Giornale del cibo

#IlCiboNonSiButta: chef box e pizze incomplete contro lo spreco alimentare

Simon Kadula/shutterstock.com

 

“Per renderti felice si fa in quattro”, dicevamo della pizza qualche articolo fa, invitando i lettori a sostenere la petizione Pizza Unesco. E oggi vi raccontiamo che la pizza si è fatta in 3 e anche questa volta per una buona ragione: la prima Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, istituita dalla FAO e dalle Nazioni Unite.

Per l’occasione, infatti, Carlo Cracco, che con la pizza e le sorprese ha già avuto a che fare,  ha collaborato con l’app antispreco Too Good To Go, con cui ha messo a punto una simpatica gag. Ha servito ad alcuni suoi clienti una pizza a cui ne è stato tolto un terzo (una bella fetta!), ossia la quantità esatta di cibo che ogni giorno viene sprecato nel mondo. Voi come avreste reagito di fronte a una pizza incompleta? Il video è divertente, consigliamo di guardarlo, ma vi invitiamo ancor di più a continuare la lettura di questo articolo, dove troverete qualche numero aggiornato sulla situazione dello spreco alimentare in Italia, ma non solo.

Il 29 settembre la prima Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari

A pochi giorni dal Decreto Rifiuti, che attua due delle quattro direttive europee contenute nel Pacchetto Economia Circolare, celebriamo, il 29 settembre, la 1ª Giornata mondiale per la Consapevolezza sullo spreco e le perdite alimentari. Un appuntamento che nasce per sensibilizzare i consumatori su una problematica che interessa tutte le fasi della filiera. Dall’Osservatorio Nomisma scopriamo che il settore dell’agricoltura produce 126 kg di rifiuti alimentari pro-capite all’anno, un dato inferiore del 16% rispetto alla media europea e in forte calo negli ultimi dieci anni. E un’altra buona notizia arriva dal rapporto Waste Watcher di Last minute market/Swg 2020: lo spreco di cibo nelle case degli italiani è stato per la prima volta, durante il lockdown, in calo rispetto al 2019, invertendo la tendenza spreco del 25%. Buone nuove, ma c’è ancora molto da fare.

“Senza un’alimentazione sana, non possiamo sperare di porre fine alla malnutrizione – e non sconfiggeremo la fame se non arginiamo le perdite alimentari. Sottolineando il valore della frutta e della verdura, e i danni causati dalle perdite e dagli sprechi, l’ONU ha compiuto un passo decisivo per promuovere sistemi alimentari più equi, più verdi ed efficienti”, ha affermato Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali.

Come analizzato attentamente dalla stessa FAO ne Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura 2019, le perdite e gli sprechi alimentari producono notevoli emissioni che aggravano la sfida del cambiamento climatico e le conseguenze sulla sicurezza alimentare. Si stima che il 14% del cibo nel mondo vada perso dal momento del raccolto alla vendita al dettaglio, senza contare la quantità sprecata nei passaggi successivi.

#IlCiboNonSiButta: gli chef d’Italia contro lo spreco alimentare

Too Good To Go
toogoodtogo.it/instagram.com

Carlo Cracco non è l’unico chef a essersi prestato per combattere lo spreco alimentare:  sono 11, infatti, gli chef italiani che hanno aderito all’invito di Too Good To Go. Ognuno di loro ha preparato una “Chef box” contenente all’interno un piatto speciale perché antispreco, prenotabile durante tutta la giornata dedicata alla lotta contro lo spreco.

A Milano, ad esempio, durante la Giornata Internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, potete trovare le speciali box antispreco di: chef Matias Perdomo di EXIT, Eugenio Boer  di Bu:r, Claudio Sadler del Ristorante Sadler, Wicky Priyan  di Wicky’s Wicuisine e Nicolò Farias del ristorante Cocciuto.

A differenza di BitGood, la piattaforma antispreco promossa da Confesercenti, Too Good To Go si rivolge direttamente al pubblico senza passare dalle Comunità o dalle associazioni no profit come la precedente. Ha già coinvolto, infatti, 5.681 tra bar, ristoranti, supermercati, panetterie, hotel; servito 1,5 milioni di persone e salvato 939.083 pasti, fino ad oggi in Italia. Ma come si può “salvare il cibo” utilizzando quest’applicazione?

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Semplice: ordinando le box che i locali aderenti della tua città hanno messo a disposizione. Al loro interno, potrete trovare il cibo rimasto invenduto a fine giornata, tutti prodotti che non si possono rivendere, ma sono ancora buoni mangiare. Dovete sapere che non si può prevedere il contenuto di una box: per questo si chiamano Magic Box, e il motivo è legato al fatto che gli store difficilmente possono immaginare cosa sarà venduto durante la giornata. È chiaro che da una pizzeria non ci si può che aspettare delle pizze, mentre da un fruttivendolo… indovinate?

Le boxe costano dai 3,99€ – in alcuni casi anche meno – ai 6,99€ o qualcosa in più, e hanno sempre un valore superiore a quanto speso. Per intenderci: potete acquistare una box a 4,99 ma al suo interno troverete prodotti che valgono €15,00. Si paga online e si ritira, all’orario prestabilito, al locale.

Salva la cena, salva il pianeta!

A volte, ne siamo convinti, è solo questione di consapevolezza, perciò prima di lasciarvi vogliamo darvi qualche numero in più e qualche informazione che siamo sicuri non passerà inosservata. Il GlobalGoalsUN, 2019 ci dice che lo spreco alimentare è uno dei principali fattori che innescano il minaccioso cambiamento dell’ecosistema, che ci fa tanto paura e di cui parliamo spesso.

Non è tutto, purtroppo: dovete sapere anche che il nostro sistema alimentare consuma circa il 30% di tutta l’energia disponibile sul pianeta e di questa il 38% viene utilizzata per il cibo sprecato (FAO, 2018). Significa che buttando il cibo, sprechiamo tutta l’energia che è stata utilizzata per produrlo, e le quantità non sono irrisorie, ricordiamo che l’agricoltura moderna necessita di fonti energetiche in ogni fase della produzione: irrigazione, coltivazione, raccolta, manipolazione, stoccaggio, trasporto. A cui si aggiungono i numeri dell’energia richiesta dai macchinari che servono per la realizzazione dei fertilizzanti e dei vari prodotti utilizzati. Ci sarebbe tanto altro da dire in merito, ma per ora vi lasciamo agli altri approfondimenti sul tema con un invito a riflettere, e magari, chissà: fare un ordine contro lo spreco alimentare?

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