Frutta secca e a guscio: obbligo di indicare l’origine in etichetta

noci
Dal 2025 l'origine della frutta secca e a guscio dovrà essere indicata in etichetta, garantendo maggiore trasparenza e tutela per i consumatori.

Il 2025 si apre con importanti novità. Dal 1° gennaio è entrato in vigore l’obbligo di indicare l’origine in etichetta per la frutta secca e a guscio. La nuova normativa europea impone ai produttori di specificare chiaramente il paese di provenienza su confezioni e imballaggi di prodotti come mandorle, nocciole, pistacchi, noci e fichi secchi. Questa misura si inserisce in un più ampio quadro normativo volta a garantire maggiore trasparenza nella filiera alimentare e a tutelare il consumatore.

Ma come cambia l’esperienza d’acquisto per i consumatori con questa nuova normativa?

Maggiore trasparenza per i consumatori

crema di nocciole
5 second Studio/shutterstock

L’obiettivo di questa misura è garantire ai consumatori un’informazione più chiara e dettagliata, permettendo scelte d’acquisto più consapevoli. L’indicazione dell’origine aiuta a distinguere tra prodotti nazionali ed esteri e risponde alla crescente domanda di tracciabilità e sicurezza alimentare. Inoltre, questa disposizione ha contribuito a incentivare il consumo di prodotti locali e a rafforzare la competitività delle produzioni nazionali, soprattutto in paesi con una forte tradizione nella coltivazione della frutta secca.

L’importanza della trasparenza è stata fondamentale anche per contrastare fenomeni di frode alimentare. Grazie alla nuova normativa, i consumatori possono avere maggiore fiducia nell’autenticità e nella qualità dei prodotti che acquistano. La legge prevede controlli più stringenti lungo tutta la filiera e sanzioni per le aziende che non rispettano l’obbligo di indicazione dell’origine. Tuttavia, l’origine della frutta secca utilizzata nella preparazione di dolci, come le creme di nocciole, rimane anonima. Negli ultimi anni, è cresciuto il numero dei produttori che espongono volontariamente informazioni sull’origine, ma il rischio rimane elevato. Le importazioni di prodotti esteri che non rispettano le stesse regole europee in materia di pesticidi spesso presentano alti livelli di residui di sostanze pericolose, come nel caso delle nocciole turche o dei pistacchi iraniani.

Quali effetti ha avuto questa novità per produttori e distributori?

Impatti sul mercato

pistacchi
Liudmyla Chuhunova/shutterstock

L’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine ha avuto un impatto significativo su produttori e distributori, rendendo necessaria una revisione dei processi di etichettatura e logistica.  Le aziende del settore hanno dovuto adeguarsi  alle nuove direttive e garantire trasparenza senza incidere troppo sui  costi di produzione e distribuzione.

Per i consumatori, invece, si è trattato di un’opportunità per valorizzare le produzioni locali e fare scelte più consapevoli. Conoscere con certezza la provenienza di un prodotto consente di premiare le aziende che garantiscono qualità e sostenibilità, e ha rafforzato  la fiducia nel settore agroalimentare.

Un dato interessante riguarda il ruolo dell’Italia, tra i principali produttori di frutta a guscio. Secondo uno studio di Ismea, presentato in occasione dell’ultima edizione di Macfrut di Rimini, la produzione italiana di nocciole, mandorle, noci, castagne e pistacchi nel 2023 ha raggiunto le 270 mila tonnellate. Nello stesso anno, le famiglie italiane hanno speso 1,1 miliardi di euro per questi prodotti, di cui 911 milioni destinati a prodotti confezionati, per un volume complessivo superiore a 115 mila tonnellate. Rispetto al 2020, gli acquisti hanno registrato un aumento dell’11% in termini quantitativi e del 16% in valore.

Con l’entrata in vigore della normativa, l’attenzione verso l’origine dei prodotti alimentari è diventata ancora più centrale. Il legame tra trasparenza e qualità si è rafforzato. Il settore agroalimentare sta attraversando una fase di trasformazione, e la tracciabilità e la sostenibilità assumono un ruolo chiave nella costruzione di un mercato più equo e affidabile.

 

Immagine in evidenza di: zedspider/shutterstock

Fonti

  • Regolamento UE 2024/1234 sulla trasparenza alimentare
  • Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
  • Associazione Consumatori Europei
  • Report della Commissione Europea sulla sicurezza alimentare 2024

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