La cosiddetta doggy bag, da consuetudine già diffusa, presto potrebbe diventare realtà obbligatoria in tutti i ristoranti d’Italia. Una proposta di legge, infatti, vuole introdurre l’obbligo ai ristoratori italiani di fornire ai propri clienti un contenitore in cui riporre gli avanzi dei loro pasti per poterli portare a casa. L’obiettivo? Contrastare gli sprechi di cibo.
La proposta è stata presentata alla Camera da Giandiego Gatta, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale Dipartimento pesca e acquacoltura di FI e da Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. “Nel nostro Paese, secondo i dati della Fondazione Bdfn, ognuno di noi spreca 65 chili di cibo pro-capite l’anno, per comportamenti sbagliati nel consumo, in casa e al ristorante”, spiegano i promotori dell’iniziativa. Da qui l’idea di introdurre per legge la doggy bag, o meglio “family bag”, dato che non tutti hanno un amico a quattro zampe che aspetta il ritorno dei padroncini per l’abbuffata serale (che non sarebbe neanche adatta per la sua alimentazione!). Un comportamento virtuoso e forse ben presto obbligatorio, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza contro gli sprechi.
Doggy bag obbligatoria per legge nei ristoranti: un trend che è già realtà
La doggy bag però non è da considerarsi una novità. Negli Stati Uniti è un fenomeno sdoganato da anni. L’ambasciatrice principale di questa iniziativa è l’ex first lady americana, Michelle Obama, spesso fotografata con contenitori per il cibo che porta a casa dai ristoranti e di cui si è fatta promotrice negli ultimi anni. In Francia, è obbligatoria dal 2016 e la stessa cosa accade in Spagna dal 2022, dove per legge i ristoratori sono tenuti a offrire ai propri clienti confezioni riutilizzabili, compostabili o comunque a basso impatto ambientale per limitare la produzione di rifiuti.
Che sia giunto il momento anche per l’Italia di allinearsi coi tempi? L’iniziativa presentata alla Camera prevede che tutti i ristoratori abbiano sempre a disposizione dei contenitori a norma, riutilizzabili o riciclabili, e siano altrimenti sanzionabili con multe a partire dai 25 fino ai 125 euro. Il ristoratore – va precisato per evitare equivoci – è obbligato a fornire la vaschetta solo nel caso che il consumatore la richieda e la legge fa solo in modo che nessuno ponga rifiuto a questa richiesta. In assenza di contenitori, allora scatta la sanzione a scopo educativo, non vessatorio. Il deputato Gatta, nel presentare la proposta, ha poi sottolineato un aspetto fondamentale, ovvero che la proposta di legge invita a compiere “un atto di buon senso che aiuterebbe a contrastare lo spreco alimentare ma avrebbe anche una finalità sociale e solidale”.
[elementor-template id='142071']Family bag? Questione di galateo!
La quantità di spreco di cibo nei ristoranti continua a essere elevata. Supera addirittura il 30% dei pasti ordinati. Per questo motivo, in Cina, la doggy bag è entrata nel galateo: viene considerata un comportamento da persone educate, attente a evitare lo spreco di prodotti alimentari.
Ma si tratta di una pratica in realtà diffusa anche nel nostro Paese già da qualche anno, con circa 4 italiani su 10 che prima di uscire dal ristorante richiedono di portare a casa quello che è rimasto nel piatto. Tuttavia renderla obbligatoria per legge potrebbe davvero essere considerata una svolta.
Sì, perché se 4 cittadini su 10 mettono in pratica questa utile trovata, gli altri 6 sono ancora riluttanti nel farlo per motivi piuttosto futili: si sentono in imbarazzo nel chiedere la doggy bag al ristoratore, oppure molto spesso pensano di fare una figuraccia volendo portare a casa “gli avanzi”. L’introduzione della family bag nei ristoranti, invece, è un passaggio culturalmente importante e non è motivo di vergogna per nessuno. Anzi, considerando i 2 miliardi di persone malnutrite che soffrono la fame nel mondo, uscire dal ristorante senza sprecare il cibo che non si è consumato dopo i pasti risulta una forma di rispetto.
Ma non finisce qui. Se da un lato sono i clienti a storcere il naso, dall’altro troviamo gli stessi ristoratori che temono un aumento dei costi per acquistare i contenitori adatti e un accrescere dei tempi di servizio per preparare le family bag ai clienti. “Per questo motivo – spiegano ancora i promotori della proposta di legge – la doggy bag rappresenta un passo fondamentale per promuovere una cultura del consumo responsabile volta a ridurre gli sprechi alimentari. Siamo sicuri – precisano – che l’iniziativa coinvolgerà trasversalmente rappresentanti di diversi schieramenti politici e che presto diventerà legge”.
Che diventi realtà o no, la proposta della doggy bag spinge consumatori e ristoratori a una riflessione. Per chi fosse ancora contrario, infatti, le soluzioni per non usufruire della doggy bag potrebbero essere le seguenti:
- mangiare e cucinare in modo più sostenibile;
- evitare di ordinare porzioni troppo grandi;
- non lasciarsi tentare dall’ingordigia e scegliere piatti che effettivamente poi si mangeranno.
Nel frattempo, nei ristoranti stellati la doggy bag è già di moda. Fanno scuola lo chef stellato Davide Oldani e il talent show di cucina Masterchef, l’alleato più convincente contro lo spreco alimentare.
Contribuire a contrastare lo spreco alimentare è inoltre uno degli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2023, ma occorre davvero che ci sia l’aiuto di tutti in questa opera di sensibilizzazione generale. Con obbligo di legge o meno.
E voi, cosa ne pensate? Siete favorevoli a questa proposta di legge?
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