Lattine e bottiglie con attraenti grafiche colorate, slogan accattivanti e partecipazione come sponsor di grandi eventi: che dietro le gettonatissime bevande energetiche ci sia una forte strategia di marketing non è certo un mistero. Ma quali sono le caratteristiche e gli effetti degli energy drink sul nostro organismo? Gli slogan promettono un’ondata di energia e benessere, uno dei motivi per cui sono amate soprattutto dai consumatori più giovani, ma gli esperti puntano il dito sul contenuto di sostanze stimolanti e zucchero, e sui danni che questi prodotti possono causare alla salute. Insieme a Giorgio Donegani, tecnologo alimentare, Consigliere e Past President di Food Education Italy, cercheremo di saperne di più sui rischi legati al consumo di energy drink.
Cosa sono gli energy drink?
Le bevande funzionali sono analcolici arricchiti con degli ingredienti che garantiscono una funzione specifica benefica per chi li consuma. Oltre agli energy drink, a questa categoria appartengono gli integratori idrosalini e le bevande vitaminizzate, come alcuni succhi di frutta, ma anche gli yogurt con probiotici.
Gli energy drink sono sul mercato da circa 25 anni e nel tempo il loro consumo è aumentato, soprattutto nella fascia d’età tra 12-24. A conquistare il pubblico dei più giovani, come abbiamo già ricordato, non è tanto il sapore di queste bevande, ma il fatto che esse aiutino a contrastare la stanchezza, fornendo energia e garantendo di resistere più a lungo alla stanchezza.
Gli effetti degli energy drink: fanno male alla salute?
In alcuni Paesi, tuttavia, visto l’aumento esponenziale del consumo tra gli adolescenti, sono stati introdotti dei divieti o presentate delle proposte per limitarne l’acquisto (la Gran Bretagna aveva ipotizzato una restrizione per i minori, ad esempio), a causa degli effetti collaterali di queste bevande. Una ricerca canadese dell’Università di Waterloo, in Ontario, ha evidenziato ad esempio che il 55,4% dei giovani che consumano abitualmente energy drink ha avuto difficoltà nel dormire, mal di testa, battito cardiaco accelerato. Una minoranza ha accusato nausea, vomito o diarrea.
Troppo zucchero
Sebbene non esistano ancora molti studi su eventuali effetti negativi di queste bevande, la loro composizione lascia intuire che i dubbi siano fondati. “Per prima cosa, infatti, berne una o più lattine equivale ad assumere calorie vuote – sottolinea Donegani – poiché gli energy drink sono una fonte di zuccheri non associati ad altre sostanze nutrienti, come invece avviene nella frutta e in altri alimenti. La quantità media contenuta è spesso pari alla razione giornaliera raccomandata. È chiaro che questo tipo di bevanda sia energetica, ma le raccomandazioni attuali della Società Italiana di Nutrizione Umana indicano che gli zuccheri semplici non dovrebbero fornire più del 15% delle calorie giornaliere. L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia addirittura di non superare il 10%”.
Caffeina e taurina
Il quantitativo di zuccheri presente è poco salutare per il nostro organismo, le sostanze stimolanti costituiscono un ulteriore problema. “Gli energy drink hanno all’incirca lo stesso contenuto di caffeina di una tazzina di caffè (circa 100 mg). L’assunzione andrebbe limitata a 300 mg al giorno, secondo l’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, quindi se si consumano 4 lattine di energy drink in una giornata questa soglia è ampiamente superata. Inoltre, la risposta dell’organismo alla caffeina è estremamente soggettiva”, ricorda l’intervistato. Non a caso, per molti bere un caffè dopo le 18.00 vuol dire trascorrere la notte in bianco, per altri non è affatto un problema. “L’effetto della caffeina, inoltre, risente dell’associazione con altre sostanze: per questo motivo, ad esempio, i fumatori spesso sono forti bevitori di caffè, perché gli effetti svaniscono più in fretta”.
Gli effetti degli energy drink vengono analizzati anche in base alla presenza di taurina, “un aminoacido essenziale per i neonati, che in quantità considerevoli può avere effetto sul sistema nervoso e cardiovascolare. In queste bevande, in realtà, il contenuto è esiguo, ma evidenziarlo nella promozione del prodotto, comunica forza ed energia, e risulta quindi fortemente attrattivo per i consumatori”. Qui entrano di nuovo in gioco il marketing e la comunicazione, ma bisogna considerare che, se per alcune persone è chiaro che molti prodotti vengano appositamente costruiti a tavolino per avere successo, e che quindi consumarli non sia necessariamente positivo o salutare, per altre questo passaggio non è affatto scontato. A tal proposito, il dott. Donegani ricorda che, sebbene siano consumate anche durante lo sport, “queste bevande non sono assolumentamente paragonabili ai drink isotonici destinati agli sportivi, anche perché contengono caffeina, che provoca disidratazione”.
Energy drink e alcol: un cocktail da evitare
Purtroppo tra i giovani è diffusa l’abitudine di consumare gli energy drink in associazione all’alcol, un binomio su cui l’intervistato mette subito in guardia: “mescolare gli energy drink all’alcol significa unire due effetti contrari, che di certo non si annullano a vicenda. Unendo una sostanza che ci aiuta a restare svegli con una che induce sonnolenza, si crea una pericolosa illusione, perchè non si è realmente più svegli e reattivi. Le sostanze stimolanti, come la caffeina, vanno a forzare le reazione normali del nostro organismo. Può sembrare banale, ma se abbiamo sonno dobbiamo dormire. Assumere sostanze in grado di non farci sentire la fatica è un dannoso controsenso”.
Sugar tax: ha senso tassare i prodotti che contengono zucchero?
Come abbiamo visto con l’aiuto del dottor Donegani, il contenuto di zuccheri è uno dei fattori che dovrebbe scoraggiarci dal consumo di energy drink. Gli effetti negativi dell’abuso di questo alimento, infatti, sono ormai ben noti. Sebbene non è stato dimostrato che esista un vera e propria dipendenza da zucchero, è certo che ridurne l’assunzione è salutare e contribuisce a limitare il rischio di alcune patologie.
Tempo fa avevamo parlato di tasse sul cibo spazzatura, analizzando la situazione in alcuni Paesi e riflettendo sulla loro utilità nel combattere l’obesità, infantile e non, o il diabete. Anche per quanto riguarda lo zucchero, c’è una proposta che riguarda la cosiddetta ‘sugar tax’, un argomento fortemente dibattuto e controverso, nel nostro Paese. Tassare le bevande e gli alimenti dolcificati è la strada giusta? Secondo l’intervistato no, occorre piuttosto “lavorare sulla consapevolezza del consumatore. “La sugar tax non è un metodo che condivido, mettere divieti equivale sempre a deresponsabilizzare i cittadini dalla gestione della loro salute e questa non è la soluzione giusta. Tutto va inquadrato nell’economia della dieta: non possiamo prescindere dalla nostra natura, il gusto del dolce e la palatabilità dei grassi sono una cosa innata, quindi, se mangiamo meno zuccheri, cercheremo più grassi. È un meccanismo automatico. Comunicare i problemi relativi alla salute in modo troppo semplicistico è un errore, sono a favore di una corretta educazione alimentare e non della demonizzazione di alcuni cibi. Il problema del consumo di zucchero è consistente, ma quello della sedentarietà è molto più grave – conclude – 150 minuti di attività alla settimana aumentano di 7 anni la speranza di vita. A parità di dieta, una persona obesa che fa attività fisica ha 2 anni di aspettativa più di quella che è sedentaria”.
Educare il consumatore significa renderlo consapevole dei benefici o dei rischi che un prodotto comporta per la sua salute. Questo è valido a maggior ragione quando si tratta di ragazzi e adolescenti, che spesso sono più facilmente influenzabili dalle mode e dalle pubblicità.
Conoscevate i rischi legati al consumo degli energy drink? Li consumate personalmente o lo fanno i vostri figli? Raccontatecelo nei commenti.