Passeggiare in montagna, osservare paesaggi idilliaci esplorando il bosco, la flora e la fauna, raccogliendo erbe naturali e profumate… sogno di una notte di mezza estate o un’immagine tratta da un libro di fiabe? Nessuna delle due: è il foraging, la tendenza che dall’America all’Europa sta spopolando tra i grandi chef e tra quanti amano portare le erbe spontanee a tavola. Si basa sull’alimurgia, la scienza che studia come impiegare le piante selvatiche in cucina durante le carestie, e oggi non è solo una nuova tendenza alimentare, ma anche un’attività rilassante all’aria aperta che ci aiuta a staccare dalla quotidianità riscoprendo il contatto diretto con la natura.
Esattamente allora cos’è il foraging e come integrare nella propria dieta le erbe selvatiche?
Foraging, così facciamo la spesa nel bosco
A riscoprire quest’antica attività in Italia è stata Valeria Margherita Mosca, che attraverso i corsi del gruppo Wood*ing promuove nel foraging la cultura dell’alimentazione con cibi spontanei selvatici, spiegando come raccogliere erbe commestibili per poi riutilizzarle in cucina.
Raccogliere cibo spontaneo esplorando il territorio, dalle montagne agli argini dei fiumi, dalle spiagge ai boschi, selezionando vegetali commestibili e funzionali al nostro benessere, “andare a castagne o a frutti di bosco”, fare spesa gratuitamente: questo è il foraging. Per poterlo praticare è importante essere preparati in materia, saper riconoscere i prodotti selvatici commestibili e conoscere le proprietà di ogni erbetta spontanea che si individua in natura. Quindi se si è novelli alla spesa nel bosco, prima di iniziare a praticare il foraging è necessario informarsi su quali siano le best practise da seguire per la raccolta. E poi sbizzarrirsi in cucina.
Benefici nutrizionali ed economici del foraging
Non solo frutti di bosco e castagne, ma anche erbe, fiori, bacche selvatiche, sono specialità che si trovano in natura e si possono usare in cucina preparando piatti genuini e saporiti dalle importanti proprietà nutrizionali e curative. Infatti, i cibi spontanei raccolti in ambienti incontaminati sono ricchi di valori positivi che possiamo introdurre nella nostra dieta: sapevate che le foglie di tarassaco hanno un alto contenuto di ferro? E che l’ortica è ricca di vitamina C? E che la malva è un rimedio naturale contro il raffreddore e la tosse? E che la margherita pratolina stimola la diuresi?
I cibi naturali che possiamo reperire all’aria aperta sono tantissimi e conoscerli tutti per sapere come impiegarli correttamente in cucina, trovando per ogni malanno un rimedio e per ogni cena tra amici una novità, è la sfida! Integrare la propria dieta con il foraging, non solo è un metodo sano per ottenere benefici naturali, ma anche economico, a impatto zero sul portafoglio.
Un mare di ricette dal sapore di bosco
Arricchire il nostro menu con prodotti naturali per preparare piatti ogni giorno diversi, genuini e colorati, non è impossibile. Tra le ricette più facili per iniziare, deliziosa e sostanziosa per una cena tra amici c’è la torta rustica di tarassaco e carciofi. E con il tarassaco, indicato per depurarsi a tavola e con proprietà anti-infiammatorie, ci sono tantissime altre ricette da provare. Ottimo per un pranzo domenicale è il capretto con finocchietto selvatico, che possiamo impiegare anche per fare una tisana digestiva se abbiamo mangiato troppo.
Un’altra tisana a costo zero da provare è quella di rosa canina, alleata dell’inverno. Mentre con le bacche di rosa canina possiamo fare anche un gustoso liquore da fine pasto, ricco di vitamina C anti influenza. Ma il ricettario è davvero ricco, ci si può deliziare in tanti modi con la cucina del foraging.
Volete lanciarvi nelle gite domenicali nei boschi e imparare anche voi a raccogliere erbe commestibili da utilizzare in cucina? Allora leggete la nostra guida su come raccogliere le piante selvatiche.