Sono molti gli alimenti e i cibi che hanno origine molto lontano dall’Italia e che troviamo sempre più spesso sugli scaffali dei supermercati. Basti pensare, per fare qualche esempio, alle bacche di goji, alla moringa o anche a spezie come la curcuma e il curry. Oltre a sapori nuovi che arricchiscono preparazioni tradizionali, questi alimenti portano con sé anche proprietà decisamente interessanti e profili nutrizionali che determinano il loro successo. Dedichiamo, dunque, la nostra attenzione ad un frutto di origine sudamericana di cui, siamo sicuri, sentirete molto parlare: la lucuma. Di cosa si tratta e quali sono le sue proprietà? Scopriamolo subito.
Lucuma: caratteristiche e composizione
Lucuma è sì il nome del frutto, ma anche quello dell’albero, parte della famiglia delle Sapotaceae, originario di Perù, Cile ed Ecuador. Si tratta di un frutto di forma ovale e dalla polpa di colore arancio: a piena maturazione all’interno risulta asciutto e farinoso, mentre all’esterno resta sodo.
Alcuni la associano, sia per il gusto che per la consistenza, a un mix di sciroppo d’acero e patata dolce, per altri la lucuma assomiglia piuttosto a un uovo, ad altri ancora da cotta ricorda la zucca. In ogni caso, le sue proprietà per la salute sono note sin dai tempi antichi, al punto che viene definita anche “oro degli Inca”.
Dal punto di vista nutrizionale, la lucuma è ricca di:
- vitamine B1, B2, B3 e B5
- potassio
- ferro
- calcio
- fosforo
- fibre
- carboidrati
- betacarotene.
Proprietà della lucuma
Non sono molte le pubblicazioni scientifiche dedicate alle proprietà della lucuma, tuttavia la sua composizione già suggerisce alcuni elementi che rendono questo frutto particolarmente interessante. In primo luogo, infatti, l’assenza di glutine fa sì che sia un alimento indicato per chi soffre di celiachia, intolleranza o sensibilità a questo elemento.
Il basso indice glicemico, inoltre, rende la lucuma adatta anche a soggetti diabetici, mentre la presenza di fibre fa di questo frutto un potenziale alleato dell’apparato gastrointestinale. La niacina, invece, contribuisce a mantenere stabili i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Infine, una ricerca dell’Università del New Jersey pubblicata nel 2010 sostiene che l’estratto di lucuma abbia un potente effetto antiossidante e antinfiammatorio, in particolare contrastando l’invecchiamento cutaneo.
Come utilizzare la lucuma?
Viste le caratteristiche e le proprietà della lucuma, è tempo di scoprire come impiegarla in cucina. Si può consumare il frutto crudo, cotto oppure in polvere: generalmente si usa quando è molto matura per preparare torte, gelati, frullati, ma anche centrifugati ed estratti molto colorati. Alcune testimonianze riportano come la lucuma venisse utilizzata per preparare i dolci in Perù già nell’era precolombiana.
Un’alternativa è quella di utilizzarla come dolcificante, al pari della stevia. La polvere di lucuma, quindi, può essere aggiunta a bevande calde, ma anche allo yogurt e in tutte le preparazioni che richiedono generalmente lo zucchero. Attenzione alle dosi: un cucchiaino di polvere di lucuma, infatti, corrisponde a due di zucchero!
Tuttavia, non è il solo dolcificante naturale che possiamo impiegare: infatti, qualche tempo fa abbiamo intervistato professor Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione dell’Università di Bologna che ci ha spiegato come scegliere la migliore alternativa. Voi conoscevate già questo frutto sudamericano?
N.B. Le informazioni di carattere generale contenute in questo articolo sono supervisionate da una biologa nutrizionista. Non sostituiscono le indicazioni del proprio medico.