Gli italiani consumano frutta e verdura più frequentemente degli altri europei, eppure non sempre sono soddisfatti delle quantità e, anzi, ne mangerebbero anche di più. I dati Eurostat e il Primo Rapporto Censis-Coldiretti confermano che un’alimentazione sana è tra le priorità dei nostri concittadini, al punto che in alcuni casi essi denunciano frustrazione perché non riescono a seguire una dieta abbastanza salutare. Vediamo allora insieme i risultati delle ultime ricerche e quali sono i consigli del Ministero della Salute con un breve decalogo per alimentarsi nel modo giusto.
Italiani leader nel consumo di frutta e verdura
L’esigenza di una dieta sana che preveda almeno cinque porzioni di frutta e verdura ogni giorno è stata ormai assimilata dagli italiani. I dati Eurostat a proposito del 2017, infatti, riconoscono ai connazionali un primato, tra tutti i paesi dell’Unione Europea: gli italiani sono quelli che mangiano più spesso frutta e verdura. Una rilevazione che conferma il trend evidenziato anche al secondo rapporto dell’Osservatorio Immagino, pubblicato nell’aprile del 2018 e relativo al 2016.
In particolare, secondo l’Eurostat, l’85% degli italiani mangia frutta almeno una volta al giorno, mentre una porzione leggermente inferiore, pari all’80% circa, consuma tutti i giorni la verdura. Le buone notizie continuano anche analizzando i dati dal punto di vista della frequenza di consumo all’interno di una stessa giornata: il 40% della popolazione mangia la frutta almeno due volte al giorno.
Si tratta, in tutti i casi, di valori molto al di sopra della media europea. Per esempio, nell’intera Unione è solo il 64% della popolazione a consumare una porzione di frutta almeno una volta al giorno, mentre il 23% assume verdura almeno due volte al giorno. Più di tre europei su dieci, invece, non mangiano né frutta né verdura quotidianamente, nonostante la diffusa consapevolezza del ruolo che questi alimenti hanno in un’alimentazione salutare e bilanciata.
Mangiare sano è una priorità
Secondo il rapporto Censis-Coldiretti sulle abitudini alimentari degli italiani di cui abbiamo già parlato, emerge tra la popolazione una vera e propria esigenza di alimentarsi in maniera salutare. L’attenzione a ciò che si porta nel piatto per sé e per la propria famiglia è tanta, testimoniata anche dal successo mediatico di nutrizionisti e dietologi capaci di trasformarsi in veri e propri influencer sui social.
Il 33% degli intervistati ha dichiarato di “seguire una dieta sana perché l’alimentazione è tra i fattori importanti per la salute”, una tendenza che si fa più forte tra anziani e laureati. L’approccio salutista emerge, non senza alcune preoccupazioni, in tutto il campione coinvolto nell’indagine: “vorrei mangiare più sano ma non ci riesco” è, infatti, l’affermazione che meglio descrive il proprio rapporto con il cibo e che genere addirittura frustrazione, in alcuni casi, di fronte al fatto di non poter misurare quanto sia effettivamente benefica la dieta che si segue.
Gli italiani mangerebbero ancor più frutta, ma solo se…
Censis e Coldiretti hanno scelto di indagare anche quali sono gli elementi che potrebbero fare la differenza nel consumo di frutta e verdura, un aspetto sul quale gli italiani non hanno dubbi: la maggioranza ne mangerebbe di più se costasse meno.
Ciò è vero anche all’interno di quella percentuale, pari al 59% degli intervistati, che è convinta di mangiare già ortaggi a sufficienza: è condivisa l’idea che si potrebbe, e dovrebbe, consumarne una quantità e una varietà ancora maggiori.
L’ABC della sana alimentazione: i consigli del Ministero della Salute
La spinta salutista degli italiani è una buona notizia, alla luce dell’importanza che l’alimentazione sana svolge nell’ottica della prevenzione di molte patologie. Tant’è che il Ministero della Salute ha elaborato delle semplici “istruzioni per l’uso” per aiutare i cittadini a orientarsi nella dieta.
È naturale che si tratta di indicazioni generali che possono essere valide per persone in buona salute senza esigenze specifiche. Al contrario, chi desidera dimagrire oppure soffre di determinate patologie è preferibile che si rivolga a un nutrizionista, un dietologo oppure un dietista che potrà proporre un piano personalizzato preparato su misura. Ugualmente, chi desidera approfondire la tematica dell’alimentazione infantile può trovare molto materiale tra gli articoli della campagna “Crescere a tavola”, tra i quali anche un test per valutare la dieta dei propri figli.
La corretta alimentazione: buone pratiche e quelle da evitare
Le regole generali del Ministero, invece, partono dall’esigenza di sottolineare come la giusta quantità di alimenti e di apporto calorico vari nel corso della vita e dipenda da fattori come il sesso, l’attività fisica, lo stile di vita e le caratteristiche individuali. Non esiste, dunque, un apporto calorico standard valido per tutti, ma varia di persona in persona.
In secondo luogo, si evidenzia come l’obiettivo della sana alimentazione è quello di fornire all’organismo tutte le sostanze di cui ha bisogno, nei momenti giusti. Sul sito si legge che “sarebbe corretto che le calorie assunte fossero ripartite per il 20% a colazione, per il 5% a metà mattina, per il 40% a pranzo, per il 5% a metà pomeriggio, per il 30% a cena”, secondo i dettami della dieta mediterranea.
Oltre a queste indicazioni di base, l’ABC per la corretta alimentazione del Ministero suggerisce di:
- porre la corretta attenzione sulla colazione;
- consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura ogni giorno, prediligendo prodotti di stagione;
- evitare di saltare i pasti;
- ridurre il consumo di sale, zucchero e cibi zuccherati, alcolici e condimenti grassi;
- bere almeno 1,5/2 litri d’acqua al giorno.
E voi seguite queste buone pratiche e siete soddisfatti della quantità di frutta e verdura che consumate ogni giorno?