L’emergenza causata dalla pandemia da Coronavirus ha avuto un pesante impatto sulle vite delle persone in tutto il mondo, e ciascuno ne percepisce le conseguenze nella propria quotidianità. C’è chi infatti, anche in Italia, si trova in una situazione particolarmente complessa: le molte persone rimaste senza lavoro, chi si trovava già in difficoltà, chi è ai margini, chi si è riscoperto in una situazione di nuova povertà. Per molti, anche semplicemente fare la spesa è diventato un problema, e per offrire un sostegno a queste famiglie sono state raccolte non soltanto delle iniziative governative, come i buoni spesa, ma anche numerose proposte “dal basso”. Come conferma il successo delle raccolte fondi a sostegno degli ospedali, infatti, molti cittadini hanno dimostrato piena solidarietà e una grande disponibilità a donare per poter essere d’aiuto dove c’è più bisogno.
Scopriamo, dunque, cosa sono e come funzionano alcune delle iniziative solidali più interessanti e curiose che sono attive in tutta la Penisola o soltanto in alcune regioni: dalla “spesa sospesa” alle donazioni alla Croce Rossa, ci sono molte opportunità per fare la propria parte.
Buoni spesa: il sostegno del Governo
Con il Dpcm del 29 marzo scorso, entrato in vigore pochi giorni dopo, il Governo del premier Giuseppe Conte ha stanziato 400 milioni di euro, suddivisi in oltre 8.000 comuni, per la previsione di buoni spesa per i soggetti e le famiglie che ne hanno più bisogno, territorio per territorio.
Per poter ottenere questa forma di sostegno, è necessario presentare domanda al Comune di residenza che, tramite i servizi sociali, individua i beneficiari per distribuire i buoni. Le modalità di distribuzione e le regole per ottenerli può variare di Comune in Comune, perciò il suggerimento è di attenersi a quanto pubblicato dai canali ufficiali del proprio luogo di residenza.
In generale, tuttavia, ci sono alcune regole valide per tutti: i buoni, infatti, si possono impiegare soltanto per comprare generi alimentari e di prima necessità, e sono validi nei negozi e negli esercizi commerciali segnalati dal Comune. In alcuni casi, è possibile che l’ente locale decida di consegnare direttamente i beni alimentari.
Spesa sospesa: cos’è e come funziona
Fin dall’inizio dell’emergenza sono nate alcune iniziative solidali “dal basso”, promosse direttamente dai singoli cittadini o dalle associazioni. Ispirata all’idea del “caffè sospeso”, una delle più apprezzate è quella della “spesa sospesa”, nata proprio in Campania. Il funzionamento è semplice: chi desidera fare una donazione alimentare, può acquistare degli alimenti in più (soprattutto a lunga conservazione, come abbiamo visto parlando dei cibi più utili da donare) e lasciarli al supermercato oppure all’associazione che si occupa della raccolta. Queste spese in più vengono lasciate a disposizione gratuitamente di chi ne ha bisogno.
Ciascun Comune – e spesso molti supermercati – si è organizzato a suo modo per garantire il rispetto delle norme igieniche e non mettere, così, a rischio la salute di chi partecipa all’iniziativa. Molto presto, infatti, la “spesa sospesa” si è diffusa in tutta Italia e ha coinvolto anche alcune insegne della GDO, come Coop e Conad.
Non è detto che sia possibile partecipare soltanto tramite i grandi supermercati, perché sono anche molti piccoli negozi di alimentari a essersi attrezzati. Come spesso accade per le idee che nascono spontaneamente, non c’è un unico coordinamento di tutte le iniziative. Il nostro consiglio, per chi volesse partecipare, è di chiedere al supermercato o al negozio dove ci si rifornisce abitualmente se ha attivato questa opzione, oppure di rivolgersi alle altre realtà del territorio.
[elementor-template id='142071']La Spesa sospesa dell’associazione Terra!
Anche l’associazione Terra!, che si occupa dal 2008 in progetti e campagne sui temi dell’ambiente e dell’agricoltura ecologica, ha lanciato la sua “spesa sospesa” a cui è possibile partecipare anche a distanza. Con una donazione di 15 €, infatti, i volontari dell’associazione preparano una spesa con un filone di pane casereccio da 1 kg di un panificio artigianale, almeno 4 kg di frutta e verdura da agricoltori del territorio e due prodotti proteici tra uova, formaggi, lenticchie, e così via, sempre a filiera corta.
L’obiettivo, come spiegato sul sito, è duplice: da un lato si aiuta famiglie in difficoltà economica, dall’altro si sostengono contadini e agricoltori del territorio.
“La solidarietà è virale” per il Banco Alimentare
Attive in tutta Italia le sezioni del Banco Alimentare che, già normalmente, si occupano di raccogliere e ridistribuire il cibo a chi ne ha bisogno. La sfida, non facile, è quella di bilanciare il diritto al cibo e quello alla salute, trovando un modo di operare in sicurezza e non lasciare nessuno senza cibo.
Nella sezione dedicata all’emergenza del sito, è possibile consultare le attività in corso regione per regione e fare una donazione a sostegno della Fondazione. In questo modo è possibile per tutti, anche coloro i quali non sono volontari per il Banco Alimentare, dare un proprio contributo.
8 hub temporanei per l’aiuto alimentare a Milano
In Lombardia, regione più colpita dal Covid-19 in Italia, sono partite da subito tante iniziative all’insegno della solidarietà alimentare. Il Comune di Milano ha promosso l’attivazione di 8 hub temporanei per l’aiuto alimentare grazie alla collaborazione con gli uffici della Food Policy, la Protezione Civile comunale, il Banco Alimentare, la Caritas Ambrosiana, la Fondazione Cariplo e altri attori locali del terzo settore.
Gli hub funzionano come centri di raccolta e poi di distribuzione della spesa per raggiungere le famiglie meno abbienti della città e garantire loro il cibo. Nel primo mese di attività, sono oltre 15.000 le persone che hanno beneficiato del servizio, e sono state realizzate 4.450 spese “solidali” per un totale di 30 tonnellate di cibo donato e recuperato ogni settimana.
Le famiglie che fino ad ora hanno ricevuto la spesa direttamente a casa sono quelle seguite dall’assessorato alle Politiche Sociali della città meneghina e dal Banco Alimentare, a cui si sommano le segnalazioni raccolte dalla Caritas Ambrosiana a tessere una fitta tela di relazioni, supporto e solidarietà per non lasciare nessuno indietro.
100.000 € dall’Unione dei Brand della Ristorazione per la salute pubblica
Sempre a Milano si è costituita l’Unione dei Brand della Ristorazione, un’associazione temporanea che si è posta sin dall’inizio l’obiettivo di rispondere all’appello del Sindaco di Milano, Beppe Sala, al buon senso e stimolare una reazione concreta da parte della cittadinanza. Tra le iniziative promosse dalle oltre 60 insegne, tra cui anche l’azienda di ristorazione collettiva CIRFOOD, c’è stata anche un’importante raccolta fondi a sostegno degli ospedali cittadini.
“In queste settimane, più che mai,” spiegano dall’azienda, “CIRFOOD sente il dovere di non lasciare nessuno indietro, tenendo fede a uno dei principali valori dell’impresa: la responsabilità sociale. Per questo, anche grazie alla generosità dei nostri fornitori, abbiamo donato a enti caritatevoli circa due tonnellate di materie prime, utilizzate per la preparazione di oltre 2500 pasti per i più bisognosi. Inoltre, abbiamo aderito all’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana che hanno donato all’inizio di questa epidemia italiana 100.000 euro per acquistare apparecchiature e materiali sanitari”.
“Arancia sospesa”, la solidarietà che lega Rosarno e Bologna
A Bologna continua l’attività delle Cucine Popolari per fornire sostegno alimentare gratuito a chi ne ha bisogno, ma si segnala anche un’altra iniziativa interessante promossa da Camilla, l’emporio di comunità della città, insieme all’associazione SOS Rosarno. Si chiama “Arancia sospesa” e ha permesso di donare 49 cassette di arance da 10 kg ciascuno a due realtà cittadine, l’Antoniano e la Caritas.
Le arance biologiche e prodotte in maniera etica in Calabria sono state acquistate grazie alla generosità dei soci di Camilla – una realtà unica nel suo genere in Italia che coniuga solidarietà, rispetto dell’ambiente e impegno civico – e degli stessi produttori legati all’associazione SOS Rosarno. Le cassette sono, poi, sono distribuite insieme alla rete cittadina “Don’t Panic – Organizziamoci”, che sta pianificando una serie di iniziative solidali per restare vicino a chi sta subendo maggiormente le conseguenze dell’emergenza.
Il “Banco dei Cedri” di Mondello diventa solidale
Parliamo sempre di agrumi, ma cambiamo totalmente contesto per spostarci in Sicilia e, in particolare, sulla spiaggia di Mondello dove, tradizionalmente, capeggia il banco dei cedri. In queste settimane di difficoltà, però, questo spazio ha cambiato funzione e ha ospitato alimenti di vario tipo – pasta, conserve, sughi, detersivi – messi a disposizione dai cittadini a favore di chi ne avesse bisogno.
Il messaggio è semplice: “Chi può lasci ciò che può, chi ha bisogno prenda ciò di cui ha bisogno (gratis)”. Un gesto spontaneo che ha avuto il plauso anche dal sindaco palermitano Leoluca Orlando che, in un tweet, ha commentato parlando di “una bellissima immagine di umanità e solidarietà”.
“Andrà tutto bene”, le donazioni in musica con gli Eugenio in via di Gioia
C’è anche chi ha scelto di unire creatività e solidarietà come la band torinese degli Eugenio in via di Gioia, non nuovi a iniziative solidali e reduci dalla partecipazione al Festival di Sanremo nella competizione dedicata ai giovani. L’idea dei quattro musicisti è stata quella di invitare il proprio pubblico a donare, anche pochi euro, per “aggiungere un posto a tavola” e sostenere così le iniziative della città di Torino per le persone che si trovano in una situazione di emergenza alimentare. Sulla piattaforma della band (che trovate qui, se voleste unirvi alla raccolta) è possibile fare la donazione e conoscere i partner del progetto: Coldiretti Torino e Piemonte, la Croce Verde di Torino, Eataly e Molecola.
In meno di una settimana, la campagna dal titolo #cibointurin ha raccolto più di 4.000€ che vengono versati direttamente sul conto corrente di Torino Solidale, l’iniziativa che opera per aiutare le persone in difficoltà a fare la spesa e a procurarsi il cibo.
Le iniziative solidali che provano a rispondere concretamente alla situazione di difficoltà in cui molte persone si trovano a causa dell’emergenza, sia attraverso raccolte fondi sia grazie a donazioni dirette sono ancor di più. Basti pensare alla campagna #ioristoacasa di Nutribees, di cui abbiamo già parlato, oppure alla ingente donazione di ben 1,3 milioni di euro fatta da Coca Cola alla Croce Rossa italiana. Ciò che emerge è la grande sensibilità di molti e la consapevolezza che, di fronte all’emergenza alimentare, una conseguenza pressoché inevitabile di quella sanitaria, c’è chi non si gira dall’altra parte e, anzi, porge la mano a chi è più in difficoltà.