Il 14 settembre 2017 si è festeggiato il primo anno della legge italiana sullo spreco alimentare. Una legge necessaria, che, a differenza di quella francese, si basa su incentivi e sburocratizzazione e che sembra dare i primi risultati positivi.
Infatti, viene trasversalmente apprezzato il fatto che promuova il riuso e permetta la donazione delle eccedenze alimentari ad associazioni di volontariato, semplificando le procedure per la raccolta e la donazione, prevedendo sgravi fiscali e bonus che hanno già attivato un circuito virtuoso. Tuttavia, ogni anno nel mondo si sprecano ancora 1,3 miliardi di tonnellate di cibo e l’Italia partecipa ogni mese buttando 2,4 kg di prodotti alimentari, secondo gli ultimi dati del rapporto Waste Watcher 2016 (l’Osservatorio nazionale sugli Sprechi). Il dito viene puntato sui cittadini, perché è proprio tra le mura domestiche che si butta via la maggior parte del cibo (42% dello spreco alimentare europeo).
Per questo, oltre a una buona legge, è importante puntare ancora molto sull’educazione al non spreco, sia nelle scuole, dove crescono iniziative di sensibilizzazione come “Il cibo non si butta”, attiva nel Comune di Capannori, e nelle case, dove ognuno può dare il proprio piccolo contributo con gesti quotidiani, imparando le buone pratiche del “Quanto Basta”. Non si tratta solo di una filosofia di vita, ma di un vero e proprio manuale, edito da Mondadori, scritto dalla scienziata ambientale, blogger e scrittrice, Lisa Casali, che abbiamo intervistato, dopo averla già conosciuta qualche anno fa, quando ci aveva insegnato come cucinare con la lavastoviglie.
Quanto Basta: come azzerare gli sprechi in casa, divertendosi
In più occasioni Lisa Casali, testimonial WWF e Ambassador per MSC pesca sostenibile, ha raccontato attraverso il suo blog Ecocucina, ospitato per anni da D di Repubblica, ma anche attraverso partecipazioni a programmi RAI e radio, la sua passione per l’ambiente, il cibo e i fornelli, prima per studio, poi per lavoro. “Contribuire a ridurre l’impatto ambientale è la mia missione” racconta, “motivo per cui ho seguito con grande interesse il percorso della legge italiana, anche nella sua applicazione, accompagnando Maria Chiara Gadda (prima firmataria della legge – n.d.r.) in un tour in giro per l’Italia per promuovere la cultura del non spreco, dal momento che la legge non può entrare nelle case delle persone”.
Quali sono, quindi, i segreti che ognuno di noi può imparare per dare il proprio contributo? “Dietro allo spreco di cibo, da scienziata ambientale, vedo soprattutto l’inutile sfruttamento di risorse naturali, utilizzate prima per trasformare tanti alimenti e, successivamente, per andare a smaltire quello stesso cibo buttato”. La consapevolezza dello spreco alimentare, dovrebbe, quindi, partire da qui, tuttavia, ad un livello più quotidiano, ci sono tante azioni concrete che possiamo realizzare.
In “Quanto Basta”, manuale interattivo sul cibo, Lisa Casali illustra 3 tappe, attraverso le quali costruire la propria piccola rivoluzione per azzerare gli sprechi, ovvero: come mangiare, come fare la spesa e come gestire le scorte. Perché?
Innanzitutto, la scienziata e blogger sottolinea come il problema non è solo il cibo avanzato, ma è un processo che parte molto prima, a monte. Infatti, “il non spreco inizia con le nostre scelte alimentari, si concretizza nel nostro modo di fare la spesa e può essere reso ancora più virtuoso dalle modalità con cui conserviamo il cibo”.
Da qui l’idea di un libro che contenesse questi tre pilastri, ma che fosse anche molto interattivo e personalizzabile, poiché ognuno di noi ha un rapporto unico con il cibo: c’è una componente emotiva, affettiva, consolatoria, di tradizioni familiari, e questo fa sì che non ci sia “nulla di più difficile che far cambiare alle persone le proprie scelte alimentari”, racconta la scrittrice.
“Quanto Basta”, nasce, quindi per aiutare le persone a innescare cambiamenti positivi e mangiare in modo più salutare e sostenibile risparmiando, senza andare a penalizzare determinati cibi, o valorizzandone altri, ma proponendo un metodo. A partire dalla capacità di analizzare cosa è veramente essenziale e cosa, invece, è superfluo, ma anche riconoscendo quali sono gli ostacoli e le soluzioni possibili al cambiamento, in base alle esigenze specifiche di ognuno. Per aiutare le persone, infatti, sottolinea la blogger, “occorre fare le domande giuste, non per forza proporre soluzioni standardizzate”.
Come mangiare
Da dove si parte, quindi? Lisa Casali ci ricorda che bisogna imparare a riconoscere cosa è essenziale nelle nostre scelte alimentari. Per aiutarci a farlo, nel libro ci sono tre guide: un ambientalista, la salutista e un “risparmione” ai quali Lisa si rivolge, chiedendo loro di stilare la loro personale lista di cosa non può mancare in cucina. Confrontandole, emerge che ciò che è veramente essenziale per tutti, rispetto al cibo e all’alimentazione, è rappresentato dal mondo vegetale: “frutta, verdura e semi oleosi non devono mai mancare in nessun pasto e sono quelli che portano i maggiori benefici al nostro organismo”, spiega l’intervistata. Tutto il resto può essere aggiunto o integrato, magari andando a ricercare specifiche eccellenze alimentari. Sempre ricordandosi di mangiare “quanto basta” e facendo attenzione alla stagionalità di frutta, verdura e pesce, che andrebbero consumati freschi (l’essenziale) e solo in emergenza o occasionalmente lavorati o surgelati.
Tenere a mente il criterio dell’essenzialità, permette di beneficiare al massimo delle proprietà dei cibi, che riguarda anche la loro forma migliore: ad esempio, Lisa Casali spiega che “andrebbero consumati alimenti integrali, come cereali in chicchi, piuttosto che prodotti da forno già lavorati, ma anche farine poco raffinate e legumi freschi, se sono disponibili, poi, a seguire, secchi o surgelati”. Questo approccio al cibo contribuisce alla salute dell’ambiente e anche alla nostra, potendo godere degli alimenti nella forma che ci restituisce il loro maggiore potenziale.
Come fare la spesa
Nel libro vengono fornite anche indicazioni di quantitativi reali per stilare la propria “lista della spesa perfetta”, perché “per un miglior utilizzo delle risorse è importante portare a casa solo ciò che serve”, sottolinea Lisa Casali. Si tratta di imparare un metodo che permetta di fare acquisti in modo organizzato e razionale, preparando una lista della spesa settimanale che tenga conto di:
- alimenti essenziali che non devono mancare (per poi aggiungere qualche eccezione, se siamo sicuri di poterla consumare)
- quanti pasti consumeremo a casa nella settimana, senza comprare scorte infinite di cibo, delle quali spesso ci dimentichiamo
- quante persone siamo in casa a doverci nutrire con quella spesa.
“In questo percorso la prima volta magari si impiegherà mezz’ora a stilare la lista della spesa, poi sempre meno, man mano che si acquisirà un metodo, ma è tempo ben investito, poiché fare bene la lista della spesa aiuta a comprare solo ciò che veramente serve, a consumarlo completamente e, quindi, anche a risparmiare tempo e denaro”, evidenzia la blogger. “Io consiglio di comprare frutta e verdura fresca ogni settimana, anche per godere appieno delle loro proprietà, e il secco, come cereali, legumi e semi oleosi, una volta al mese”.
Cambiare il metodo con cui si fa la spesa, significa inoltre sperimentare nuovi luoghi d’acquisto, diversi dal supermercato sotto casa, rivolgendosi, ad esempio, ai gruppi di acquisto, alla vendita diretta o online, al progetto dell’Alveare che dice sì. Si tratta di realtà che permettono di accorciare la filiera, comprando davvero solo ciò che cerchiamo e che ci serve.
Come gestire le scorte
“A volte, errori nella conservazione possono accorciare la vita di un alimento”, sottolinea Lisa Casali. Infatti, al di là dei cibi freschi, che hanno una scadenza che fa riferimento alla loro sicurezza, ci sono molti alimenti secchi, come cereali o pasta, che “se ben conservati, potrebbero potenzialmente non scadere mai”. Tuttavia, una cattiva gestione delle scorte può compromettere la loro durata: “è quanto avviene, ad esempio, con i parassiti che si sviluppano nelle farine conservate in luoghi umidi, o con l’olio extravergine che se esposto alla luce o al calore, si deteriora, irrancidisce e diventa tossico”, sottolinea la scienziata ambientale. Il modo in cui trattiamo il cibo, quindi, è decisivo se si vuole contribuire alla lotta allo spreco alimentare.
Il primo consiglio, in questo senso è “essere consapevoli del cibo che abbiamo in casa, senza mai perderlo di vista”. Ecco perché in “Quanto Basta” la scrittrice consiglia di trovare un proprio metodo: facendo un inventario, una pulizia periodica del frigorifero e un riordino della dispensa, per vedere cosa abbiamo e cosa è in scadenza o in via di deterioramento, consumandolo per primo.
Infine, gestire bene le scorte, ha a che fare anche con il modo con cui cuciniamo il cibo. Ciò significa che “è molto utile valorizzare anche le parti meno nobili del cibo, utilizzando il 100% del prodotto, imparando come lavorare bucce, gambi, foglie, che sono commestibili e ricchissimi di sostanze nutritive benefiche, in particolare fitocomposti”, racconta la blogger. Per farlo vi consigliamo di leggere il nostro articolo su come cucinare gli scarti dell’estrattore, tra le tecnologie preferite e più utilizzate anche da Lisa Casali, perché “permette di trasformare parti fibrose in succhi e creme corpose, in pochissimi minuti”.
Mettendo insieme tutte queste buone pratiche, raggiungere lo spreco zero è possibile, poiché nella vostra cucina rimarranno solo i gusci delle uova e quelli della frutta secca.
Qualcuno potrebbe obiettare che per compiere questo cambio alimentare, nei suoi tre cardini cosa mangiare, come fare la spesa, come gestire le risorse, serve tempo, troppo e prezioso. Lisa Casali, tuttavia, vuole sfatare questo luogo comune: “mentre scrivevo “Quanto Basta” mi sono impegnata a non perdere mai di vista il problema del tempo. In realtà, ogni soluzione che propongo non fa perdere tempo, anzi. Dedicare un po’ di tempo alla propria alimentazione, facendo scelte ragionate, ci permette di risparmiarne nel momento in cui facciamo i nostri acquisti; dedicarsi alla lista della spesa, pianificando il menù settimanale, ci fa vivere di rendita potenzialmente per sempre, perché si possono alternare i diversi menù, riutlizzandoli a rotazione, anche risparmiando soldi”.
Insomma, questa rivoluzione in cucina necessita solo di organizzazione e volontà di cambiare, senza pigrizia, ma sono certamente moltissimi i benefici che porta, a lungo termine: per il portafoglio, per la salute, per il risparmio di tempo. Vale davvero la pena provare, no?
In attesa di chiacchierare con Lisa Casali su come cucinare anche con la lavatrice (sì, avete capito bene!), vi consigliamo di leggere alcune soluzioni per lo spreco alimentare proposte nell’hackathon “no waste”, una maratona di due giorni che lo scorso maggio ha coinvolto 60 studenti provenienti da tutta Italia con otto squadre che si sono sfidate.