Giornale del cibo

Denutrizione infantile, fame e obesità: l’insicurezza alimentare nel Rapporto FAO 2019

 

Ovunque nel mondo, nel 2019, si muore di obesità e si muore anche di fame. Questo, in sintesi, il drammatico quadro che emerge da Stato della Sicurezza Alimentare e della nutrizione nel mondo 2019, il rapporto annuale della FAO, che denuncia: “l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile Fame Zero entro il 2030 è sempre più lontano”.

Sono molte le persone, dunque, che hanno concrete difficoltà a nutrirsi correttamente e ciò avviene per varie ragioni: dall’impossibilità di accedere al cibo alle difficoltà economiche, fino agli effetti delle crisi ambientali e dei conflitti. La FAO sottolinea con veemenza che questo tema coinvolge i cittadini di tutti i Paesi del mondo, nessuno escluso, e che è necessario agire con urgenza.

Fame nel mondo, Rapporto FAO 2019: forte insicurezza alimentare in molti Paesi  

denutrizione
Facebook.com/time4lifeinternational

Si potrebbe chiamare Amina la giovane mamma che, qualche giorno fa, è arrivata al centro nascite di Benin City coordinato dalla ong Time4Life International. Ha camminato per 15 km, dopo essersi fatta prestare un abito adatto, per arrivare fino ai medici italiani e farsi visitare: è incinta del suo nono figlio. Sei sono morti di fame, lei stessa, secondo quanto riporta la ong, pesa solo 36 kg. Un volontario commenta così, su Facebook, questo incontro: “so che ci saranno persone che si chiederanno quanto dolore deve provare una madre nel vedere un figlio che si addormenta per sempre perché non ha un pugno di riso da dargli, altri che si domanderanno perché questa mamma ne ha messi al mondo 8 senza capire che parliamo di donne analfabete, succubi degli uomini che ci vanno a letto e le abbandonano, che non hanno il potere di chiedere di mettere un preservativo, o di rispettare l’astinenza nei giorni fertili.”

Questa è solo una delle tante storie raccolte da chi si occupa di cooperazione nel mondo, ma anche dalla FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di sicurezza alimentare e fame nel mondo. Una condizione che sembra impossibile nel 2019 quando, in Europa, si parla di quintali di cibo sprecato ogni anno, ma che invece cresce per il terzo anno consecutivo. Nel 2018, infatti, sono state circa 820 milioni le persone che non hanno avuto cibo a sufficienza.

JLwarehouse/shutterstock.com

Denutrizione infantile in Asia e Africa

La situazione è più grave in Asia e Africa. In particolare, oltre 500 milioni di persone sono denutrite nei due continenti e la maggiore concentrazione si trova in Asia meridionale. Oltre nove bambini su dieci sono rachitici e deperiti, ma non soltanto. Tra le piaghe legate alla cattiva nutrizione che colpiscono queste aree c’è anche il sovrappeso: tre quarti dei bambini che ne sono soggetti vivono proprio qui.

Le ragioni sono differenti e spesso correlate tra loro. C’è una dimensione economica, infatti: laddove c’è più diseguaglianza di reddito, aumenta la forbice tra la parte più ricca e quella più povera della società che è più esposta al rischio di non potersi nutrire a sufficienza o correttamente. Ci sono poi ragioni climatiche che rendono più complessa l’economia agricola dei territori e motivi legati a guerre e conflitti: dal 2011 ad oggi, la fame è aumentata in paesi dove c’è stata una crisi economica o politica.

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Fame e obesità, due facce della stessa medaglia

Per la prima volta, il rapporto della FAO introduce un nuovo indicatore per misurare il grado di sicurezza alimentare di un paese. Non si limita, infatti, a misurare l’accesso al cibo e la possibilità di consumare acqua potabile, ma va ad analizzare anche la qualità di quanto viene consumato.

Sono più di 2 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso regolare ad alimenti salubri, nutrienti e sufficienti. Una condizione che coinvolge paesi e nuclei familiari a basso e medio reddito anche in Europa e nel Nord America. Questo aspetto conferma che la fame e l’obesità sono due condizioni interconnesse, come sottolineato anche dall’UNICEF nell’interessante rapporto dedicato alla povertà alimentare in Italia. Secondo la FAO, “ciò richiede una profonda trasformazione dei sistemi alimentari affinché forniscano diete sane e prodotte in modo sostenibile alla popolazione mondiale in aumento.”

Riccardo Mayer/shutterstock.com

La lotta contro la fame nel mondo e la valutazione della sicurezza alimentare non possono limitarsi, dunque, a un censimento (sebbene preoccupante) di quante persone non hanno accesso al cibo, ma devono prendere in considerazione anche i dati a proposito di sovrappeso e obesità. Si tratta di una “epidemia endemica” che tocca tutti i continenti e che, tra le cause, ha spesso anche un’alimentazione scorretta, priva di alimenti sani e ricca invece di quei cibi industriali che, secondo anche alcuni studi recenti, espongono a rischi.

Anche dal punto di vista istituzionale, la FAO tratta ormai la malnutrizione nel suo complesso, tant’è che lo scorso luglio l’ormai ex Direttore Generale della FAO, Graziano de Silva, ha lanciato un ultimo appello affinché “vengano adottate misure più incisive nel combattere la pandemia di obesità, appellandosi ai paesi perché adottino politiche fiscali e legislative per promuovere regimi alimentari più sani.” Una linea confermata e sostenuta anche da Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha aggiunto: “Fare finta di niente porterà solamente a un peggioramento della salute, a maggiori ambientali e a maggiori costi: questa è una sfida che dobbiamo affrontare assieme”.

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