Frodi nel settore alimentare: come si differenziano e quali sono le più comuni?

Frodi alimentari

 

Tutti, quando acquistiamo un alimento, vorremo consumare il “reale” prodotto che abbiamo scelto e per cui, in base all’origine, alla materia prima o al processo produttivo, abbiamo pagato una determinata somma di denaro. Ad esempio, acquistando un prodotto IGP, DOP o DOCG, ci si aspetta di consumare un’eccellenza alimentare, dove tutto il suo percorso produttivo viene regolamentato, o più semplicemente comprando del latte intero, che questo contenga la reale percentuale di parte grassa che dovrebbe possedere per essere denominato tale.

Purtroppo, oggi come in passato, non sempre vengono posti in commercio prodotti sicuri e conformi alla legge, ma si può assistere a una frode alimentare. Vediamo insieme in questo articolo che cosa si intende con questa espressione e quali sono le frodi più comuni.

Cosa si intende per frode alimentare?

Quando si parla di frode alimentare, si intende la produzione e commercializzazione di alimenti non conformi alle normative vigenti, che causano un danno al consumatore, danno che non è solo igienico-sanitario, ma anche economico.

I prodotti sono non conformi alla legge, quando, ad esempio, non seguono il “corretto” processo produttivo, o non contengono i “corretti” ingredienti o ancora quando non vi è corrispondenza tra ciò che viene dichiarato in etichetta e ciò che realmente contiene l’alimento.

Il tema delle frodi oramai è diventato un fenomeno globale e in continua evoluzione. Proprio per questo, importanti standard internazionali, che basano il loro metodo su un approccio integrato di qualità e sicurezza alimentare, effettuano e richiedono all’interno delle aziende produttrici – di trasporto e stoccaggio del settore alimentare – una continua valutazione del rischio frode attraverso ispezioni e controlli analitici.

Frodi alimentari tipologie
JARIRIYAWAT/shutterstock.com

Le modificazioni a carico degli alimenti ad opera dell’uomo: differenza tra le diverse tipologie di frodi

Anche se è difficile delineare una netta distinzione, le frodi alimentari vengono suddivise in due tipologie: frodi commerciali e frodi sanitarie. Fondamentalmente, se avviene una modifica a carico dell’alimento, la si fa per aumentare il profitto abbassando i costi di produzione, ma così facendo si potrebbe mettere in commercio un alimento pericoloso per la salute del consumatore. Vediamo meglio le due categorie di frodi.

Frode commerciale

Quando si parla di frode commerciale, l’alimento immesso sul mercato non ha subito delle alterazioni che lo rendono dannoso e igienicamente non sicuro, ma il consumatore andrà a pagare un prezzo che effettivamente non rispecchia il prodotto in questione. Dichiarare una diversa origine di provenienza della materia prima o dell’alimento finito, modificare il processo produttivo e non assicurare un determinato livello di qualità, spacciando magari un prodotto per biologico che in realtà non è, sono tutti atti fraudolenti in commercio.

Frode sanitaria

Si avrà una frode sanitaria, invece, quando si utilizzano sostanze che possono essere pericolose per la salute umana. L’art. 442 del Codice Penale specifica che le frodi sanitarie possono essere commesse da “chiunque detiene per il commercio o pone in commercio o distribuisce per il consumo acque, sostanze o cose da altri avvelenate, adulterate o contraffatte in modo pericoloso per la salute pubblica”. Le frodi sanitarie si differenziano, inoltre, in base al tipo di modifica che l’alimento subisce. Si parlerà quindi di:

  • Adulterazione: operazione che consiste nel variare la composizione di un alimento, sostituendo gli elementi propri del prodotto con elementi di qualità inferiore o sottraendo sostanze senza dichiararlo (per esempio, la scrematura del latte non dichiarata in etichetta).
  • Falsificazione: prevede la commercializzazione di un alimento con la denominazione propria di un altro tipo di alimento (ad esempio, la vendita di margarina per burro o quella di olio di semi per olio d’oliva).
  • Sofisticazione: avviene una modificazione della composizione dell’alimento con sostituzione parziale di componenti propri dell’alimento stesso, con lo scopo di migliorarne l’aspetto o di coprirne difetti.
  • Contraffazione: anche se questa operazione fraudolenta può sembrare simile alla sofisticazione e adulterazione, è comunque considerata come frode, perché prevede la messa in vendita di prodotti con nomi o marchi che possono indurre in inganno il consumatore.

Le frodi alimentari: quali sono le più comuni e quelle che non ci si aspetterebbe

Gli alimenti che subiscono le operazioni di frode sono purtroppo numerosi. L’EU Food Fraud Network, rete di controllo europeo che opera per prevenire e contrastare le frodi, ogni anno pubblica un report in cui vengono segnalate le richieste di intervento e le azioni fraudolente commesse ai danni dei prodotti alimentari. Nel documento è emerso che per l’anno 2019, rispetto agli anni precedenti, le richieste di supporto e intervento contro le frodi sono state elevatissime.

Frodi alimentari carne
Andrei Iakhniuk/shutterstock.com

Ecco di seguito, gli alimenti più soggetti a frode e alcuni esempi delle modifiche che possono subiscono:

  • gli olii e grassi: in commercio si può trovare della margarina venduta con la denominazione di burro; l’olio d’oliva diluito con acqua o messo in bottiglie che in etichetta riportano la denominazione “olio d’oliva extra-vergine”, ma che in realtà sono addizionati con olio di semi o trattati con sostanze deodoranti o decoloranti.
  • I prodotti ittici e i prodotti a base di pesce: tra gli esempi più classici c’è la vendita di pesce scongelato dichiarato prodotto fresco o quella di pesce d’allevamento per pesce catturato in mare. O ancora, esposti sui banchi vendita, si trovano prodotti già in stato di alterazione ma trattati con additivi per mascherarlo.
  • La carne e i prodotti a base di carne: in primis, c’è la vendita di carni contenenti residui di medicinali, il cui trattamento non è stato dichiarato e senza il rispetto dei tempi di carenza, cioè quel periodo che deve intercorrere tra l’ultima somministrazione del farmaco e l’avvio dell’animale al macello. Poi anche la somministrazione o vendita di tagli meno pregiati spacciati per tagli di prima scelta.
  • Il latte e prodotti lattiero-caseari: può capitare di trovare in commercio latte a cui è stata aggiunta dell’acqua, oppure in etichetta si dichiara che in bottiglia sia presente latte intero ma che in realtà è scremato; latte trattato con acqua ossigenata per abbassare la carica microbica. E ancora, per i prodotti lattiero-caseari, come la mozzarella, viene dichiarato l’uso del latte durante il processo produttivo, ma in realtà si utilizza la cagliata pronta che è un semilavorato ottenuto dal latte ma di minor pregio.

Le frodi alimentari, però, avvengono inaspettatamente anche in altri prodotti. In generale, quello che accade è che subiscono una loro sostituzione totale o parziale con materie prime di minor pregio. Ecco qualche esempio:

  • le spezie, in modo particolare l’origano
  • i cereali e prodotti della panetteria;
  • le bevande alcoliche;
  • la frutta a guscio, come le noci.

Le frodi “Made in Italy”

Frodi alimentari Made in Italy
Tero Vesalainen/shutterstock.com

Gran parte del settore alimentare è, come abbiamo visto, suscettibile alle frodi, così come i prodotti Made in Italy, nostre eccellenze culinarie. La denominazione di questi alimenti sembra italiana, ma di italiano non hanno niente, ad esempio riportando nomi storpiati e immagini in etichetta che possono indurre il consumatore in errore, soprattutto quello straniero. Vengono prodotti all’estero e in modo ingannevole riportano la denominazione d’origine protetta o l’origine geografica garantita. Tra i più imitati troviamo:

  • il parmigiano;
  • la mozzarella;
  • il pecorino romano;
  • gli insaccati;
  • l’olio extra-vergine d’oliva;
  • il vino.

Tutto questo causa un danno all’immagine dei nostri prodotti e una riduzione della possibilità di esportare all’estero.

Chi controlla e previene le frodi?

Controllo frodi
SeventyFour/shutterstock.com

In Italia e a livello internazionale sono numerosi gli organismi che svolgono l’attività di tutela, prevenzione e repressione frodi. L’ICQRF, acronimo che sta per “Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari”, è uno dei maggiori organismi di controllo a livello europeo. I compiti che svolge sono:

  • prevenzione e repressione delle frodi nel commercio dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per l’agricoltura;
  • vigilanza sulle produzioni di qualità registrata;
  • contrasto dell’irregolare commercializzazione dei prodotti agroalimentari introdotti da Stati membri o Paesi terzi e i fenomeni fraudolenti che generano situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori e sanzioni per il corretto funzionamento degli accordi interprofessionali.

A livello internazionali troviamo l’UE Food Network e una serie di standard internazionali, come BRC (Brand Reputation Compliance) e IFS (International Food Standard) ed altri ancora, che, portando avanti un approccio integrato con la metodologia Haccp, sistemi di qualità e le buone pratiche di lavorazione, delineano delle procedure operative da seguire all’interno delle aziende per monitorare un’eventuale frode.

E ancora, in Italia i controlli vengono fatti dai reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri quali: Comando Carabinieri Tutela della Salute (NAS); Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri; Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera; Guardia di finanza. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze che opera con l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza si occupa invece della prevenzionerepressione delle frodi alimentari di natura fiscale.

Fortunatamente, non tutti gli alimenti che troviamo in commercio sono sottoposti a pratiche fraudolente, gli organi preposti al controllo delle frodi alimentari sono numerosi e in costante attività e altrettanto efficaci sono i metodi e i sistemi che permettono di riscontrare una frode. A voi lettori è mai capitato di aver acquistato un prodotto che poi è stato richiamato, perché non idoneo alla vendita?

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