Olio, miele, formaggi, e la lista potrebbe continuare. Sono tantissimi i prodotti che più di frequente diventano oggetto di frodi alimentari. I numeri parlano chiaro: solo nel 2022 il Comando dei Carabinieri per la Tutela Agroalimentare ha accertato irregolarità per un valore di 3,4 milioni di euro e ha sequestrato 5.400 tonnellate di prodotti.
Orientarsi nell’intricato sottobosco di contraffazioni non è facile: per quanto duramente contrastati dalle autorità competenti, questi fenomeni restano molto diffusi, ma la buona notizia è che sono sempre più numerose le tecnologie messe in campo per arginare tutte quelle pratiche scorrette che procurano danni economici importanti ai produttori e mettono in discussione la qualità del cibo.
Già in precedenza sul Giornale del Cibo abbiamo trattato il tema delle frodi alimentari, accendendo i riflettori su soluzioni che, come il progetto SafeFood, hanno l’obiettivo di potenziare la sicurezza alimentare. Tra questi anche Alliance, un programma europeo che nella lotta alle contraffazioni e alle alterazioni degli alimenti schiera il Machine Learning e l’Intelligenza Artificiale. Tra le realtà direttamente coinvolte c’è anche l’Università di Bologna. Insieme al prof. Maurizio Canavari, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari e referente del progetto per l’UniBo abbiamo scoperto le peculiarità del progetto.
Controllare le filiere per contrastare le frodi
Finanziato dalla Commissione Europea, il progetto Alliance nasce con l’obiettivo di irrobustire i sistemi di tracciabilità e trasparenza delle filiere alimentari attraverso lo sviluppo di innovazioni tecnologiche in grado di monitorare il fronte produttivo e di intercettare eventuali violazioni per mezzo di macchine intelligenti.
Alliance, che si inserisce nel solco di Horizon Europe, il programma con cui l’UE incentiva le attività di ricerca e innovazione, punta a tutelare la salute dei consumatori e la sicurezza pubblica intervenendo a contrasto di tutte le alterazioni degli alimenti e delle loro caratteristiche. Un impegno non da poco, soprattutto considerando che a livello globale queste pratiche illegali comportano danni economici che oscillano tra i 40 e i 50 miliardi di dollari. Se poi pensiamo che sul fronte europeo il valore dei prodotti a marchio di qualità (particolarmente colpiti dal fenomeno) sfiora i 75 miliardi di euro, risulta evidente quanto siano pesanti le possibili ricadute a carico di questo particolare segmento dell’industria alimentare.
Il progetto è coordinato dalla Grecia con l’Università della Tessaglia e vedrà la collaborazione di un consorzio di 25 partner provenienti da 12 paesi: sono coinvolte università, esperti di alimentazione e nuove tecnologie e figure di riferimento sul fronte delle varie filiere.
Il lavoro svolto e i dati raccolti saranno la base per mettere in campo strumenti comuni a tutti i soggetti coinvolti per tutelare produttori e consumatori dai danni legati alle frodi.
Ma come sarà strutturato il lavoro? Ce lo spiega il professor Canavari.
Intelligenza artificiale e Machine Learning contro le frodi alimentari: il cuore del progetto Alliance
L’impianto su cui è strutturato il progetto si basa sull’azione combinata di tecnologia informatica e analisi statistica, due componenti che intervengono in fasi diverse del lavoro. “La rilevazione della frode lungo le filiere produttive prese a campione – illustra Canavari – è affidata a sensori e a strumenti di analisi che vengono impiegati dagli operatori per rilevare i parametri del prodotto”.
In un secondo momento, sulla base di queste attività svolte a livello di filiera e di produzione, interviene la tecnologia informatica.
Come spiega il professore, infatti: “I dati frutto delle rilevazioni vengono inseriti in database protetti da tecnologia blockchain: quest’ultima, in funzione della sua inviolabilità, evita che la banca dati venga esposta a eventuali manipolazioni. Poi i sistemi di Intelligenza Artificiale e Machine Learning, attingendo alle informazioni contenute in archivio, attivano il processo di riconoscimento e identificazione di anomalie o di situazioni sospette riconducibili a un’azione fraudolenta”.
Il progetto Alliance, dunque, lavora su un massiccio sistema di raccolta dati che l’intelligenza artificiale imparerà a valutare in modo autonomo: l’obiettivo è quello di rendere le macchine capaci di segnalare tutte le anomalie collegate a possibili alterazioni illegali dei prodotti alimentari.
Certo, il fronte delle frodi alimentari è molto complesso e prevede diverse tipologie di infrazioni, ma probabilmente quelle più frequenti riguardano l’indebita attribuzione di un marchio di qualità a un prodotto che non ne ha le caratteristiche. “In questo caso – precisa Maurizio Canavari – si tratta di intervenire per evitare danni economici piuttosto importanti sia ai produttori che ai consumatori. Realizzare un olio biologico o IGP comporta un investimento maggiore in termini di costi e rischi: se sul mercato si introduce in modo fraudolento anche chi vende un prodotto comune a cui attribuisce arbitrariamente un marchio di qualità, a farne le spese sarà in primo luogo il produttore onesto, che ha sostenuto tutti gli oneri di una produzione qualitativamente più alta. Ma non solo: le ricadute economiche di questo meccanismo riguardano anche il consumatore, che si trova a pagare un prezzo maggiorato per un alimento che in realtà appartiene a un segmento più basso”.
Quanto vale l’affidabilità dei prodotti a marchio di qualità? Lo studio dell’Università di Bologna
Come abbiamo visto, il progetto Alliance ha una matrice prevalentemente tecnologica e studierà l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning ai sistemi di rilevazione delle frodi. A questa prima fase farà seguito un secondo step che avrà l’obiettivo di andare a valutare il lavoro svolto sul piano tecnologico.
Qui entrerà in scena l’Università di Bologna. L’Ateneo emiliano, infatti, sarà impegnato nell’analisi dell’importanza che, in fase di acquisto, viene attribuita a un prodotto alimentare con più garanzie in termini di autenticità e qualità.
“In questa cornice – spiega il prof. Canavari – l’UniBo si occuperà di valutare l’impatto socio-economico dell’innovazione introdotta a partire da alcuni prodotti che saranno oggetto di casi studio specifici, tra questi l’olio di oliva, spesso oggetto di contraffazioni, il formaggio Feta e il miele”.
Come illustra Canavari: “Noi elaboreremo e somministreremo dei sondaggi ai consumatori europei per valutare la loro percezione rispetto a un’aumentata affidabilità dei prodotti a marchio di qualità: l’obiettivo è quello di comprendere il valore che la collettività attribuisce alla tecnologia messa in campo dal progetto Alliance.
Nello specifico i sondaggi saranno costruiti in modo da acquisire informazioni anche sul grado di conoscenza che i consumatori hanno rispetto alle caratteristiche dei prodotti a marchio di qualità, o al rischio di frode.
I questionari valuteranno inoltre la disponibilità a pagare un prezzo maggiore per acquistare alimenti con un’elevata garanzia di autenticità”.
[elementor-template id='142071']Uno sguardo al futuro: ridurre le frodi alimentari del 20%
Il lavoro dei 25 partner internazionali impegnati nel progetto Alliance andrà avanti fino al 2025 e aprirà importanti prospettive future: “Quello che ci aspettiamo nell’immediato – annuncia Canavari – è innanzitutto la possibilità di mettere a punto strumenti funzionanti e validati in grado di rendere l’analisi dei prodotti estremamente precisa. L’obiettivo del progetto, d’altra parte, è quello di offrire alle filiere soluzioni efficaci contro le pratiche scorrette in campo alimentare. Guardando al lungo periodo, poi, confidiamo nella possibilità di arrivare a sventare circa il 20-30% delle frodi. Naturalmente più operatori sceglieranno di adottare le soluzioni messe a punto da Alliance, e maggiore sarà la percentuale di irregolarità potenzialmente individuabili”.
Il futuro della sicurezza alimentare, dunque, è legato a doppio filo alla tecnologia e ai nuovi sistemi di controllo guidati dall’Intelligenza Artificiale: voi che ne pensate? Le macchine intelligenti avranno un ruolo chiave nella lotta alle frodi alimentari?
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