Con il termine “facussa” si indica un particolare tipo di cetriolo dal corpo fruttifero di circa 2 o 3 cm di spessore. Ciò che più lo differenzia dal comune ortaggio è la forma ritorta ed allungata. Può arrivare a misurare 30/40 cm di lunghezza, ha un colore fra il verde ed il giallo, manca di escrescenze spinose e, a volte, ha una leggera pelosità. E’ un tipo di verdura tipicamente estiva, ottima a partire da fine maggio. E’ molto dissetante ed ha un sapore delicato dovuto all’assenza di principi acri. Data la sua scarsa diffusione è un prodotto da tutelare. Il nome deriva dall’arabo “faguss” che significa appunto cetriolo, ma la storia della Facussa è molto più complessa di quello che si potrebbe pensare…
Tra storia e leggenda
Nella leggenda, i Tabarchini furono cacciati in malo modo dai tunisini. Fra i rimpianti della partenza c’era anche un ortaggio, considerato un incrocio tra il cetriolo e la zucchina. Qualcuno, non sopportando la grande perdita, trafugò i semi del gustoso oggetto del desiderio degli emigranti nostalgici. Si dice che la Facussa trapiantata negli orti sardi trovò qui un ambiente congeniale e il suo sapore addirittura migliorò.
A tavola
La Facussa è il simbolo dell’estate nella cucina carlofortina ed è presente in molti piatti freddi. Il periodo migliore per mangiare la facussa coincide con la pesca del tonno e, sia a Carloforte che in tutta l’area delle tonnare, l’ortaggio accompagna insalate, o con tonno bollito e pomodori, o con tonno salato. Altro alimento a cui è spesso abbinata è la “galletta” -neanche a dirlo- il biscotto azzimo dei marinai. Un’ altra specialità è “Facussa, capperi e fave”; con le fave si prepara anche la Bobba, piatto tradizionale tabarchino, mentre “ Capperi sottaceto e Fucasse tunisine” è il frutto dell’unione fra gli ortaggi arabi e i capperi notoriamente abbondanti in Sardegna.
Diffusione
La verdura è in uso sia nella popolazione di Carloforte nell’isola di San Pietro, che presso la popolazione di Calasetta nella contigua isola di Sant’Antioco, di uguale origine etnica; è diffusa inoltre in vari distretti della Sardegna e in altri luoghi dove risiedono Tabarchini emigrati. Per la scarsa produzione non è riuscita ad entrare nel circuito dei supermercati e la si può trovare presso le botteghe o i banchi ambulanti degli agricoltori locali.
Curiosità
Per facilità di coltivazione, basso valore commerciale e per l’esiguo valore nutritivo della verdura, il termina facussa è spesso usato a definire una persona sciocca e di basso valore.
di Mara Briganti