Un luogo dove si respira aria di casa e si impara a conoscere la cucina proveniente da tutto il mondo. Questo è il Laboratorio di Antropologia del Cibo, in breve semplicemente LAC, inaugurato il 20 settembre nel quartiere multiculturale del Giambellino a Milano. Fitto e intenso il programma di corsi tenuti da 35 cuochi che portano con sé le loro capacità, ma anche le loro storie e le ricette dei paesi d’origine e il loro profondo valore culturale. Il LAC nasce dall’esperienza sul campo di Giulia Ubaldi, antropologa del cibo e giornalista, collaboratrice di lunga data anche de Il Giornale del Cibo e, in parte, proprio dall’incontro con il team di Migrateful, un progetto londinese di inclusione attraverso il cibo che permette a molte donne rifugiate di abbattere le barriere linguistiche e culturali. In molti, dopo aver scoperto di questa iniziativa, si sono chiesti se esistesse una versione “italiana” di Migrateful. Giulia Ubaldi ha iniziato a lavorare per costruirla, e proprio a lei abbiamo chiesto di raccontarci questa nuova ed emozionante avventura.
Laboratorio di Antropologia del Cibo, le storie dal mondo nel piatto
Il ceviche peruviano di Ernesto Edgar Espinoza Velasquez, i Mo.Mo nepalesi con Reeya, i tacos italo-messicani di Gabriel e ancora decine di proposte di laboratori dove scoprire sapori nuovi, impare tecniche e avvicinarsi alla dimensione umana di ciò che mangiamo. Questo è solo un assaggio di quanto si può trovare al Laboratorio di Antropologia del Cibo, uno spazio che assomiglia alla sua creatrice, Giulia Ubaldi, e che contribuisce a far conoscere ancor di più le storie che ama raccontare.
Tra i docenti del LAC, infatti, troviamo Anna e Yulia intervistate da Ubaldi a proposito della cucina indonesiana tradizionale, Vima portavoce dell’autentica cucina mauriziana in Italia, o ancora Donya che insieme alle sue sorelle si dedica alla pasticceria marocchina. Tutti volti e nomi conosciuti ai lettori del Giornale del Cibo: da sempre, infatti, abbiamo dato spazio a storie che parlassero di tradizioni e culture alimentari lontane dalle nostre, ma non per questo meno affascinanti o degne di essere raccontate. Non mancano, però, anche tre percorsi dedicati alle cucine regionali italiane: uno su quella milanese, uno che conduce i partecipanti alla scoperta del Cilento dove Ubaldi ha vissuto e lavorato e lungo e, infine, un altro luogo del cuore, la Liguria dell’entroterra.
Il LAC è, dunque, un luogo libero e conviviale che si rivolge a chiunque sia curioso di esplorare il mondo attraverso la cucina. I corsi, che si tengono a Milano, sono strutturati in maniera tale da insegnare tecniche e ricette, ma non soltanto: la dimensione della condivisione è parte integrante dell’esperienza. Per prenotarsi è sufficiente consultare il programma e iscriversi sul sito del LAC.
Incuriosisce anche voi aprire questa finestra sul mondo attraverso il cibo nel cuore di Milano?