Essere vegani è utile per la salute, per gli animali e per l’ambiente, ma questo non significa che sia una scelta semplice, né che abbia solo implicazioni positive. Come tutte le tipologie di diete, anche quella priva di sostanze e derivati animali può, come abbiamo visto, avere effetti negativi sulla nostra salute e sul nostro benessere. Questo può succedere se la dieta viene portata avanti senza competenze e una giusta preparazione, con l’eventuale supporto di un nutrizionista e in generale con una buona conoscenza dei rischi, delle carenze, dei falsi miti in cui si può incappare.
Il numero dei vegani nel mondo, e anche in Italia, aumenta considerevolmente e aumenta di pari passo l’offerta alimentare, l’attenzione dei media e una generale ma spesso generalista e fumosa conoscenza della materia. Le notizie sugli effetti positivi del veganesimo, ad esempio il fatto che possa prevenire le malattie croniche come il diabete di tipo 2 meglio di qualsiasi altra dieta, possono generare nei consumatori un tale entusiasmo da far prendere alla leggera questa strada. La verità è che la buona salute non è garantita dal mangiare esclusivamente alimenti vegetali.
Sull’onda del trend del cruelty free si oscilla sempre di più tra un cieco entusiasmo di chi abbraccia questa scelta e una, spesso altrettanto cieca, opposizione da parte degli onnivori anti-vegani. In quella che sembra una quotidiana lotta alimentare si sta perdendo di vista la serietà dell’argomento e le conseguenze e le responsabilità che ogni regime alimentare porta con sé.
In questo senso ho trovato di grande interesse i consigli di un cardiologo americano, Joel Kahn, MD, fondatore del Centro Kahn per la Longevità Cardiaca e professore clinico presso la Facoltà di Medicina di Wayne State University. Davvero apprezzabile, infatti, il voler condividere la sua esperienza da professionista cardiologo e in particolare le insidie di chi adotta, o ha adottato da anni, uno stile di vita 100% vegan. Sulla base di ciò che ha studiato e visto, ecco i quattro errori vegani da evitare per assicurarsi di vivere la migliore vita possibile.
I quattro errori più comuni commessi dai vegani
Dare per scontato che i vegani non si ammalano mai
Joel Kahn ricorda la storia del maratoneta e scrittore statunitense Jim Fixx, autore del best-seller “The Complete Book of Running” pubblicato nel 1977 e poi tradotto in italiano come “Il libro della corsa”. Prima di iniziare la sua carriera da corridore, a 35 anni, era in sovrappeso e fumava due pacchetti di sigarette al giorno. Inoltre anche durante la sua carriera sportiva proclamava di poter mangiare qualsiasi cosa, riuscendo a bruciare il tutto con la corsa. Morì purtroppo a soli 50 anni, a causa di un infarto fulminante.
Questa lezione ci dimostra l’inagannevolezza di uno stile di vita solo apparentemente e solo parzialmente salutare. Non basta essere vegani per essere immuni al cancro, alle malattie cardiache, al diabete, alla demenza e ad altri gravi disturbi, se per tanti anni, prima di questa scelta, si è seguito una dieta alimentare a base di carne e sregolata da un punto di vista nutrizionale.
Quelli che possiamo definire i “nuovi vegani”, seppur motivati dall’etica, spesso intraprendono una dieta non equilibrata e consumano troppi alimenti ricchi di oli, grassi idrogenati, zucchero bianco raffinato, sale aggiunto e molte altre sostanze nocive o allergizzanti, seppur 100% vegetali.
Come ricorda giustamente il cardiologo, anche i vegani, come tutti, devono fare controlli medici accurati, screening per la prevenzione al cancro (quali la colonscopia), e check-up completi, per avere la certezza di godere di una salute ottimale.
Non adottare uno stile di vita sano
Come abbiamo visto si può essere vegani ma avere una dieta ricca di alimenti contenenti sostanze dannose per il nostro organismo, quali ad esempio i grassi saturi. Se i più noti tra questi sono di origine animale, non vanno dimenticati anche quelli vegetali, quali l’acido palmico, l’acido margarico e l’acido stearico, basti pensare ai noti olio di palma e olio di cocco. Ma attenzione poiché, come ricorda il dottor Joel Kahn, una dieta salutare e a basso tenore di grassi non basta per avere
una salute ottimale. Per uno stile di vita sano, sarebbe ottimale combinare alla dieta vegana l’esercizio fisico, la riduzione dello stress, l’eliminazione o la riduzione di fumo e alcol e un numero sufficiente di ore di sonno per notte.
Il cardiologo ci ricorda di non sottovalutare l’aspetto stressante dell’adottare una dieta alimentare spesso soggetta a problemi quotidiani pratici e a commenti e critiche da parte di colleghi, familiari e amici. Per questo motivo consiglia una strategia di contenimento e gestione dello stress attraverso: pratiche respiratorie, yoga, musica o sostegno sociale.
Non integrare eventuali carenze nutrizionali
Nella sua clinica di cardiologia preventiva, Joel Kahn misura, a un livello molto avanzato, i livelli di sangue e di pelle, riscontrando che spesso, sia onnivori che vegani, sono carenti in nutrienti. Il problema più frequente per i vegani è la carenza di omega-3, iodio, taurina (come la maggior parte degli onnivori) e delle note vitamine B-12, D e K2. La prima soluzione potrebbe essere quella di rivolgersi a un nutrizionista e di assimilare queste sostanze con l’aiuto di integratori.
Se si desidera invece intraprendere una “dieta fai da te” è importante conoscere le fonti alimentari delle vitamine e delle sostanze di cui abbiamo bisogno.
L’omega-3 può ad esempio essere assunto con due cucchiai di semi di lino al giorno o con verdure, noci e semi di chia, mentre le alghe kelp e nori possono essere un’ottima fonte di iodio. I funghi e alcune piante possono essere ricchi di vitamina D. Un apporto di ferro adeguato può essere un problema per i vegani, ma spinaci, tofu, fagioli, lenticchie e semi di girasole ne sono ricchi.
Insomma, se seguite una dieta vegana rivolgetevi al vostro medico per un’analisi del sangue che evidenzi i livelli B-12, D, iodio e omega-3, da ripetere ovviamente con una certa frequenza.
Dare per scontato che una scelta di vita vegana sia anche sana
Credetemi, nonostante il tanto parlare di alimenti e sostanze tossiche, nocive e cancerogene, sono ancora tanti i vegani che cadono nella trappola mentale del “posso mangiare quello che mi pare, tanto se è vegano fa bene”. Così facendo si può scivolare in una dieta sì cruelty free, ma ricca di cibo spazzatura quali patatine fritte, bevande zuccherate, e alimenti confezionati “100% vegan e light” pieni di additivi, coloranti chimici e olio di palma. Insomma, attenzione alle etichette e attenzione non solo ai prodotti preconfezionati ma anche a quelli artigianali, anch’essi potenziali trappole per i vegani.
Insomma, la strada verso una corretta dieta vegana può essere ricca di insidie ed è quindi necessario essere preparati, leggere ed essere informati, non abbassare mai la guardia e sottoporsi a regolari controlli medici. Voi, avete riscontrato altri problemi significativi nell’adottare un’alimentazione 100% vegetale? Raccontateci le vostre esperienze.