Giornale del cibo

Marcello Leonardi di CIRFOOD racconta le nuove sfide del food service

BearFotos/shutterstock.com

 

La pandemia da Covid-19 ha trasformato profondamente la vita degli italiani e molto è cambiato anche nella quotidianità e sul lavoro. Lo smart working ha imposto a molte persone di restare a casa, lontane dagli uffici, dalla socialità, dall’offerta della mensa aziendale e dei servizi di welfare e dagli spazi abitualmente utilizzati per la pausa pranzo.

Questo il focus principale dell’approfondimento #NuovaPausaPranzo, promosso dall’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, insieme a Il Giornale del Cibo, in collaborazione con Nomisma. Un percorso che ci accompagnerà fino a giugno e che ci ha già permesso di ascoltare il punto di vista di Carlo Scarsciotti, presidente di ORICON, riguardo  il ruolo strategico della ristorazione collettiva.

Avendo l’opportunità di avere un punto di osservazione privilegiato sul settore, abbiamo voluto ascoltare anche la voce delle imprese della ristorazione collettiva per capire in che modo si stanno adattando ai nuovi bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici. Per questo, intervistiamo Marcello Leonardi, National Key Account Director della Ristorazione Aziendale CIRFOOD.

Mensa aziendale e welfare: tra qualità dell’offerta, sostenibilità e innovazione tecnologica

La pausa pranzo, dunque, è mutata e con essa anche le aziende del settore. I due anni appena trascorsi hanno segnato una cesura profonda ed è interessante osservarla per poterne comprendere gli sviluppi.

CIRFOOD è  l’impresa leader nella ristorazione collettiva in Italia (Fonte: Cerved-Databank Dicembre 2021) e recentemente, ha presentato il Piano Strategico 2022 – 2025 che delinea le direzioni chiave per rispondere alle sfide della ristorazione e del welfare del futuro, in ottica innovativa e sostenibile.

 

Dottor Leonardi, partiamo proprio dalla strada compiuta fino ad oggi. Rispetto al 2019, dunque, lo scenario della ristorazione aziendale è mutato. Può raccontarci in che modo è cambiato e quali sono le caratteristiche dell’offerta del comparto oggi?

M.L. “Gli ultimi anni sono stati senza dubbio complessi ma, allo stesso tempo, hanno posto nuove sfide alle imprese del foodservice. Parlando del rapporto tra pandemia e ristorazione aziendale, credo sia opportuno fare una distinzione tra comparto Business (ad esempio servizi bancari, assicurativi…) e Industry (i cosiddetti “blue collar”).

Per le persone che lavorano in ambito più “impiegatizio”, in questi due anni il ricorso all’home working è stato certamente massiccio, con una conseguente diminuzione del servizio di ristorazione aziendale. Questi lavoratori sono stati i più penalizzati, avendo visto venir meno un servizio fondamentale come la pausa pranzo in ufficio, che garantisce benefici in termini nutrizionali, di tempo e di spazi per la socializzazione. Sappiamo che lo smart working diventerà strutturale, nei prossimi anni, ma auspichiamo venga regolamentato, affinché vi sia una maggiore attenzione nei riguardi dei dipendenti, con servizi di welfare adeguati, che rispondano al benessere di tutti.

Nell’ambito “industry”, invece, il racconto dei due anni appena trascorsi è totalmente diverso: il servizio di ristorazione aziendale è stato fondamentale per permettere alle imprese considerate “essenziali” di continuare a garantire il pasto ai propri lavoratori, anche nei momenti più difficili della pandemia.

Contemporaneamente, pranzare in azienda, ha consentito grande sicurezza e pieno rispetto delle disposizioni normative: da sempre, infatti, ogni nostro servizio è costruito in modo sartoriale sulle esigenze dei nostri clienti e, anche in questo caso, non abbiamo fatto mancare qualità, innovazione e capacità di ascolto, tra le principali caratteristiche di CIRFOOD.

Con la fine dello stato di emergenza, auspichiamo che molte persone possano tornare a vivere a pieno il diritto della pausa pranzo in azienda, in entrambi gli ambiti professionali citati. CIRFOOD è pronta a offrire i suoi servizii di ristorazione a tutte quelle realtà che credono nella sana alimentazione e nel benessere dei propri collaboratori in azienda.”

 

Quali sono, d’altro canto, i bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici oggi rispetto al servizio di ristorazione aziendale? Che cosa cercano e cosa si aspettano?

M.L. “Una ristorazione aziendale di qualità contribuisce ad aumentare il benessere di ogni dipendente, non solo in termini nutrizionali, ma anche favorendo momenti di relazione e convivialità, migliorando le performance e ottimizzando il tempo di lavoro.

Oggi più che mai i dipendenti delle imprese cercano questi aspetti, oltre che consigli nutrizionali accanto a una forte attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza e a innovazioni tecnologiche che permettano una fruizione più flessibile della pausa pranzo.

In quest’ottica, CIRFOOD ha scelto di investire in un progetto innovativo che possa affiancare e integrare la classica ristorazione aziendale e, allo stesso tempo, portare questo importante servizio di welfare anche in quelle aziende che non possono attivare una cucina interna.

Questo progetto si chiama QUBì ed è un format di ristorazione kitchenless che rende semplice e flessibile il momento del pranzo, grazie alla combinazione di diversi elementi di servizio e all’utilizzo di tecnologie su misura come App e smart Locker

Dal suo punto di osservazione, quali sono gli elementi necessari e quali le soluzioni digitali in ambito food service che vanno nella direzione di rispondere a queste nuove esigenze?

M.L. “L’alta qualità, la territorialità e la sostenibilità della nostra offerta gastronomica, unite alla professionalità di tutte le persone che lavorano nei ristoranti aziendali, sono oggi elementi imprescindibili nel mondo del food service.

Oltre a ciò, la pandemia ha certamente accelerato tutti i progetti che portano nuove tecnologie e digitalizzazione all’interno dei locali.

L’innovazione è da sempre nel DNA di CIRFOOD e da tempo sono molte le App che accompagnano e semplificano l’experience dei nostri consumatori, ma tra il 2020 e il 2021 abbiamo scelto di implementarle ulteriormente, per rispondere ai bisogni emergenti.

Un esempio, oltre a QUBì, è Appetie è la nuova App pensata per i dipendenti delle aziende a cui CIRFOOD fornisce il servizio di ristorazione. Uno strumento integrato e innovativo, che si adatta alle esigenze dei suoi utenti dando loro la possibilità di avere, ogni giorno, il pieno controllo della propria alimentazione in azienda e di essere partecipi del miglioramento del servizio.”

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Per le imprese, che valore e quali vantaggi può portare nel contesto post Covid-19 investire sulla ristorazione aziendale? Possiamo considerarla a tutti gli effetti un servizio di welfare aziendale?

M.L. “Investire sulla ristorazione aziendale significa investire sul benessere delle persone: secondo molte ricerche, infatti, la pausa pranzo in azienda è e rimane tra i servizi di welfare più graditi dai dipendenti.

La ristorazione aziendale ha un valore sociale imprescindibile: consente momenti di relazione e convivialità, una dieta varia ed equilibrata ed è un valido supporto anche nella gestione del corretto bilanciamento tra vita e lavoro.

A tal proposito, la ricerca condotta da Nomisma per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, che presenteremo nelle prossime settimane, evidenzia l’estrema fiducia nei confronti del servizio di ristorazione aziendale e dà voce ai molti lavoratori che tutt’oggi lo ritengono un benefit essenziale, sia in ambito business che in ambito industry.

La pandemia ha cambiato profondamente molte dinamiche della nostra vita e io credo sarà sempre più importante per le imprese offrire ai propri dipendenti servizi di welfare che sappiano migliorare la qualità di vita delle persone, nel rispetto dell’ambiente. E i servizi CIRFOOD vanno in questa direzione.”

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