surgelati e merendine, i cui resti metallici avevano mandato all’ospedale una bimba nel salernitano, ma si parla sempre più spesso anche di intossicazioni da pesce crudo, a causa del parassita anisakis, o di eccesso di istamina negli alimenti.

I metalli pesanti sono ampiamente utilizzati nei farmaci, in agricoltura e nell’industria, nonostante in dosi elevate siano considerati tossici. In particolare, il pesce può contenere metalli pesanti, per cui il consiglio dei medici che hanno condotto lo studio di Caserta per disintossicarsi attraverso la dieta, è quello di prediligere pesce azzurro di piccola taglia, come sardine, sgombro e alici, in linea con quanto hanno scelto di fare molti comuni delle Marche nelle loro mense scolastiche con il progetto “PappaFish”.

Intossicazione da mercurio: i rischi

La forma organica del mercurio, ovvero il metilmercurio è quella maggiormente assorbita dall’uomo, attraverso il consumo di prodotti ittici e anche la più tossica. In Italia avviene abbastanza spesso che vengano ritirati lotti fuori legge per l’eccessiva concentrazione di mercurio, rischiosa per la salute. Si tratta soprattutto di specie o tipologie di grandi dimensioni di tonno, smeriglio, palombo e pesce spada, spesso proveniente dalla Spagna, pescato nel Mediterraneo e molto utilizzato nelle regioni del Nord Italia. L’intossicazione da mercurio può causare:

per cui spesso ci si è chiesti come regolarsi, soprattutto con donne in gravidanza o bambini, se si vuole beneficiare dei preziosi grassi polinsaturi Omega-3 presenti nel pesce, senza incorrere in effetti nocivi. Vediamo a riguardo il parere di due voci autorevoli.

Mercurio nel pesce: cosa dice la comunità scientifica?

Il parere dell’Autorità per la Sicurezza Alimentare Europea (EFSA)

Per valutare i rischi e i benefici del consumo di pesce, che continua a essere consigliato in molte diete salutari in tutta Europa, l’EFSA nel 2015 ha dichiarato che è sufficiente limitare quelle specie ittiche ad alto contenuto di metilmercurio (pesce spada, luccio, merluzzo, o tonno di grande dimensione, come quello pinna rossa). Inoltre, in altri suoi pareri l’organismo europeo ha indicato come dosi settimanali tollerabili (WTI) di metilmercurio un valore pari a 1,3 microgrammi per Kg di peso corporeo, continuando a indirizzare i cittadini europei a consumare pesce dalle 2 alle 4 volte alla settimana, per beneficiare degli effetti positivi sul sistema neurologico e cardiovascolare, anche perché sembrerebbe che l’effetto degli Omega-3 contrasti quello del metilmercurio. Inoltre l’EFSA in una nota del 2012 sostiene che “l’esposizione nelle donne in età fertile è stata oggetto di particolare considerazione, ma non sono state riscontrate differenze rispetto agli adulti in generale. L’esposizione al mercurio attraverso gli alimenti nelle persone con consumo elevato e frequente di pesce è risultata, in generale, circa doppia rispetto alla popolazione totale”. A tal proposito si è espressa anche la Fondazione Veronesi.

Cosa ne pensa la Fondazione Umberto Veronesi

La Fondazione, che si occupa di ricerca in campo scientifico, con particolare attenzione alla prevenzione oncologica, in passato si era posta il problema se fosse più utile beneficiare degli effetti positivi del consumo di prodotti ittici, o se non bisognasse limitarli per via degli effetti negativi dei metalli contaminanti. Intervistando per il loro portale Patrizia Cattaneo, direttore della scuola di specializzazione in ispezione degli alimenti di origine animale all’università di Milano, la risposta era stata che effettivamente i pesci che contengono più “grassi buoni” Omega-3, sono gli stessi con maggiori concentrazioni di mercurio. Tuttavia, un consumo saltuario non espone a intossicazione e, comunque, l’indicazione è sempre quella di scegliere pesce azzurro di piccola taglia, consiglio rivolto soprattutto alle donne in gravidanza, per scongiurare rischi per il feto.

Dieta detox

Rispetto al tema del mercurio nel pesce, generalmente, quello d’allevamento risulta più sicuro e meno contaminato, tuttavia per stare più tranquilli può essere utile anche ricordare l’importanza di una dieta per disintossicarsi dai metalli pesanti, basata su:

Il nuovo lotto ritirato per eccesso di istamina e la contaminazione del pesce, ci riportano al tema delle frodi ittiche, per cui, soprattutto in estate, potrebbe interessarvi leggere il nostro articolo su come riconoscere il pesce fresco. Diversamente, per depurarvi non sottovalutate le proprietà della curcuma o i benefici di acqua e limone.

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