Tutto ruota intorno al frigo. Un elettrodomestico irrinunciabile nelle nostre case che ci permette di conservare i cibi, ma che ha contribuito a farci perdere la percezione della stagionalità degli alimenti e della naturalità dei cicli agricoli. Da questo elemento parte la nostra intervista con Fabio Ciconte, attivista, ricercatore, presidente dell’associazione Terra! Onlus e autore di numerose inchieste su temi ambientali, che ci presenta il libro “Fragole d’Inverno”, pubblicato nel 2020 da Editori Laterza. Si tratta di un libro che accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta delle conseguenze concrete dei cambiamenti climatici sul mondo agricolo del Belpaese, ma anche ricco di consigli pratici per assumere consapevolezza delle nostre scelte alimentari e di consumo. “Racconto i miei viaggi in giro per l’Italia” ci spiega l’autore, “per scoprire, raccontare spiegare perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta.”
[elementor-template id='142071']Scegliere cosa mangiamo per salvare il pianeta
I dati che descrivono l’impatto e l’influenza della filiera agroalimentare sull’ambiente circostante sono piuttosto importanti e ormai noti. E sappiamo anche che la crisi climatica ha a sua volta un impatto sul mondo agricolo innescando un circolo vizioso in cui a stare peggio è il Pianeta ma non soltanto. Questa relazione tra un’agricoltura che inquina e che, allo stesso tempo, subisce le conseguenze del cambiamento climatico è fotografato dall’importante Special Report on Climate Change dell’IPCC, il gruppo intergovernativo dedicato al cambiamento climatico istituito dalle Nazioni Unite.
L’agricoltura e gli altri usi della terra sono responsabili del 23% delle emissioni totali di CO2, una percentuale che arriva al 37% se si includono i processi di trattamento dei prodotti alimentari. “L’8% di ciò è dato dallo spreco alimentare” aggiunge Fabio Ciconte raccontandoci come è nata l’idea del libro. “Ho iniziato a riflettere sull’effettivo grado di consapevolezza dei consumatori su questo tema. E per fornire loro, e a noi, strumenti, ho iniziato a incontrare agricoltori e produttori assistendo, talvolta addirittura insieme a loro, a quegli eventi straordinari che sono effetto del cambiamento climatico e distruggono raccolti e progetti.”
Ciconte aggiunge che “un evento climatico di questo tipo (grandinate, alluvioni, ecc, ndr) significa danni, povertà, ma spesso anche l’incertezza sul futuro della produzione. Pensiamo ad esempio alle albicocche coltivate in Toscana: hanno bisogno di temperature rigide d’inverno per poter maturare, con il riscaldamente globale questo non accadrà più.” Ed è soltanto uno dei tanti casi di cibi “in via di estinzione”, come anche le viti, che già risentono fortemente dei cambiamenti in atto.
“Fragole d’inverno”: l’intervista a Fabio Ciconte e i consigli per una spesa sostenibile
“Il libro è costruito attorno al frigorifero perché, secondo me, è l’elemento che ciascuno di noi ha vicino per capire la crisi climatica. Di fatto, siamo abituati ad avere tutto in casa indipendentemente dalle stagioni, comprese le fragole e le arance contemporaneamente. Ma questo significa che stiamo forzando la natura a compiere cicli che normalmente non farebbe, stiamo inquinando per trasportare gli alimenti molto lontano da dove vengono prodotti, ci stiamo disabituando ad adattarci ai tempi naturali.”
La ricetta, secondo Ciconte, per compiere scelte alimentari che possono contribuire a salvare il pianeta parte proprio dal rispetto della stagionalità dei cibi e da una rinnovata attenzione alla natura. “Sappiamo” aggiunge, “che dobbiamo mangiare meno carne – il perché ce lo raccontava Stefano Liberti presentandoci il suo documentario Soyalism ndr – e acquistarla a filiera corta, domandandoci da dove viene.”
Altrettanto importante è la lotta contro gli sprechi alimentari: in casa come lungo la filiera. Lo spreco, infatti, produce inquinamento e accresce le emissioni di CO2, diventando direttamente co-responsabile del riscaldamento globale e di tutti gli effetti che ne conseguono. Come abbiamo visto parlando in generale del fenomeno dello spreco alimentare in Italia, ciascuno può fare la sua parte per ridurre la quantità di alimenti buttata, ma non soltanto. Ciconte, infatti, sottolinea come, in quanto consumatori, possiamo influenzare anche la filiera e stimolare l’adozione di policy ecologiche e di riduzione degli sprechi a tutti i livelli. “Il consumatore” specifica l’autore del libro, “deve essere consapevole non soltanto di ciò che porta in tavola, ma anche della sua capacità di influenzare il mercato. Quando i negozi percepiscono un cambiamento delle abitudini di consumo, come ad esempio l’attenzione a un packaging sostenibile o leggero, esse vengono assecondate. Per questo, le scelte di ciascuno di noi possono aiutare a cambiare passo.”
“Fragole d’inverno”, titolo del libro di Ciconte, è dunque un ossimoro che evoca l’assurdità di un consumo alimentare che non asseconda e rispetta i cicli naturali. “Quello del cambiamento climatico e dell’impatto sull’agricoltura è un tema complesso” riflette l’intervistato, “ho provato a renderlo accessibile in maniera tale che possa essere compreso, aiutando le persone a capire che la posta in gioco è il futuro stesso del pianeta e che esiste una responsabilità condivisa.”
L’obiettivo è, dunque, quello di una filiera che rispetti la terra e le persone, anche grazie a un consumatore che chiede cibo di qualità che tuteli le persone che lavorano e i tempi della natura.