C’è grande preoccupazione tra gli olivicoltori, in Italia. Le stime di ISMEA per la produzione dell’annata 2018/2019 sono drammatiche, si calcola una flessione del 57% rispetto al 2017 e, secondo i più pessimisti, l’olio d’oliva italiano è già finito in primavera. Le ragioni di questo calo sono differenti, e tra esse c’è anche la Xylella Phastidiosa, che non sembra dare tregua alle aziende pugliesi. Anche le conseguenze del cambiamento climatico, però, rendono più ostile l’ambiente tradizionalmente dedicato a questa coltura. La tecnologia e gli strumenti di agricoltura 4.0 possono, però, diventare preziosi alleati degli olivicoltori: è il caso di Elaisian, una start up tutta italiana, che consente ai produttori di prevedere quello che accadrà nel campo e, di conseguenza, prevenire le difficoltà. Abbiamo intervistato Giovanni Di Mambro, co-founder di Elaisian per farci raccontare come funziona e perché, secondo lui, è davvero utile per chi lavora in questo settore.
[elementor-template id='142071']La crisi dell’olio italiano
Sono molti i campanelli d’allarme lanciati da chi si occupa di olio in Italia. Come è ormai riconosciuto, l’eccellenza del made in Italy è colpita dalla Xylella e subisce anche le conseguenze del cambiamento climatico. La produzione è calata molto e ciò danneggia anche i redditi degli olivicoltori. “Insieme al mio socio, Damiano Angelici, abbiamo pensato di mettere a frutto la nostra esperienza in un’altra start up e di unirla alle nostre competenze in campo tecnologico e di produttore agricolo. Di fatto siamo andati a unire due settori generalmente lontani per fornire all’agricoltura e, in particolare, all’olivicoltura uno strumento nuovo e innovativo che potesse essere concretamente d’aiuto.”
La presenza delle malattie nei campi, infatti, è spesso connessa alla mancanza di una adeguata strumentazione per la prevenzione: un ampio monitoraggio su aree medie e grandi di ulivi non è più sufficiente per poter individuare le criticità sul terreno. Inoltre, anche le sfide connesse al cambiamento climatico richiedono un cambio di passo e l’adeguamento di metodi di monitoraggio e gestione dei campi. “Così nasce Elaisian, per stare accanto ai produttori in questa fase delicata e, quindi, perdere meno profitti”, spiega Di Mambro.
Elaisian, la start up italiana che salva l’olio d’oliva
Elaisian è un servizio di agricoltura di precisione che permette agli olivicoltori di monitorare il microclima dei propri appezzamenti di terreno, installare una stazione agrometeo IOT direttamente nel campo, raccogliere dati preziosi per la prevenzione delle malattie delle piante. Può sembrare complicato, ma Giovanni Di Mambro assicura che il meccanismo è molto semplice e, soprattutto, di forte utilità.
La prima attività che viene proposta ai clienti di Elaisian è l’installazione di una stazione agrometeo IOT completamente autonoma a livello energetico e connessa in cloud, “quindi funzionante anche dove non c’è rete dati”. Essa rileva, in tempo reale, alcuni dati climatici come pressione, umidità e temperatura. “La stazione permette uno studio del microclima direttamente nel campo e abbiamo elaborato alcuni algoritmi che analizzano questi dati, comparandoli con studi agronomici, per poter prevenire le malattie e consigliare ai prodotti quando fare un trattamento, come farlo, se farlo e così evitare la malattia.” In questo modo, secondo i dati raccolti dalla startup, è possibile comunicare all’azienda il pericolo tra i 5 e i 10 giorni prima che la malattia si palesi, aumentando la possibilità di sconfiggerla.
Notifiche via sms e dati aggiornati sulla piattaforma
“Dopo l’installazione della stazione sul terreno – spiega Di Mambro – andiamo a creare un account sulla nostra piattaforma dove i produttori possono vedere in tempo reale i dati della stazione, e questa è la prima cosa che ogni agricoltore fa. Possono vedere però anche una previsione di quello che accadrà dal punto di vista climatico da lì a cinque giorni. Inoltre, sempre a partire dalla piattaforma, mandiamo notifiche e allerta via SMS sullo stato delle malattie.” Quando l’algoritmo rileva che le condizioni climatiche di quel determinato appezzamento di terreno possono nascondere una minaccia per la salute degli olivi, è il team di Elaisian, composto da un mix di competenze tra agronomi, economisti, ingegneri informatici, a inviare un messaggio all’olivicoltore stimolando l’azione preventiva e suggerendo anche che tipo di trattamento effettuare.
Una risposta convincente ai problemi degli olivicoltori
Elaisian è attiva dal novembre del 2016 e, attualmente, è operativa in cinque paesi nel mondo: Italia (in 17 regioni), Spagna, Grecia, Cile e Uruguay. Nella sede di Roma lavorano sette persone e, di recente, hanno aperto una succursale anche in Andalusia. “Collaboriamo con più di 150 aziende agricole – commenta Di Mambro – e i feedback raccolti ci hanno permesso di misurare il beneficio derivante dall’utilizzo dei nostri servizi: un forte risparmio dei costi di gestione pari a circa il 15/20% di quanto speso in un anno, un aumento della produzione del 10% e una riduzione del 15/20% delle emissioni di CO2 poiché meno trattamenti negli oliveti, più mirati, permettono di agire anche sull’inquinamento.”
Piccoli e grandi produttori: la tecnologia abbatte i pregiudizi
Uno degli elementi che secondo l’Osservatorio AgriFood del Politecnico di Milano frenano la diffusione dell’agricoltura 4.0 in Italia è la difficoltà dei piccoli produttori di adottare e sostenere questo tipo di tecnologia. “Nella nostra esperienza – continua il CEO di Elaisian – non abbiamo trovato grandi criticità: collaboriamo con singoli produttori di varie dimensioni, cooperative, organizzazioni, consorzi. Quando si parla di innovazione e tecnologia, spesso spaventa il prezzo: quello che si paga non è la stazione agrometeo, ma l’abbonamento alla piattaforma con il servizio di consulenza e monitoraggio. Abbiamo calcolato che risparmiare un solo trattamento durante l’anno, rispetto a come vengono fatti classicamente, consente di rientrare nel costo dell’investimento.”
Lo sforzo, dal punto di vista della start up, è di offrire un’interfaccia e delle funzioni semplici che rispondano a un problema concreto e molto sentito da parte del produttore; il fine è dare una forma di supporto all’agricoltore, non rivoluzionare la sua routine.
“Ciò che, a mio avviso, andrebbe incentivato è relativo ai gruppi di agricoltori che possono dare una spinta per diffondere le nuove tecnologie che danno la possibilità di migliorare quello che succede nel campo, ottimizzare i costi e registrare le proprie attività annualmente senza perdere traccia di nulla.” È ancora debole l’attività di divulgazione sul territorio e spesso viene demandata alle singole aziende e start up, anche per far capire, come sottolinea il CEO di Elaisian, che applicare l’agricoltura 4.0 significa vivere il campo o l’appezzamento coltivato intensamente e con frequenza, senza rivoluzione la giornata tipo, ma aumentando produttività ed efficienza. Voi già conoscevate questa start up italiana?