Giornale del cibo

5 cose da sapere se invitate a cena un palermitano

Duro e tutto d’un pezzo, ma soltanto all’apparenza, il palermitano, quello DOC, è come il re dei dolci siciliani, il cannolo: scorcia croccante e ripieno morbido e dolce.  La sua vera essenza viene fuori strato dopo strato, un po’ come quando si mangia una torta setteveli: dietro ad una spiccata ironia si nasconde una disarmante serietà.
Pigro, estremamente critico, dall’animo forte, permaloso, legato alle tradizioni, presuntuoso, completamente dedito alla famiglia e innamorato del cibo.
Una volta conosciuto un palermitano, sarete subito frate’, figghio’, cusci’, sangu’, ma non credete di essere pronti per invitarlo a cena, perché ci sono ancora alcune cose che dovete sapere, e sono 5.

cannoli siciliani

Invitare a cena un palermitano: 5 cose da sapere

1. Non provate a fare i furbi

Se avete deciso di organizzare la cena e volete acchiappare ”due piccioni con una fava”, avete toppato già in partenza. Non vi azzardate ad invitare contemporaneamente al palermitano un ospite che lui proprio non sopporta, per esempio un catanese. Finirete per ritrovarvi davanti ad un vero e proprio teatrino homemade.

Mi raccomando organizzate due cene separate!

2. Non sentitevi campioni di Masterchef

Siete convinti che si tratti di un semplice pranzo o di una cena, perché siete abituati ad avere ospiti a casa? Vi sentite in una botte di ferro perché tutti i commensali hanno sempre elogiato la vostra cucina? Vuol dire che non avete mai fatto assaggiare i vostri piatti ad un palermitano. Tutte le vostre sicurezze verranno meno. Sappiate che qualsiasi cosa assaggerà sarà sottoposta alle peggiori critiche, altro che Masterchef! ”La carne doveva essere più cotta, le verdure si friggono, il panino meglio se con panelle e crocche’, il pesce deve essere cotto e magari pescato da lui…”.

3. L’invito va fatto con tutti i crismi

Il palermitano ci tiene tantissimo ad essere avvisato in tempo, almeno una settimana prima, così potrà avere il tempo per scervellarsi su cosa portare. Buona educazione vuole che non ci si presenti mai a mani vuote ad un invito. E non importa se avete anticipato che sarete quattro o cinque a tavola, lui porterà dolci, vino e liquori per almeno dieci persone. Ricordatevi di chiamarlo il giorno prima dell’invito, così avrà la percezione che ci tenete veramente alla sua presenza.

4. Le critiche su Palermo sono consentite solo al palermitano

Niente paragoni col nord. O meglio, il palermitano è consapevole che al nord molte cose funzionano: treni, autobus, servizi sanitari, parcheggi a pagamento, pulizia delle strade. “Ma vuoi mettere Palermo?” Un po’ di pazienza aiuta ad affrontare tutto quanto: il bus che passa con una cadenza oraria mai precisata, i chilometri percorsi a piedi, il pedone che non attraversa sulle strisce, spesso perché le macchine non si fermano, ma a volte: per scelta.

Insomma, il confronto col nord non regge lo stesso. Palermo è Palermo.

Potete elogiare le bellezze culturali e le bontà culinarie della città. Ma che nessuno si azzardi a far cenni su qualcosa che non funziona: verrete silurati con sguardi e parole da ricordare a vita. Solo il palermitano possiede la patente per criticare Paliemmo.

5. “Si guarda ma non si tocca”. E poi: Cibo sano sì, ma la domenica è abbuffata

Bisognerebbe scrivere un cartello con questa frase davanti al tavolo sul quale avete poggiato gli antipasti. Il palermitano ha il vizio di assaggiare tutto, quindi fatelo entrare nella sala da pranzo solo quando siete pronti per sedervi a tavola. Altrimenti, addio cena.
Ah, non invitatelo di domenica se avete in mente di preparare dei piatti leggeri. Va bene il cibo salutare, ma la domenica si mangia di tutto: anelletti al forno, cotolette, patate fritte, vino e dolci in quantità.

Detto questo, vi auguro di sedervi a tavola, almeno una volta nella vita, con un palermitano:  scoprirete un mondo a voi sconosciuto, questo è garantito.

 

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