Percorrere gli oltre 1 milione di metri quadrati di Expo e visitarne i 96 padiglioni presenti in un solo giorno sembra un’impresa davvero ardua. Fortunatamente, la nostra guida “EXPO in un giorno” vi ha già una volta aiutati in questa bellissima (e faticosa!) esperienza.
Oggi, vogliamo darvi un’ulteriore dritta per completare il vostro percorso a EXPO: se, infatti, avrete a disposizione un paio di giorni da dedicare alla conoscenza gastronomica degli oltre 140 paesi che presenziano all’Esposizione Universale, di certo non potrete fare a meno di consultare questa nostra seconda guida.
Ecco, dunque, in una visita di due giorni a Expo cosa vedere tra Padiglioni e attrazioni varie!
Visita a Expo: come prepararsi
Ma, ancora una volta, prima di cominciare il nostro viaggio tra i padiglioni di Expo, ci sono alcune cose che non dovrete assolutamente dimenticare:
Tempistiche: se andrete a Expo cosa vedere non sarà l’unico interrogativo che dovrete porvi. Infatti, anche le diverse tempistiche giocheranno un ruolo fondamentale. In questa guida vi consiglieremo 8 tra i migliori padiglioni da vedere a Expo in due giorni. E questo numero non è casuale: infatti, abbiamo considerato che, tra una media di un’ora per ogni padiglione, i tempi d’attesa per le file di ingresso e le soste ristoro, in ogni giornata si riescono a visitare circa 4 padiglioni.
Abbigliamento: ricordate le indicazioni delle maestre durante le gite? Scarpe comode e ombrello a portata di mano! Ci sarà da camminare e anche la variabile climatica (possiamo assicurarvelo) potrebbe giocarvi brutti scherzi.
Orario di arrivo: la maggior parte dei padiglioni prevede un numero limitato di visitatori per ogni visita, pertanto vi consigliamo di arrivare al mattino presto. Considerate l’orario di apertura della biglietteria sono le 9.30, mentre l’area espositiva apre alle 10.00.
Navette: E se sarete davvero stanchi, non disperate! Sono disponibili delle comode navette ogni 5 minuti che, in 10 fermate, vi condurranno da una parte all’altra di Expo.
Aree di sosta: Panchine, sedie e prati sono a disposizione per ogni sosta!
Acqua gratuita: troverete delle colonnine dell’acqua lungo i viali perimetrali. Addirittura potrete scegliere tra acqua liscia, gasata, fredda o a temperatura ambiente.
Servizi igenici: Presso le “stecche” troverete diversi servizi come bar, posti di polizia, parafarmacie e servizi igienici.
E per le mamme e i papà..: nessun problema per il “cambio-pannolino”. Vicino a tutti i bagni sono disponibili delle aree sono provviste di fasciatoio.
Wi-fi gratuito: tranquilli, potrete aggiornare gli status di Facebook e twittare senza problemi. La connessione internet è libera e gratuita!
E per caricare i cellulari..: nei locali Cir Food troverete delle colonnine, provviste di cavetti, per ricaricare smartphone, tablet, ecc… Ecco dove trovarli!
Expo cosa vedere in due giorni
Se arrivate dalla stazione o dalla metro, potrete raggiungere comodamente gli ingressi Triulza Ovest o Fiorenza Ovest direttamente dalla stazione. Una volta passati i controlli, vi troverete sul Decumano, il cuore dell’area espositiva, sul quale si affacciano i principali padiglioni. Ma veniamo al dunque: ecco quali sono secondo noi i padiglioni da visitare a Expo in due giorni!
Austria: il Padiglione che respira
Realizzato dal team Terrain (di cui fanno parte l’architetto pesaggista Klaus K. Loenhart, il Politecnico di Graz e l’Università di Scienze Agrarie di Vienna), il Padiglione Austria si configura come una tipica foresta alpina. La struttura di breathe.austria, sviluppata su 560 metri quadri, è stata progettata per ridurre all’osso gli elementi tecnologici e multimediali, lasciando spazio alla vera protagonista dell’area espositiva: l’aria, il mezzo primario di sostentamento.
Giunti al suo ingresso non potrete fare a meno di notare la presenza di grandi alberi davanti ad uno struttura lineare, e di alti nebulizzatori ai lati della fila di cui farete parte. Che gli austriaci abbiano pensato a rendere meno difficile l’agonia dei visitatori di Expo durante il periodo estivo? La risposta alla vostra domanda la troverete qualche metro più avanti, percorrendo un autentico bosco all’interno del sito espositivo, dotato di un proprio “microclima”. Il Padiglione Austriaco è concepito per farvi vivere un’esperienza emozionale che non sarete subito capaci di interpretare: se dapprima vi sorprende, dopo vi affascina, per poi rendervi gradualmente consapevoli e, infine, partecipi.
Appena oltrepassata la soglia di Breath, il Padiglione che “respira”, verrete risucchiati in una dimensione assolutamente distante quella che avete lasciato al Decumano, qualcosa che rende la sua visita più simile ad un’escursione. Sì, perché oltre a ricostruire l’ambiente vegetativo del loro territorio, come dicevamo, gli austriaci ne hanno riprodotto anche il clima umido proprio grazie alla presenza di nebulizzatori sparsi lungo il percorso.
Questa suggestiva trovata ha chiaramente un forte significato, che siamo in grado di comprendere via via che mettiamo insieme gli “indizi” che troviamo strada facendo: l’aria è una delle fonti energetiche primarie per la vita. La presenza di un ambiente vegetativo a “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” assume quindi un significato simbolico fondamentale, e non è casuale che a trattare il tema sia l’Austria, il cui territorio è occupato per il 47% da foreste.
Gli effetti di Breath, peraltro, sono assolutamente tangibili: la vegetazione del micro-ambiente produce infatti 62,5 kg di ossigeno nuovo all’ora, sufficiente a coprire il fabbisogno di 1800 persone.
Padiglione del Giappone
Tecnologia, tradizione e natura sono i concetti principali espressi dal Giappone a Expo, espressi attraverso un’elegante struttura in legno, simbolo della diversa origine del paese. Una volta entrati, sarete piacevolmente coinvolti da diverse esposizioni d’arte e design, proiezioni e ologrammi. Ma, tra le zone più suggestive, vi consigliamo le proiezioni di Armonia e il Ristorante del Futuro. La prima area, collocata nel secondo ambiente, vi permetterà di vivere un’esperienza sensoriale unica: immagini legate ai cambiamenti delle stagione, al lavoro nei campi e alle immagini di antichi guerrieri si alterneranno d’avanti ai vostri occhi. Se siete impazienti di provare questa esperienza, ve ne lasciamo un piccolo assaggio in questo video: Il secondo ambiente che, di certo, vi soprenderà è il “Ristorante del Futuro”, un’area totalmente interattiva nella quale apprendere la cultura e i riti dello “stare a tavola” giapponese. E, infine, dopo questa full immersion nella cultura gastronomica giapponese, non vi resterà che provare qualche delizioso piatto al Fast Food giapponese. I piatti, oltre ad avere un aspetto particolarmente invitante, hanno anche prezzi sostenibili: dai 9 ai 12€ per i piatti a base di curry, 20€ per quelli a base di pesce, come tempura o tonno marinato; dalle 35 alle 40€ per la famosa carne di manzo Wagyu, anche detta Kobe.
[Youji Satake, Executive Chef de Minokichi Restaurant]
Infine, per chi vuole concedersi un pasto di lusso, consigliamo una sosta al Minokichi che, fregiandosi di una storia di 300 anni, vi offre un menù davvero insuperabile. Certo, il prezzo varia dagli 80€ alle 220€ a persona, tuttavia potrete dire di aver mangiando in uno dei ristoranti più famosi del Giappone!
EAU: l’oasi interattiva di “Cibo per la Mente”
Non lasciatevi ingannare dall’esigua fila davanti alla struttura: i tempi di attesa ci sono ma non si vedono. Ve ne accorgerete dopo almeno 20 minuti, quando sarete già parte della fila che gira attorno al Padiglione, fra dune di sabbia ricostruite e sporadici segni di vegetazione. A quel punto però, non ve la sentirete di tornare indietro… Nel frattempo, avrete tutto il tempo per ammirare questa struttura costituita da pareti increspate alte 12 metri, che nella forma rievocano le dune di sabbia del deserto, e la cui disposizione ricorda gli insediamenti storici degli Emirati Arabi Uniti, con le loro stradine strette semi illuminate.
Nell’attesa, inoltre, avrete anche la possibilità di leggere a apprendere dalle parole delle guide che si tratta di una struttura ad uso sostenibilie: al termine dell’Esposizione, il Padiglione verrà smontato e ricostruito a Masdar, città a basse produzioni di carbonio e simbolo di sostenibilità degli EAU. I materiali utilizzati per la sua costruzione, infatti, sono in grado di resistere alle condizioni climatiche del deserto.
Nonostante le tempistiche piuttosto lunghe, vi assicuriamo che la vostra pazienza sarà premiata: oltre le dune del deserto vi ritroverete infatti in un’ “oasi tecnologica” interattiva, al servizio dei problemi ambientali che affliggono il pianeta. Piccoli cubi, azionati da voi stessi con un semplice click, vi racconteranno in che modo gli EAU hanno pensato di risolvere questioni ambientali di interesse mondiale come la necessità di reperire le risorse idriche e alimentari, in grado di soddisfare i bisogno del globo, anche in futuro.
L’intento del Padiglione, infatti, è condividere con i visitatori di Expo le soluzioni innovative con cui gli EAU hanno pensato di porre rimedio a problemi scaturiti dal cambiamento climatico: il tema scelto è infatti “Cibo per la mente – Delineare e condividere il futuro”
Padiglione dell’Azerbaijan
Le tre biosfere che compongono l’architettura esterna, racchiudono il tema del Padiglione Azerbaijan: la biodiversità. Uno dei padiglioni più suggestivi per quanto riguarda lo stile architettonico e che offre un’esperienza sensoriale a 360° ai suoi visitatori.
Vista, udito, olfatto e tatto sono stimolati contemporaneamente durante il percorso di visita, attraverso le diverse istallazioni. La ricchezza di flora e fauna di questo paese (dovuta anche alle ben 9 aree climatiche in cui si divide) viene espressa attraverso proiezioni e video interattivi che renderanno la vostra visita un’eperienza sensoriale unica.
Purtroppo, non abbiamo avuto la possibilità di visitare anche la terrazza panoramica, la quale deve essere ancora terminata. Se voi avrete questa fortuna, non lasciatevi sfuggire la possibilità di assaggiare il delizioso succo al melograno, frutto nazionale per eccellenza.
Palazzo Italia: sostenibilità e innovazione
Una volta giunti al termine del Cardo vedrete sorgere, alla sinistra del maestoso albero della vita, Palazzo Italia, una struttura di circa 13.200 mq sviluppati su 6 livelli.
Progettato dallo Studio Nemesi sull’idea di una “foresta urbana”, Palazzo Italia si compone di un involucro esterno ramificato, una vera e propria “pelle” che richiama i concetti di primitività e innovazione allo stesso tempo.
In questo senso l’approccio sostenibile e innovativo non si riscontra solo nell’architettura dell’edificio, bensì anche nella scelta dei materiali adottati: cemento biodinamico per la parte esterna e vetro fotovoltaico per la copertura.
La visita, della durata di circa un’ora, inizia nella piazzetta d’ingresso, dalla quale si accede alla grande scalinata che dà ufficialmente inizio al tour. Il percorso si sviluppa sull’idea di Identità Italiana, attraverso 4 diversi concetti:
La Potenza del Saper Fare: nella prima sala assisterete al racconto di 21 personaggi (uno per ogni regione italiana), che hanno concretizzato la loro arte in un progetto d’impresa.
La Potenza della Bellezza: espresso nelle sale-specchio dove avrete modo di essere letteralmente circondati dai paesaggi e dagli edifici storici più belli del nostro paese
La Potenza del Limite: la domanda alla quale si intende rispondere è “Come sarebbe il mondo senza l’Italia?”. E questo dovrete scoprirlo da voi!
La Potenza del Futuro: la presentazione di diverse idee innovative, tutte Made in Italy.
La visita continua, poi, con la rappresentazione della biodiversità italiana: un giardino in miniatura realizzato con 21 piante, ognuna caratteristica di una regione italiana in particolare.
Padiglione della Svizzera
4 torri di tre piani, ciascuna riempita con uno degli ingredienti che caratterizzano il Paese: mele essiccate, acqua, sale e caffè. Una domanda che racchiude il senso di questa originale esposizione: Ce n’é per tutti? . E’ così che la Svizzera cerca di porre il quesito più importante legato al tema dell’alimentazione. Quando nel 2050 la popolazione mondiale sfiorerà i 9 miliardi di persone, resteranno abbastanza risorse per tutti?
Il dubbio rimane al visitatore che, libero di prendere la quantità di ingredienti che preferisce, diviene anche responsabile della futura carenza di prodotti. Ogni torre, infatti, una volta esaurita non verrà più rifornita.
Malaysia: i semi della foresta pluviale
La Malysia affronta il concetto di nutrizione, attraverso l’approccio culturale, antropologico, ecologico e scientifico. Per farlo, struttura il suo Padiglione con la forma di quattro semi, realizzati con il Glulam, un’innovativa tipologia di legno ricavato da materiale sostenibile.
La visita al Padiglione Malaysia si sviluppa, dunque, lungo i quattro semi della foresta pluviale, nei quali potrete incontrare:
Primo Seme: sarete accolti in una sala ovale, nella quale vi verranno presentate le bellezze del paese attraverso un video interattivo.
Secondo Seme: vivrete l’esperienza della foresta pluviale. Un’intera sala è arredata con le piante caratteristiche del Paese. Molto interessante l’area dedicata all’albero della gomma, dove viene illustrato il metodo di estrazione adottatto in Malaysia.
Terzo Seme: la Malaysia presenta le erbe rare con proprietà medicinali e curative, presenti nel proprio paese. Con sorpresa ritroviamo un’intera area dedicata all’olio di palma e, dopo i diversi articoli scritti in merito, non possiamo che restarne sorpresi!
Quarto Seme: vengono illustrate le eccellenze in campo musicale, artistico, tecnologico e scientifico del Paese.
E per concludere, non si può che provare uno dei piatti tipici presenti nella zona ristorante del Padiglione!
Padiglione della Corea del Sud
Il “Vaso Luna”, una ceramica tradizionale nella quale ancora oggi vengono conservati i cibi fermentati della cucina coreana, è lo spunto per la struttura architettonica di questo Padiglione. Connubio tra tradizione, innovazione e natura: è il punto centrale della cucina coreana, espresso con il termine Hansik. E bisogna dire che, all’interno del Padiglione di questo paese, il messaggio emerge con forza. Così come risulta centrale l’idea di Cibo per il futuro, in grado di risolvere i diversi problemi della società attuale.
E’ per questo che durante il percorso, il visitatore viene accompagnato in un percorso tra le abitudini alimentari dell’uomo, le diverse malattie causate dall’abuso di cibo, fino alla scoperta della cultura coreana, attraverso la presentazione della tecnica coreana per la conservazione del cibo: la fermentazione.
Il primo messaggio si ha all’ingresso del Padiglione, lungo la scalinata. Qui, sulla parete, potrete leggere i nomi di tantissimi piatti, appartenenti alle diverse culture del mondo.
Si passa poi ad approfondire la tematica forse più cruenta: la denutrizione nel mondo. Di fronte a voi apparirà l’immagine di un bambino gracile e deperito. Un’immagine assolutamente d’impatto, ve lo assicuriamo.
Si arriva poi, alle sale dedicate alla cultura culinaria della Corea. In particolare, i coreani ci raccontano il loro metodo di conservazione degli alimenti, la fermentazione. A quanto pare, il cibo fermentato, e conservato per anni, ha la peculiarità di essere oltre che più buono, anche più salutare. Sarà così? Potrete testarlo, assaggiando i piatti di questo paese, alla fine del percorso di visita!
Padiglioni ma non solo…
Questi sono gli 8 padiglioni da vedere a Expo che ci sentiamo di consigliarvi. Ovviamente, direte voi: una volta arrivati a Expo cosa vedere oltre ai padiglioni dei diversi paesi? Ma abbiamo pensato anche a questo! Non dimenticate, infatti, di visitare anche Padiglione Zero, che apre il percorso dell’Esposizione Universale, e il bellissimo Albero della Vita, che offre bellissimi e suggestivi spettacoli di acqua e musica durante la giornata!
E se volete regalarvi una serata magica e diversa dal solito, non potrete mancare allo spettacolo “Alla Vita” del fantastico Cirque du Soleil, sul palco di Expo dal mercoledì alla domenica fino al mese di Agosto.