Melangolo

melngolo e confettura

di Mara Briganti.

Conosciuto anche come arancia amara o di Siviglia, il melàngolo è una piccolo agrume dal colore rosso intenso dal particolare gusto agrodolce. L’albero si distingue da quello dell’arancio dolce a prima vista: basta notare le spine più lunghe all’ascella delle foglie, il profumo più intenso di foglie e fiori, e la buccia più colorata e ruvida, ma allo stesso tempo sottilissima, del frutto.

L’agrume in questione trova molteplici utilizzi in cucina e in erboristeria, ma non è consumabile allo stato fresco; forse anche per questo motivo non è di facile reperibilità. Ma per i cultori della buona cucina è di fondamentale importanza sapere che questa rarità si trova nei mercati solo da inizio gennaio a fine febbraio ed è quello il momento adatto per acquistarlo. Nonostante il particolare sapore, con l’arancia amara si fanno ricette di respiro internazionale…

in cucina

Il melàngolo è indispensabile per la corretta preparazione di due ricette, entrambe straniere, ma decisamente conosciute. La prima è l’Anatra all’Arancia, il cui inconfondibile sapore è dovuto alla Bigarade (il nome francese del melangolo); mentre in Inghilterra la marmellata fatta con questo frutto ha un nome proprio, “marmalade”, che la distingue da tutte le altre, chiamate comunemente “jam”. L’uso dell’arancia di Siviglia e delle essenze derivate è inoltre largamente diffuso in pasticceria, soprattutto nella versione candita; la ritroviamo anche in molti liquori amari, grazie alle apprezzate proprietà toniche della sua scorza.

Dalle foglie e dai fiori dell’albero si ricavano inoltre due famose essenze, dette Petit grain e Neroli. La prima viene utilizzata soprattutto in erboristeria e profumeria; mentre la seconda trova applicazione anche in pasticceria, liquoreria, e farmacia. L’olio essenziale di Neroli era di uso comune anche nel Medioevo, quando veniva chiamato acqua nanfa; il nome odierno è dovuto alla duchessa Anna Maria Orsini di Bracciano, detta di Nerola, che durante il XVII quando iniziò a diffonderlo nel Lazio in forma di acqua distillata.

in erboristeria

I primi impieghi del melàngolo come rimedio curativo risalgono all’anno 1000, quando gli arabi lo importarono in Sicilia. All’epoca le scorze venivano usate per la cura dello scorbuto, una malattia molto diffusa e dovuta alla carenza di vitamina C; con la polpa, invece, si facevano impacchi per aiutare la cicatrizzazione delle ferite. Oggi l’arancio amaro viene impiegato molto spesso nella medicina alternativa nella cura delle malattie cardiovascolari o, in forma di tisane, per i problemi legati a digestione e inappetenza. Nell’aroma terapia serve per alleviare gli d’ansia.

curiosità

L’albero di questo frutto molto spesso è il portinnesto di altri agrumi. Una varietà molto rara è il Citrus aurantium bizzarria, una pianta in grado di produrre frutti sia dell’arancio amaro che del limone cedrato.

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