A casa di mia nonna, l’halva non mancava mai. Ebbene sì, il sapore della mia infanzia non è legato a lasagne o a ragù, ma a questo dolce comune a molte culture del Medio Oriente. Halva, infatti, deriva dall’arabo helw che significa proprio “dolce”, e che per questo indica varie preparazioni, di solito tutte a base dello stesso ingrediente: la tahina, una salsa di semi di sesamo che si utilizza in cucina in tantissimi modi. Inoltre, questo dolce è un’ottima alternativa anche per i vegani, vista l’assenza di uova e latte. Dunque, non ci resta che andare alla scoperta dell’halva e della sua ricetta, più mediterranea che mai.
Halva: un dolce che appartiene al Mediterraneo
Voler trovare una terra di appartenenza dell’halva non avrebbe senso, perché l’halva appartiene prima di tutto al Mediterraneo. Infatti, lo troviamo presente, seppur in declinazioni differenti, in moltissimi dei Paesi che affacciano sul mare nostrum, quali Tunisia, Albania, Grecia, Turchia, Libano, Giordania e Siria, Israele e Palestina. Ogni volta compare con nomi diversi: in tunisino, ad esempio, si chiama halwa chamia, in albanese hallva, e così via. Ma che cos’è questo dolce che, per la sua bontà, è riuscito a conquistare così tanti Stati?
Le caratteristiche e ingredienti dell’halva
Come abbiamo detto sopra, l’halva è un dolce a base di tahina, quella salsa di semi di sesamo che vi sarà sicuramente già capitato di mangiare, in quanto ingrediente principale di hummus e babaganoush, o magari in accompagnamento ai falafel e alla pita. Per la preparazione dell’halva, alla tahina vengono aggiunti zucchero o miele per il gusto “classico”, ma si trova anche abbinato a tantissimi altri sapori: c’è l’halva al cioccolato, all’arancia, alla vaniglia, al miele, al cocco, alle mandorle, anche se il più comune in assoluto è quello al pistacchio.
L’halva non piace a tutti, questo perché purtroppo si trovano versioni troppo dolci, in cui la dose di zucchero è eccessiva. Di certo, si tratta di un dolce molto nutriente, ricco, sostanzioso e ipercalorico, anche se dipende dalle quantità che si mangiano. Si presenta come un panetto denso, che ricorda un po’ il torrone, ma molto più morbido e friabile. Si può trovare confezionato in barattoli tondi, simili a quelli del caffè, così come fresco, in grandi “panettoni” di halva, soprattutto nei mercati, dove viene tagliato in diretta e venduto al peso. È proprio in uno di questi mercati, il Carmel Market di Tel Aviv, che noi l’abbiamo provato alla bancarella del Dr. Halva, che ci ha raccontato la leggenda che gira su questo prodotto e la ricetta per prepararlo anche a casa.
La leggenda dell’halva: un elisir d’amore
“Ma per chi è tutto questo halva?” mi ha chiesto il Dr. Halva al mercato. “Lo voglio far assaggiare al mio ragazzo, a Milano, perché?” ho risposto. Lui è scoppiato a ridere. “Sai a che cosa vai incontro?”, mi ha domandato, continuando a ridere sotto i baffi. Quasi un po’ infastidita, stavo per andarmene con il mio dolce, quando mi ha detto: “regalare l’halva a qualcuno significa legarlo a te per sempre, vale più di qualsiasi promessa d’amore. C’è una leggenda che racconta che tutte le volte che qualcuno ha portato l’halva al suo amato, non si sono mai più lasciati”. E in effetti, a pensarci bene, mia nonna Grazia e mio nonno Biba, che mangiavano sempre halva (anche se non so chi l’abbia portato all’altro per primo), sono l’unica coppia che in tutta la mia famiglia non si è mai separata… forse anche perché erano entrambi a loro volta già divorziati! Dunque, se vi cimentate nella preparazione di questo dolce pieno di significati, pensateci bene a chi portarlo o anche solo far assaggiare.
Halva: la ricetta del Dr. Halva
Come anticipato, la ricetta che segue è quella che ci ha raccontato il Dr. Halva al mercato. Si tratta della preparazione base dell’halva, a cui potete aggiungere poi gli ingredienti che preferite, anche salati. Infatti, sapevate che esistono addirittura delle versioni con carote, zucca, patate e legumi? Buon divertimento!
Ingredienti
- 220 g pasta di tahina
- 150 g zucchero, meglio se di canna (o miele)
- 70 ml acqua
- 1 limone
- q.b. di semi di cardamomo
- q.b. di pistacchi o altri ingredienti
Procedimento
- In una pentola, fate bollire l’acqua insieme allo zucchero, al succo di mezzo limone e, a piacere, con i semi di cardamomo, finché non raggiunge una consistenza fluida simile a uno sciroppo o al caramello, poi lasciate raffreddare.
- Aggiungete al composto la pasta di tahina e mescolate. A questo punto, se non volete realizzare la versione classica, aggiungete l’ingrediente desiderato, come ad esempio i pistacchi o le mandorle.
- Versate l’impasto in un contenitore, meglio se rettangolare, facendo attenzione a compattarlo bene e lasciate in frigo coperto con una pellicola dalle 24 alle 36 ore.
- Una volta trascorso il tempo necessario, capovolgete il dolce su un piatto e servite a fette. Mi raccomando, non fate poi l’errore di rimettere in frigo quello avanzato: l’halva va conservato fuori, a temperatura ambiente!
E voi, conoscevate già questo delizioso dolce mediterraneo che è l’halva? Avete voglia di raccontarci di che cosa sa la vostra infanzia?