Se amate la fotografia non potete perdere l’occasione di visitare le mostre dei nove fotografi che hanno tradotto in immagini i temi dei diversi cluster presenti ad Expo.
Particolarmente suggestive le immagini di Sebastião Salgado scattate nelle piantagioni di caffè della Costa Rica, del Guatemala e dell’Etiopia, i bianco e neri intensi del racconto del riso di Gianni Berengo Gardin, i paesaggi mediterranei di Ferdinando Scianna e le vedute a volo d’uccello di George Steinmetz che ingannano l’occhio trasformando distese desertiche in astratte trame geometriche.
Expo: arte fotografica tra i padiglioni
Sebastião Salgado, “Profumo di sogno”
Gli ingrandimenti in bianco e nero scelti da Salgado per Expo fanno parte di una serie di scatti raccolti dal grande fotografo brasiliano durante un itinerario che ha toccato dieci fra i maggiori paesi produttori di caffè lungo il corso di più di un decennio. Promossa dalla triestina illy, un brand da sempre attento alla qualità e alla costruzione di rapporti di partnership con i produttori basati sullo sviluppo sostenibile, la mostra Profumo di Sogno per il cluster del caffè restituisce la vita quotidiana di intere comunità di coltivatori attraverso immagini che immortalano i profili delle grandi piantagioni del Guatemala, gli sguardi delle donne della Tanzania addette alla selezione dei chicchi, il trasporto su muli nella regione di Yirga Cheffe in Etiopia, le comunità indigene della Colombia, le schiene piegate delle raccoglitrici dello Yunnan in Cina, i cesti ricolmi dei raccoglitori che ogni giorno si spingono fino a Finca La Hilda, sulle pendici del vulcano Poas in Costa Rica.
Il “racconto del riso” di Gianni Berengo Gardin
Ama autodefinirsi non un artista ma un “testimone della nostra epoca” e con il suo sguardo afferma di volere documentare e non interpretare la realtà.
Per il cluster del riso Gianni Berengo Gardin celebra con i suoi bianco e neri vigorosi e precisi la civiltà contadina legata alle risaie della pianura Padana, gente che lavora, che ‘sgobba’, contadini e operai impegnati nelle loro attività, ma anche i paesaggi, le strade e le cascine dove dormivano le mondine … un racconto del riso intenso e autentico.
Il Mediterraneo di Ferdinando Scianna
Sguardo internazionale ma profondamente radicato nella sua Sicilia, Ferdinando Scianna è stato il primo fotografo italiano ad entrare a far parte dell’agenzia Magnum. Per il cluster del bio-Mediterraneo racconta i cibi, le terre, le acque e le genti dell’antico mare, nelle memorie, nei riti e nelle tradizioni delle famiglie che lo abitano. Un dispiegarsi emozionale e quasi sensoriale di immagini vivide che ritraggono momenti rituali legati soprattutto alla sua terra d’origine, la Sicilia.
Le terre aride di George
Steinmetz ha dedicato la sua vita professionale ad esplorare le più estese zone incontaminate del nostro pianeta, affascinato dal deserto quale straordinario ambiente naturale, ecosistema estremo e inospitale nel quale uomini e animali hanno imparato a sopravvivere adottando sistemi originali e creativi.
Il fotografo americano ha sorvolato intere distese remote a bordo di un parapendio motorizzato per catturare i disegni e le geometrie inaspettate che le forze della natura incidono nei terreni aridi: solchi come cicatrici scavate dai venti, dal corso di antichi fiumi, dalle potenze geologiche, dal passaggio di uomini e animali.
Avevate già notato queste splendide immagini presenti all’Esposizione? Quale tipologia di opere avete apprezzato di più, tra quelle presenti ad Expo: arte fotografica o pittorica?