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Parigi in 2 giorni: ecco dove andare a mangiare

Innamorati o no, single o con partner, concedetevi 48 ore nella capitale francese gustandola e vivendola attraverso la sua multiforme offerta enogastronomica. Non vi suggeriamo i classici e blasonati ristoranti stellati di sempre ma indirizzi meno conosciuti per mangiare, comprare e bere.

Dove mangiare a Parigi: la nostra guida culinaria

Street food

La Brigade

L’avreste mai detto? Eppure anche a Parigi i food truck stanno spopolando e ad oggi se ne contano più di sessanta e cinquecento in tutta la Francia. Per i più esotici c’è il Camion Bol di ispirazione saigonese con carpaccio e risotto vietnamita, il primo food truck africano Black Spoon, gestito dalla senegalese Fati Niang che propone una selezione di ricette tradizionali come pollo yassa con banane fritte o il più famoso tiep bou dienn, il piatto nazionale senegalese a base di pesce. Oppure la proposta gustosa e carnivora de La Brigade, composta da carni francesi di manzo, pollo o filetto d’anatra serviti tagliati e accompagnati da numerosi contorni di qualità.

Speak easy

Non perdete tempo cercandoli sulle guide o inseguendo le loro insegne perché non esistono. Sono gli speack easy dove si beve (quasi sempre molto bene) e dove si arriva tramite una rete clandestina di passaparola che viaggia sui social. Bar senza indirizzo ispirati a quelli americani che negli anni ’20 e ’30, in epoca di proibizionismo, vendevano illegalmente bevande alcooliche. Oggi non commetterete alcune reato varcando la soglia delle loro porte (ammesso che le troviate), ma potrete condividere la passione per le atmosfere vintage e brindare in fondo alle cantine, nei retrocucina dei ristoranti o in cortili segreti. Insomma se volete una bevuta di livello lontana dai turisti e dai soliti locali di massa, datevi da fare e scoprite il vostro speak easy della serata. Se siete alla prima esperienza vi daremo una mano:

Le Moonshiner in zona Bastiglia in cui entrate passando attraverso la porta di una cella frigorifera dell’anonima pizzeria Da Vito. A disposizione una lista di quasi cento whisky e cocktail inediti o semplici birre chiare della casa. Le note jazz del grammofono fanno il resto. Non dimenticate di ordinare un Salsa Verde a base Mezcal.

Il Ballroom in zona Les Halles vive nei sotterranei del ristorante Beef club. Si è circondati da mura con mattoni a vista e tavolini in marmo. Toni bassi e sobrietà (almeno fino a una certa) per rispettare la qualità delle bevute offerte dal bar. Non il migliore ma certamente interessante il cocktail Le concombre fumant, con lo Chartreuse prodotto dai monaci a Voiron, bianco d’uovo, cetriolo e sciroppo alla paprika. E ancora nel Marais ad accogliervi c’è il messicano Candelaria. Questo validissimo club è l’anima dannata di una taqueria che lavora a mezzogiorno sfornando tacos. Cocktail su misura in base ai gusti e all’umore dei clienti e un’ampia lista di tequila invecchiate.

I Macarons

Dirigetevi in rue Bonaparte e cercate la prima boutique aperta dal leggendario Pierre Hermé. Nell’omonimo locale avrete modo di assaggiare alcune sue invenzioni come i macarons al tartufo bianco e nocciola o al cioccolato e frutto della passione. Oppure poco distante incontrerete rue Vaugirard dove trovare uno dei quattro punti vendita dell’eclettico Sadaharu Aoki, dove i macarons si differenziano in città per i colori vivaci e ingredienti inusuali come il matcha (tè verde giapponese), il sesamo nero o lo yuzu (varietà di mandarino dall’aromaticità spiaccata). Nella zona di Place de la Madeleine vengono venduti i macarons di Jean Paul Hévin nella boutique di rue Saint-Honoré, assaggiatelo al cioccolato venezuelano e lampone o al caffè. E se non avete ancora abbastanza dirigetevi verso Ladurée, dal 1862 bandiera dell’arte pasticcera francese: un’esperienza visiva ed olfattiva unica come il macaron ai petali di rosa.

Altri indirizzi

Se avete voglia di una buona crêpes segnatevi la Suzette nel Marais dove mangiarne di salate e dolci. Il bistrot Le Mesturet a prezzi molto contenuti con una cucina casalinga a cura della mamma del proprietario, l’Au Petit Bistrot dove mangiare una lombata di maiale grigliata alle erbe di Provenza e un piatto di formaggi, Le Pas Vu Pas Pris con menu a sorpresa, Le Bistro des Galopins rimasto inalterato nella sua forma dal 1923 o il neo bistrot Le Vin qui Danse Gobelins con i suoi prodotti freschissimi ricavato da un antico convento.

Diteci: cosa avete deciso di fare per la vostra prossima 48h on the road?
Noi vi consigliamo di dare un’occhiata alle 
6 tappe obbligatorie per un foodie a Göteborg, altrimenti, se non volete allontanarvi troppo da casa, potete scegliere se sbirciare tra i migliori ristoranti di Milano o andare a scoprire i volti inediti di una bellissima Cagliari.

 

 

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