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Perché la dieta gluten free non fa bene a tutti?

Dal 13 al 21 maggio si è svolta la terza edizione della Settimana Nazionale della Celiachia, Promossa dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC), con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID), per informare e sensibilizzare riguardo ad una patologia che interessa circa 600.000 italiani. Due sono gli aspetti più interessanti (e preoccupanti) emersi durante queste giornate dove in tutto il paese si sono realizzate iniziative dedicate alla celiachia. Innanzitutto, se consumare alimenti senza glutine per i celiaci è una necessità, nel nostro paese ci sono circa 6 milioni di persone che seguono una dieta gluten free non per un reale bisogno, ma più per moda. Non solo, oltre che inutile e costosa, questa scelta può comportare dei rischi, perché non sempre i cibi senza glutine fanno bene e sono migliori di altri, come dimostrerebbe una recente ricerca europea. Per fare chiarezza ne abbiamo parlato con la dott.ssa Francesca Evangelisti – biologa nutrizionista.

Cos’è il glutine? Sensibilità, intolleranza ed allergia

alimentazione senza glutine fa male

“Il glutine è una proteina che si trova in molti cereali quali, ad esempio, frumento, segale, orzo, farro, kamut”, specifica l’intervistata. Si tratta di una sostanza che, per la sua struttura, viene ampiamente utilizzata a livello industriale per ottenere impasti elastici nella produzione di pasta, pizza e altri prodotti da forno. La sua struttura collosa, però, può creare problemi in alcune persone particolarmente sensibili, poiché determina nell’intestino una situazione non ottimale per la digestione. Gli enzimi digestivi infatti, pur riuscendoci, incontrano non poche difficoltà a digerire e metabolizzare questa molecola complessa, col risultato che l’intero processo digestivo è rallentato. La nutrizionista spiega che “un suo consumo eccessivo può pertanto portare a disturbi di varia natura a carico dell’apparato gastrointestinale, tipici delle difficoltà digestive, come gonfiore addominale, flatulenza, crampi addominali, irritazione intestinale ed evacuazione non regolare”. Se a questi disturbi digestivi si aggiungono sintomi più seri, come mal di testa, nausea, stanchezza, dolori muscolari, foggy mind, o sfoghi a carico di pelle e capelli, si parla di sensibilità al glutine (gluten sensitivity), una patologia ancora poco conosciuta e per la quale, a differenza di celiachia o allergia, non esistono ancora esami diagnostici.

“La celiachia, invece, è un’intolleranza al glutine che colpisce persone geneticamente predisposte e comporta un’infiammazione cronica dell’intestino”. Si diagnostica con esami appositi e prevede l’eliminazione degli alimenti contenenti la proteina.
Infine, la dottoressa chiarisce che “l’allergia al grano è un’allergia alimentare che si manifesta con sintomi che colpiscono soprattutto la pelle e le vie respiratorie, come asma, riniti o sfoghi cutanei”. La terapia non comporta necessariamente l’eliminazione degli alimenti contenenti glutine, ma si procede attraverso farmaci ed evitando il consumo di proteine del grano.

Gluten free per moda: in Italia è boom

La dottoressa specifica che in caso di sensibilità, “ciò che si può consigliare è un regime alimentare più o meno breve di esclusione del glutine dall’alimentazione e successiva graduale reintroduzione”, al fine di recuperare lo stato infiammatorio che, nei suddetti casi, può derivare dal suo consumo. In tal senso, quindi, non si parla di eliminazione completa, ma solo temporanea. “In assenza della sintomatologia di cui sopra – prosegue la nutrizionista – è assolutamente inutile eliminare il glutine dalla propria alimentazione, non avendo nessun valore dal punto di vista nutrizionale o in vista di un eventuale dimagrimento”.

Sei milioni di italiani mangiano gluten free per moda

Stando ai dati Nielsen diffusi dall’Associazione Italiana Celiachia, invece, ogni anno nel nostro paese si spendono 320 milioni di euro nella dieta gluten free per moda, o comunque in assenza di celiachia, ma solo associando, erroneamente, presunti benefici o effetti dimagranti all’alimentazione priva di glutine. Non è così e, anzi, “se non c’è motivo per consumare alimenti senza glutine si peggiora inutilmente la dieta” specificano gli esperti di AIC.
Vediamo quali sono i rischi di una dieta gluten free per moda, con l’aiuto della nutrizionista.

La dieta gluten free non fa bene a tutti

“Consumare alimenti senza glutine solo se malati“, questa la raccomandazione degli esperti.
Infatti, sottolinea la dott.ssa Evangelisti “sembra che la sottrazione completa del glutine possa essere legata all’insorgenza di eventuali intolleranze e/o allergie nei suoi confronti, con seri problemi quando poi verrà reintrodotto. Questo avviene poiché o si decide a priori di non mangiare mai più glutine per tutta la vita (cosa molto improbabile, dato che una dieta senza glutine è impegnativa e costosa, come sanno bene i celiaci) o, quando si ricomincerà a mangiarlo, si potrebbero avere difficoltà nel metabolizzarlo”.

Bisogna inoltre ricordare che non tutti i prodotti gluten free sono dietetici. Pensiamo ad esempio ad una merendina; sarà certamente senza glutine, ma conterrà gli stessi zuccheri (o magari di più?) del corrispettivo glutinato.

È quanto confermato anche dalla Società europea di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica (Espghan) che in un recente studio ha confrontato 654 prodotti gluten-free come pane, pasta, pizza, farine e biscotti di 25 marche diverse, con gli equivalenti che invece contengono il glutine. I risultati evidenziano come i cibi gluten free spesso non siano salutari. Gli esperti dell’Espghanm, infatti, hanno rilevato un maggior contenuto di grassi saturi, sostenendo che molti cibi senza glutine, in particolare quelli destinati ai bambini, “Inducono ad una dieta sbilanciata, le confezioni ingannano e i ragazzini celiaci rischiano obesità“.

Per questo motivo gli scienziati hanno lanciato un appello al mercato alimentare dei prodotti gluten free chiedendo che gli alimenti senza glutine siano riformulati con materie prime più salutari e che siano nutrizionalmente bilanciati. Inoltre, hanno ribadito che la dieta gluten free per moda, se non si soffre di celiachia, non porta nessun beneficio e, anzi, nei bambini può comportare rischi.

I rischi per i bambini

Per i motivi detti sopra, sottrarre il glutine dall’alimentazione dei bambini è assolutamente inutile e controproducente, perché in tale caso il rischio di sviluppare una successiva sensibilità verso questa sostanza, se non addirittura la celiachia, è molto alto.

“Bisogna ricordare che il bambino, come l’adolescente, è un individuo in fase di crescita ed è pertanto fondamentale che tutti gli organi e apparati, compreso quello gastrointestinale, si sviluppino nel modo corretto”, specifica la nutrizionista. “Se, in fase di crescita, il nostro organismo non impara a conoscere e ad interagire con tutte le sostanze alimentari, è probabile che poi non sarà più in grado di farlo.
In assenza di reali patologie, occorre fare particolare attenzione al glutine solo in fase di svezzamento, quando è opportuno introdurlo gradualmente, magari a giorni alterni e in quantità via via crescenti, per evitare una somministrazione improvvisa e massiccia di quella che è e rimane pur sempre una molecola complessa e, pertanto, difficile da metabolizzare”.

La dottoressa conclude sottolineando che, “dal momento che siamo più o meno tutti soggetti ad un accumulo eccessivo di glutine e, quindi, all’insorgenza di una sensibilità nei confronti di questa molecola, la cosa veramente importante è seguire sempre un’alimentazione varia, concetto che deve valere per tutti gli alimenti, quindi anche per i cereali”.
Il consiglio è quindi quello di “alternare pane e pasta ad altri cereali, quali ad esempio riso integrale e mais, che sono privi per natura di glutine. In questo modo non si verificherà mai un accumulo di glutine e, quindi, una eventuale sintomatologia legata ad un suo eccessivo consumo”. Altro suggerimento è quello di consumare cereali integrali, nei quali il glutine risulta molto più digeribile, “sia perché ha una struttura diversa, sia perché i cereali integrali sono più ricchi di minerali e vitamine, che attivano i nostri enzimi digestivi, rendendo la loro azione molto più efficace”.
Per chi desiderasse approfondire, abbiamo parlato di celiachia e possibili cause con il prof. Umberto Volta, specialista di lungo corso e coordinatore del board scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia.

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