Persino il consumatore più informato e attento alla lettura delle etichette, quando acquista prodotti alimentari può cadere in una “trappola”: esistono, infatti, numerosi ingredienti “nascosti” che, pur essendo presenti nei cibi che compriamo, non compaiono direttamente, o vengono menzionati in modo diverso.
Sebbene il regolamento 1169/2011 imponga che tutti gli ingredienti usati nelle preparazioni alimentari vengano riportati in etichetta (con qualche eccezione), in ordine decrescente in funzione della quantità impiegata, alcune volte le indicazioni non sono chiare per tutti. Ci sono, infatti, prodotti che contengono addensanti, conservanti o additivi, spesso inseriti in etichetta in forma poco chiara, con una denominazione diversa e non facilmente leggibile, ecco perché li chiamiamo “ingredienti nascosti”. In questo articolo prenderemo in considerazione proprio ciò che è presente negli alimenti in modo inaspettato e con una denominazione diversa rispetto al consueto.
[elementor-template id='142071']Ingredienti nelle etichette alimentari: quali sono le informazioni utili e obbligatorie?
Per disposizioni di legge, le informazioni obbligatorie che devono essere riportate in etichetta vengono stabilite dall’articolo 9 e sono:
- Denominazione dell’alimento
- Elenco ingredienti
- Ingredienti, coadiuvanti o qualsiasi sostanza che possa provocare allergie
- Quantità degli ingredienti
- Quantità netta dell’alimento
- Data di scadenza o termine minimo di conservazione
- Modalità di conservazione dell’alimento
- Nome dello stabilimento di produzione
- Paese d’origine, se UE o non UE, in particolare per alimenti come la carne deve essere riportato dove l’animale nasce, cresce e dove viene macellati
- Istruzioni per l’uso
- Titolo alcolometrico per le bevande che contengono più del 1,2% di alcool
- Tabella nutrizionale
Durante la lettura dell’elenco ingredienti è importante capire cosa ci sia scritto, in modo da essere consapevoli di ciò che assumiamo durante il giorno.
Per non trovarci impreparati, scopriamo allora quali sono questi ingredienti nascosti, che possiamo trovare.
Come riconoscere lo zucchero in etichetta?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non superare giornalmente una quantità di zuccheri semplici pari al 10% del consumo calorico giornaliero, valore che corrisponde, per un adulto, a più o meno 10 cucchiaini di caffè.
Gli zuccheri, o glucidi, possono essere distinti, in base alla struttura chimica, in semplici e complessi:
- zuccheri semplici comprendono i monosaccaridi, quali glucosio e fruttosio, disaccaridi, quali saccarosio, lattosio, contenuti in molti alimenti primari come il latte, la frutta e la verdura
- zuccheri complessi o polisaccaridi, come l’amido.
Negli alimenti, oltre allo zucchero che è contenuto naturalmente nelle materie prime usate durante la trasformazione per ottenere il prodotto finito, vengono aggiunti ulteriori quantità di glucidi. Questo ingrediente non si trova soltanto nei cibi che vengono considerati poco salutari (il cosiddetto junk food). Se leggiamo attentamente le etichette, scopriamo che è presente, inaspettatamente, anche in:
- Minestroni, zuppe e sughi pronti, dove spesso viene usato come addensante.
- Affettati, insaccati: lo zucchero viene aggiunto durante la fase di produzione, soprattutto per il prodotto destinato ad essere confezionato e riposto nel banco frigo.
- Pane in cassetta: per rendere il prodotto più morbido.
- Cereali: alcuni di questi vengono glassati e nella glassa troviamo lo zucchero.
- Yogurt e formaggi light: contengono fino a quattro cucchiaini in più rispetto ad uno yogurt o formaggio normale.
- Nelle panature di molti prodotti (cotolette, crocchette), dove lo zucchero viene aggiunto per aumentare la croccantezza.
- Negli alimenti per l’infanzia: anche se gli zuccheri aggiunti andrebbero evitati fino ai due anni di età, in alcuni alimenti ne è stata riscontrata la presenza.
- Nella carne lavorata e, in particolare, nei preparati a base di carne.
Lo zucchero è presente in molti altri alimenti, con denominazioni diverse, che non ci riconducono subito all’ingrediente principale; possiamo trovare:
- Maltitolo, che viene usato in sostituzione dello zucchero; lo si trova nelle caramelle, nelle barrette dietetiche e in molte bevande, ha però un apporto calorico inferiore allo zucchero (saccarosio). Potrebbe avere effetti lassativi se consumato in eccesso.
- Nei cibi light,che siano con un ridotto contenuto in grassi o in zuccheri, per fornire maggiore sapore e consistenza, purea di mela o amido modificato, l’amido modificato può risultare indigesto.
- Sciroppo d’acero, succo di mela, purea di frutta.
- L’amido di mais, di riso o patata, ovvero zucchero, che viene usato come addensante negli alimenti in cui non si pensa di trovare carboidrati, per esempio nello yogurt o affettati.
Sapere dove si trova lo zucchero e riconoscerlo nelle sue diverse composizioni è importante perché, l’organizzazione mondiale della sanita raccomanda, in particolare, di ridurre il consumo di questo “surplus” di zuccheri, che equivalgono a quasi il 60% della quantità che consumiamo giornalmente e che serve a rendere gli alimenti più appetibili.
Essi provocano infatti un innalzamento del livello glicemico nel sangue che ci induce a consumare più cibo di quanto il nostro corpo abbia bisogno.
Come riconoscere il sale in etichetta?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di non assumere più di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera, che corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina, il contenuto di un cucchiaino da caffè.
Il sale è presente spesso sotto forma di estratto di lievito, ha la funzione di conservare e di esaltare il sapore dei cibi che consumiamo. Alcuni alimenti confezionati o già pronti nei quali possiamo trovarlo sono per esempio:
- Pane, cracker e altri prodotti da forno, che contengono quasi il 15% dell’apporto di sale consigliato;
- Le zuppe confezionate;
- La carne lavorata preconfezionata, così come i salumi e la carne cotta e tagliata a fette, e anche tacchino e roastbeef;
- Il pollo arrosto confezionato o surgelato;
- La pizza surgelata.
Così come lo zucchero, quindi, anche il sale andrebbe consumato con moderazione, ma lo ritroviamo in molti alimenti che consumiamo giornalmente. Il sale in eccesso può causare l’insorgere di ipertensione, problemi cardiaci ed ictus.
La frutta, la verdura, i legumi ma anche il pesce e la carne fresca apportano il giusto livello di sale di cui il nostro organismo ha bisogno: sarebbe opportuno, quindi, ridurre al minimo il consumo di alimenti confezionati e, se è possibile, utilizzare le spezie o le erbe aromatiche come sostituti del sale da tavola.
Il glutine e l’albume d’uovo: dove si nascondono
Tantissime sono le persone che risultano essere intolleranti al glutine e all’albume d’uovo, avendo difficoltà nella digestione ed assimilazione. Questi prodotti sono presenti in un’enorme varietà di alimenti, molte volte leggendo l’etichetta è facile riconoscerli, ma risulta difficile scovarli quando vengono utilizzati come additivi o coadiuvanti tecnologici. Andiamo a vedere adesso singolarmente dove si possono trovare.
Il glutine, costituito da due classi proteiche quali gliadine e glutenine, è una proteina che ha origine dal frumento e in altre varietà di cereali come: orzo, farro, segale, avena, kamut, triticale.
Questa proteina è molto importante per le sue caratteristiche fisiologiche e tecnologiche che facilitano la lavorazione della farina.
Generalmente, il glutine, lo si trova, quindi, nella farina, amido di frumento, pangrattato, muesli, prodotti da forno ecc. Ma può essere presente in tanti altri alimenti, che si pensa non lo contengano, perché a livello industriale il glutine è utilizzato come eccipiente e addensante in un numero estremamente ampio di lavorati e semilavorati. Ad esempio lo si può trovare in:
- Lieviti
- Dadi
- Patatine
- Prosciutti e insaccati
- Gelati (confezionati e non)
- Salsa di soia
- Cioccolata
- Salse e condimenti
In tutti questi prodotti, viene utilizzata, nella maggior parte dei casi, la farina di frumento come addensante, cereale appunto contenente glutine.
L’uovo, così come l’albume d’uovo, è un ottimo alimento, ricco di proteine nobili, ma sono proprio le proteine, in particolare quelle contenute nell’albume, che risultano essere la fonte delle intolleranze alimentari e sono: ovoalbumina, ovomucoide, lisozima e ovotransferrina.
Ecco dove l’albume d’uovo e le sue proteine si possono trovare:
- Nel grana e in altri formaggi, viene aggiunto lisozima
- Nel vino e birra, se vengono chiarificati, può essere presente albumina
- Viene usato nelle preparazioni gastronomiche a base di carne o pollame
- Alcune caramelle, in particolare nelle gelatine
- Gelati e mousse
- Cereali per la prima colazione
- Condimenti a base di crema
- Zuppe pronte
Voi cosa ne dite? Un’etichetta facile da leggere e comprensibile vi aiuterebbe a fare la spesa in maniera più consapevole?