Viaggio tra i frutti esotici: cosa sono, quali sono i più diffusi in Italia e da dove provengono

 

Con l’arrivo della stagione calda aumenta anche la voglia di cibi freschi e bevande dissetanti a base di frutta. Spesso, però, oltre ai classici estivi come pesche, albicocche, ciliegie e meloni, scatta la voglia di provare qualcosa di nuovo, magari per dare uno sprint in più a macedonie e frullati o, semplicemente, per assaggiare un gusto diverso. I frutti esotici, in particolare, con i loro colori accesi e il sapore invitante, incuriosiscono molto e sono sempre più presenti sulle nostre tavole. Un tempo non era così facile reperirli, mentre oggi è molto più semplice trovarli presso la grande distribuzione. Ma quali sono i frutti tropicali più conosciuti? Quali sono i più diffusi in Italia e i più “strani” esistenti al mondo? Scopriamolo in questo approfondimento tutto dedicato alla frutta esotica!

Francisco Duarte Mendes/shutterstock.com

Frutti esotici: cosa sono, da dove vengono e le loro caratteristiche

Con “frutti esotici” si intendono quei frutti che crescono perlopiù nelle zone tropicali del globo, come ad esempio Africa, Sud Est Asiatico, America centrale e meridionale. In Italia, quindi, è possibile trovarli soprattutto grazie all’importazione, anche se molti di essi cominciano a essere sempre più coltivati anche nel nostro Paese. L’universo dei frutti tropicali è molto vasto e variegato: alcuni di essi li conosciamo molto bene perché è da tanto tempo che siamo abituati a vederli e a consumarli – pensiamo alle banane, all’ananas, al cocco – mentre altri sono meno popolari: magari ne abbiamo sentito parlare, sappiamo che aspetto hanno ma non li abbiamo mai assaggiati, oppure potrebbero risultarci del tutto sconosciuti… e, fidatevi, ce ne sono alcuni davvero singolari!

La grande varietà nella frutta esotica si esprime anche nei sapori e nei profumi che questi prodotti sanno offrire. Ci sono quelli tendenzialmente dolci, come il mango, quelli dolci-aciduli, come il frutto della passione, quelli dalle note fresche e aspre, come il finger lime. In generale, per quanto riguarda i benefici, possiamo dire che i frutti tropicali sono ricchi di nutrienti, anche se ognuno naturalmente ha le sue proprietà specifiche. 

Quali sono i frutti esotici e come si chiamano: i nomi più famosi e curiosi

Entriamo ora nel vivo di questo viaggio e andiamo alla scoperta dei nomi di alcuni frutti tropicali più famosi, partendo proprio da quelli più diffusi nel nostro Paese e che abbiamo imparato a conoscere: pronti a scoprirli tutti?

I frutti esotici più diffusi in Italia: dalla banana all’avocado

Sono tanti i frutti che consumiamo quotidianamente e di cui diamo ormai per “scontata” la presenza sugli scaffali del supermercato, anche se si tratta di prodotti che hanno origine in Paesi lontani. Ecco un elenco dei frutti tropicali più conosciuti in Italia:

  • Ananas: proveniente dall’America tropicale, i primi riferimenti a questo frutto sono di Cristoforo Colombo. Dolce ma con poche calorie, l’ananas viene coltivata in vari Paesi, tra cui principalmente la Costa Rica, le Filippine, il Brasile e la Thailandia. Ottima da sola, all’interno di macedonie o sotto forma di succo, il solo nominarla fa estate!
  • Banana: si tratta di uno dei frutti più consumati al mondo ed è originaria del sud-est asiatico. Oggi la banana viene coltivata in diversi Paesi e uno dei maggiori esportatori è l’Ecuador. La banana può essere usata all’interno di frullati, per colazioni nutrienti e salutari, ma anche per realizzare dei dolci.
  • Cocco: coltivata specialmente in Indonesia, Filippine e India, la noce di cocco può essere consumata in tanti modi, ad esempio al naturale, insieme ad altra frutta, ma anche come ingrediente per golosi dessert. Un must della stagione calda!
  • Avocado: l’avocado è un frutto esotico particolarmente in voga al momento, anche per via delle sue proprietà nutrizionali. Probabilmente originario del Messico e dell’America centrale, è un ingrediente molto versatile, che può essere impiegato in numerose ricette dolci e salate.
  • Mango: di questo frutto esistono diverse varietà, di conseguenza la buccia può essere verde, gialla, rossa o presentare un mix di questi colori, e tra i principali Paesi produttori c’è l’India. Pur avendo un sapore dolce, il mango può essere abbinato anche a piatti salati, ad esempio in sfiziose poke bowl.
  • Papaya: dall’espetto simile a quello di un melone, la papaya ha un gusto generalmente dolce che in parte ricorda quello dell’ananas e del melone. Nativa dell’America Centrale, può essere gustata al naturale, all’interno di insalate, frullati e macedonie.
  • Datteri: originari del Medio Oriente, sono frutti dall’elevato potere energetico che troviamo spesso sulle nostre tavole in occasione delle feste natalizie. Si mangiano perlopiù secchi e vengono usati anche per realizzare marmellate, bevande e la farina di dattero. 
  • Lime: prodotto anche in Italia, è un frutto tipico dell’America Latina e del Sud-est Asiatico. Il lime si differenzia dal limone per dimensioni e colore (il lime è verde e più piccolo) ma anche per il sapore, perché rispetto al limone ha una maggiore asprezza e acidità.
  • Passion fruit: proviene dalle regioni tropicali dell’America e la maggior parte dei frutti ha un guscio di color viola, ma esiste anche una varietà con buccia gialla. Profumatissimo e dal sapore dolce-acidulo, il frutto della passione può essere utilizzato per realizzare succhi, dolci, ma anche come abbinamento particolare in piatti salati. 

Malgrado spesso non ci si pensi, esistono tanti altri frutti le cui origini non sono italiane, anche se oggi sono fortemente presenti nel nostro Paese; prodotti che, pur provenendo da altre zone del mondo, da tanto tempo ormai vengono coltivati in Italia. I fichi d’india, ad esempio, sono nati in Messico e si sono poi diffusi nel bacino del Mediterraneo e oggi sono parte integrante del paesaggio di molte zone del Sud Italia, mentre i kiwi provengono dalla Cina, da dove furono portati in Nuova Zelanda (il nome stesso deriva da quello di un uccello di questo Paese). Oggi, comunque, l’Italia rappresenta uno dei maggiori produttori di kiwi.

New Africa/shutterstock.com

Verdi, rossi, gialli: il mondo colorato e variegato dei frutti esotici 

Dopo aver visto alcuni dei frutti tropicali generalmente più conosciuti in Italia, avventuriamoci alla scoperta di altri nomi di frutta esotica, probabilmente meno popolari nel nostro Paese, ma comunque molto interessanti da scoprire:

  • Platano: assomiglia molto alla banana ma si differenzia soprattutto nella polpa, più soda e ricca di amido. Diffuso specialmente in Paesi come Africa, America Centrale e America del Sud, di solito viene consumato cotto ed è un componente centrale nell’alimentazione delle popolazioni di questi luoghi.
  • Bananito: come si intuisce dal nome, il bananito assomiglia alla banana ma ha dimensioni più piccole. Coltivato in diverse regioni tropicali e subtropicali, ha una polpa morbida, dolce e una buccia liscia e sottile.
  • Banane rosse: in pochi forse conoscono questa varietà che si distingue per la buccia rosso-violacea. La banana rossa ha origini asiatiche, è più piccola della banana tradizionale, è morbida, dolce e con sentori riconducibili al lampone. 
  • Litchi: questi frutti di color rossiccio sono originari della Cina meridionale e del Sud-est asiatico. Hanno una forma a cuore e all’interno una polpa bianca, dolce e profumata.  
  • Annona Cherimola: proveniente dagli altipiani di Ecuador, Perù, Colombia e Bolivia, ha un aspetto tondeggiante e una buccia verde con una sorta di squame. All’interno racchiude una polpa bianca e morbida con dei grossi semi. 
  • Asmina: originaria degli Stati Uniti orientali, presenta una buccia giallo-verde e una polpa giallo-arancione contenente semi marroni. La polpa è dolce e la si può gustare con un cucchiaino, proprio come un dessert.  
  • Guava: questo frutto esotico proverrebbe dall’America tropicale ma oggi cresce anche in altre regioni con questo clima. Si tratta di una bacca rotonda e ne esistono diverse varietà, ad esempio con la polpa bianca o la polpa rosa. 
  • Feijoa: imparentata con la guava, è coltivata in diversi Paesi del mondo. Originaria dell’America latina, è una bacca verde con polpa di colore bianco-giallastro e un sapore che può ricordare la mela e l’ananas.
  • Finger Lime: è un agrume molto curioso, di origini australiane. La sua particolarità è quella di presentare una forma allungata e di avere una polpa formata da tante piccole sfere, simili al caviale. 
  • Tamarindo: originario dell’Africa, si presenta come un baccello marrone, lungo fino a 15 centimetri, con all’interno da 4 a 12 bacche. Del tamarindo si usa principalmente la polpa che può essere impiegata in vari modi, ad esempio per salse, bevande e marmellate.

I frutti esotici più strani, dalla “Mano di Buddha” al frutto più “puzzolente” al mondo

La frutta esotica riserva tante sorprese, per cui vogliamo chiudere questa carrellata con 5 frutti tropicali davvero singolari e particolari, soprattutto per la loro forma ma anche per altre caratteristiche: 

  • Pitaya: chiamato anche Dragon Fruit e originario del Sudamerica, è un frutto dall’aspetto davvero curioso e appariscente. La buccia è fucsia, infatti, mentre l’interno è bianco e cosparso di semi di piccole dimensioni. Esistono tuttavia anche varianti con la polpa rossa e con la buccia gialla.
  • Carambola: anche questo frutto ha un aspetto molto particolare, specie quando viene tagliato. Per via della sua forma, infatti, quando lo si taglia si formano delle fette che hanno le sembianze di una stella a 5 punte! La carambola proviene dal continente asiatico ma oggi viene coltivata anche altrove, come negli Stati Uniti. 
  • Mano di Buddha: a cosa è dovuto questo nome curioso? Alla forma del frutto: gli spicchi di questa varietà di cedro, infatti, non si sviluppano in modo usuale, dando al frutto la tipica forma rotonda, ma creano degli allungamenti che sembrano proprio delle dita. Le sue origini provengono da Cina e Giappone.   
  • Mangostano: si tratta di una bacca violacea al cui interno è racchiusa una polpa bianca simile a un mandarino, il cui sapore può ricordare il litchi e la pesca. Proveniente dalle zone tropicali dell’Asia, è un frutto dall’aspetto molto particolare, quindi, e leggenda narra che la Regina Vittoria ne fosse una grande estimatrice.
  • Durian: e se vi dicessimo che esiste un frutto esotico che, nonostante il suo cattivo odore, è amatissimo? Stiamo parlando del durian, frutto molto conosciuto e apprezzato nel Sud-est asiatico che per molti, però, ha un odore davvero sgradevole, tanto da essere vietato in alcuni luoghi pubblici. 

Quali sono i frutti esotici che si possono coltivare in Italia?

Quando si parla di frutta tropicale importata, poi, c’è da considerare la tematica, delicata e complessa, della sostenibilità. L’esempio di cui si parla più spesso riguarda l’avocado, argomento che abbiamo approfondito in questo articolo dedicato alle conseguenze ambientali della produzione di avocado. Come abbiamo anticipato, però, oggi diversi frutti esotici vengono coltivati anche in Italia, principalmente in alcune regioni del sud. Come spiega Coldiretti, si tratterebbe di una delle conseguenze del cambiamento climatico che ha portato a un incremento della coltivazione di frutti tropicali Made in Italy, in particolare in Sicilia, Puglia e Calabria. La maggiore tropicalizzazione del clima ha infatti creato condizioni favorevoli per produrre questo tipi di frutti, tra cui ci sono ad esempio avocado, mango, lime, annona, frutto della passione, feijoa e litchi. 

E voi conoscevate questi frutti esotici? Quali avete assaggiato o vorreste provare?


Immagine in evidenza di: New Africa/shutterstock.com

 

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