Giornale del cibo

“Italiani a tavola”: 100 foto per 100 anni di Storia Italiana

“Nelle ville sulle rive del Brenta il lusso dispiega tutto il suo fasto ed è proprio in villa che si tiene gioco grosso, tavola aperta e si danno balli e spettacoli”. Così scriveva Goldoni nelle sue memorie, ma in questi giorni e fino al 31 ottobre Villa Pisani a Stra sulla Riviera del Brenta, nell’entroterra veneziano, non racchiude solo il ricordo opulento delle famiglie patrizie che qui soggiornarono in epoca napoleonica e poi monarchica, ma anche una testimonianza della vita quotidiana e delle abitudini di un’altra Italia, più verace e popolana.

 

Italiani a Tavola: 100 anni di consuetudini alimentari in mostra

Cuore della mostra Italiani a tavola 1860 – 1960 sono le oltre 100 fotografie originali esposte in Villa, scattate da fotografi professionisti e da persone comuni, che avvolgono all’indietro il nastro del tempo attraverso le immagini dei gesti, dei comportamenti e delle consuetudini alimentari degli italiani. Soprattutto gli scatti amatoriali ricostruiscono un ritratto autentico al quale sentiamo di appartenere e ci rimandano alle occasioni conviviali vissute dalle nostre famiglie, fissate per sempre – luce su chimica – e custodite in qualche cassetto nelle nostre case.

Italiani a tavola famiglia

Così ci sembra quasi di riconoscere il volto di un lontano parente fra le persone raccolte attorno alle tavole apparecchiate. Un battesimo, un matrimonio, la festa di fidanzamento, le scene quotidiane di una famiglia riunita per il semplice momento conviviale del pranzo o della cena restituiscono il racconto di un’Italia che si è trasformata seguendo la propria storia, scossa dai drammi di due guerre mondiali e dai profondi cambiamenti nel costume e nei valori sociali che hanno scandito il corso di un secolo, dall’Unità al boom economico.


Prima del made in Italy e dello street food

 

Risalgono al 1880 alcune rare immagini: nella campagna romana, accanto ai maestosi archi di un antico acquedotto pascolano serafiche le greggi. La ricotta, la caciotta e il pecorino diverranno in seguito prodotti doc del made in Italy, riconosciuti e apprezzati in tutto il mondo; alcuni carri con i loro carichi di vino sostano alle porte di Roma in attesa del disbrigo delle formalità daziali; un’antica osteria propone vini scelti a poco prezzo da abbinare alle castagne arrostite; un pescatore napoletano vende frutti di mare per strada, una consuetudine largamente diffusa molto prima che il turismo di massa ‘inventasse’ lo street food.

 

Dai cafè-chantant alle osterie di paese: gli italiani amano la socialità

Il paese da poco unificato ha il sapore di un mondo antico che deve lasciare il passo al ‘secolo breve’ e ai suoi profondi sconvolgimenti. Alle istantanee che ritraggono le allegre sale dei cafè-chantant, i ritrovi chic per modaioli e soubrette a cavallo fra i due secoli, si affiancano quelle delle umili osterie di paese.

Tavole asciutte, guarnite più di buone speranze che di cibo, cucine modeste in cui tuttavia non mancavano sapienza e tradizione gastronomica e le botteghe degli umili mestieri del cibo raccontano gli anni della miseria e delle guerre.


Dallo sfarzo della propaganda al benessere del boom economico

La propaganda fascista, invece, avrà bisogno di simulacri ben più edificanti: il cibo ritorna abbondate e ben in vista sulle tavole e le occasioni per ostentare il benessere, nei ristoranti o in lussuosi alberghi, vengono immortalate da fotografi professionisti.

 

Nel volgere di un ventennio, l’Italia del boom economico si compiacerà della ritrovata serenità sorseggiando un caffè al bar nella pausa pranzo o lasciandosi fotografare durante una scampagnata in compagnia degli amici e di un bottiglione di vino. Intanto, nelle case fanno la loro comparsa gli elettrodomestici: tre donne posano davanti al frigorifero, simbolo del progresso, che, insieme alla lavatrice, contribuirà a emancipare le italiane dalle faccende domestiche.

I gioielli di Villa Pisani: il museo, l’Orangerie, la Coffee House settecentesca e la grotta-ghiacciaia

Villa Pisani custodisce altre sorprese che arricchiscono questo racconto storico-gastronomico dell’Italia. All’interno del percorso museale, la Sala da Pranzo recentemente restaurata conserva ancora intatte le maioliche, i vetri e le porcellane che ornavano la tavola dei Pisani, di Napoleone e degli Asburgo.

 

Ideato nella prima metà del Settecento, il bellissimo parco che si estende per dieci ettari in un’ampia ansa del naviglio del Brenta è un perfetto connubio tra la concezione del barocco francese e la tradizione del giardino all’italiana. Qui, tra file di ippocastani, tigli e carpini, saranno eccezionalmente visitabili anche la Coffee House settecentesca e la grotta-ghiacciaia dove nell’Ottocento venivano conservati gli alimenti. Infine, nell’Orangerie è presentata la straordinaria collezione di agrumi, vanto di Villa Pisani fin dal Settecento.

 

Uno scrigno di storia e bellezza

A pochi chilometri da Venezia, lungo l’incantevole Riviera del Brenta, Italiani a Tavola offre così la doppia occasione di compiere un viaggio nella cultura alimentare italiana e allo stesso tempo di visitare una delle più affascinanti mete turistiche del Veneto, la maestosa villa che nel 1934 vide Mussolini e Hitler incontrarsi per la prima volta. Ma prima di questa data storica, carica di funesti presagi,  le sue 114 stanze ospitarono dogi, re e imperatori: dalla nobile famiglia dei Pisani a Napoleone Bonaparte fino agli Asburgo e a molti esponenti dell’aristocrazia europea tra cui Carlo IV di Spagna, lo Zar Alessandro I e Ferdinando II di Borbone. Uno scrigno di storia e di bellezza assolutamente da non perdere.

 

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