Giornale del cibo

Dolci di Pasqua: la tradizione italiana da nord a sud

Che Pasqua sarebbe senza il dolce suono delle uova di cioccolato che, dopo giorni di attesa sulle mensole della cucina, finalmente vengono aperte svelando il proprio contenuto? Ogni festività ha sì un significato religioso e individuale, ma diciamo la verità: soprattutto dopo la Quaresima, gustarsi il menù di Pasqua è una vera gioia. Che richiede una ciliegina sulla torta, ovvero il dolce.
Quest’anno, per prepararvi al meglio, abbiamo deciso di accompagnarvi in un viaggio culinario alla scoperta dei dolci di Pasqua più amati del Belpaese. Non mancheranno le sorprese, infatti non è solo la Colomba a trovare posto sulle tavole degli italiani.

Prendete carta e penna, è ora di mollare gli ormeggi e volare da Nord a Sud per fare una scorpacciata di delizie!

Dolci di Pasqua: 14 ricette tradizionali

La regina della tavola di Pasqua: la Colomba

colomba pasquale

Sebbene non si conosca la data di nascita precisa, è consolidata l’idea che la Colomba pasquale sia comparsa all’inizio del Novecento in Lombardia. Da lì si è diffusa in tutta Italia, assumendo varianti di tutti i generi secondo i gusti locali. La forma richiama direttamente la tradizione cristiana, secondo la quale la colomba rappresenta lo Spirito Santo, la speranza e la salvezza. In molte culture, poi, è anche simbolo di pace: perfetta per esaltare il senso della Pasqua!

La Focaccia non può mancare in Veneto

Molto simile alla colomba, ma senza canditi, la Focaccia è il tipico dolce della tradizione pasquale veneta. La leggenda vuole che la “fugassa” sia stata preparata per la prima volta da un fornaio di Treviso che ha semplicemente aggiunto alcuni ingredienti dolci come uova, burro e zucchero all’impasto del pane per preparare un dono sfizioso per i propri clienti. Insomma, se ancora la mangiamo con gusto, possiamo azzardare che quel fornaio ci aveva visto giusto!

Pinza e gubana per la Pasqua in Friuli Venezia Giulia

Restiamo nel Nord Italia per scoprire in che modo la cucina friulana si distingue da quella giuliana anche in occasione delle festività pasquali. Trieste, infatti, è famosa per la pinza, una focaccia dolce che viene abbinata anche al prosciutto di Praga: un accostamento sicuramente inedito. In Friuli, invece, la Pasqua è un’occasione come un’altra per mangiare la gubana, dolce tipico delle Valli del Natisone, preparato ancora artigianalmente nella zona.

In Emilia si mangia la Ciambella, in Romagna la Pagnotta

Le differenze della tradizione culinaria all’interno dell’Emilia Romagna non ci sorprendono, come riassunto, tra le righe, nei consigli utili per invitare a cena un romagnolo. I dolci di Pasqua non fanno eccezione. A Bologna, infatti, il pranzo di Pasqua non è completo senza la Ciambella quaresimale, una torta semplice, ma guarnita con lo zucchero. In Romagna, invece, il dolce tipico della Pasqua è la Pagnotta di Sarsina. La ricetta originale, ripresa da Vittorio Tonelli nel volume A tavola con il contadino romagnolo, prevede l’uso di farina di grano, pasta lievitata, zucchero, strutto o margarina, uova, scorza di limone, vaniglia, lievito di birra, un pizzico di sale e, a discrezione, dell’uva secca. Tradizione vuole che ogni famiglia ne prepari una che può pesare addirittura tre o quattro kg!

Lo zuccotto pasquale toscano

In Toscana, l’alternativa principale alla colomba è rappresentata dal delizioso zuccotto, di cui esiste una versione anche siciliana che prevede zucchero, ricotta e grano cotto, arricchito da gocce di cioccolato, pistacchio e un cucchiaino di rhum. Lo zuccotto ha origine addirittura nobile: infatti, venne creato per la famiglia de’ Medici a Firenze: darà sicuramente un tocco aristocratico alla vostra tavola pasquale!

A Formia e nel basso Lazio si magna la Pigna

Rotolando, letteralmente dopo tutti questi dolci, verso Sud ci imbattiamo nella specialità pasquale del Lazio: la Pigna. Si tratta di un impasto semplice e gustoso, talvolta presentato a forma di treccia e servito a fine pasto. Una versione particolarmente golosa prevede che il dolce venga ricoperto di una glassa di zucchero fondente.

In Sardegna si fa scorpacciata di pardulas

Le Pardulas, chiamate anche Casadinas, sono il tipico dolce di Pasqua in tutta la Sardegna. I sardi assicurano che sono molto semplici da preparare e che il gusto non vi deluderà. Del resto, un dolcetto a base di ricotta è sempre gradito!

L’anti Colomba: a Napoli si mangia la pastiera

La pastiera è un dolce che non ha bisogno di presentazioni. Da Napoli, culla della ricetta originale, si è fatta conoscere in tutta Italia, non solo a Pasqua. Tuttavia, come ci spiega Luca Sessa, la pastiera conclude il menù di Pasqua e, nonostante la notevole scorpacciata di tagliatelle, capretto e contorni, resta la portata attesa con più trepidazione. Rompiamo gli indugi, passiamo subito alla ricetta originale illustrata nei dettagli per i lettori de Il Giornale del Cibo.

La scarcella è il dolce della tradizione pugliese

Sull’Adriatico e, in particolare, a Bari la tradizione pasquale vuole che il dolce tipico abbia lo scopo di liberare l’uomo dal peccato attraverso il battesimo, facendo naturalmente riferimento alla tradizione cattolica. Stiamo parlando della scarcella che deve il suo nome, secondo alcuni, a “scarcerare” e svolge proprio la funzione purificatrice tipica della Pasqua. Sarà vero? Non ci resta che provare la ricetta per credere!

La ricca tradizione siciliana: Cassatedde, Cavadduzzi e Cestini

Concludiamo il nostro dolcissimo viaggio culinario alla scoperta dei dolci di Pasqua della tradizione italiana con la Sicilia. La terra dei cannoli e delle cassate non poteva certo deluderci, infatti anche durante le festività pasquali non abbiamo che l’imbarazzo della scelta!
Il dolce di Pasqua per antonomasia sono le cassatelle, dolcetti di pasta ripieni di ricotta miele, cannella, cioccolato fondente secondo i gusti e le consuetudini familiari. Il nostro lettore Peppe ci racconta che, un tempo, i palermitani amavano comprare le cassatelle proprio il Venerdì Santo, al Monastero di Santa Oliva.

La richiesta era tale e tanta che le monache, per far fronte alle ordinazioni, finivano a ritardare le funzioni liturgiche scatenando l’ira dell’Arcivescovo. Da qui, pare, abbia origine l’espressione idiomatica “cu nnappi nnappi r’e cassateddi i Pasqua” che significa  “chi ha avuto ha avuto e tanto basti” diffusa ancora oggi!
La tradizione racalmutese, in provincia di Agrigento, ci offre l’opportunità di concludere il nostro pranzo pasquale con i Cavadduzzi oppure con i Cestini di Pasqua: due ricette semplici e golose che piaceranno sicuramente ai piccoli di casa.

Infine, una ricetta che potrebbe mettere d’accordo tutti: l’Agnello di Marzapane. La ricetta è tipica di Favara, al punto che è nota come la Città dell’Agnello Pasquale. La pasta di mandorla, farcita con il pistacchio, viene modellata proprio a forma di agnello e donata ai bambini la mattina di Pasqua, insieme alle uova di cioccolato.

A proposito di uova, sono sicuramente l’oggetto del desiderio per eccellenza di tutti i bambini che le preferiscono a tutti i dolci di Pasqua che abbiamo scoperto nel nostro viaggio. Per non sprecare nemmeno un pezzettino di cioccolato, abbiamo pensato ad alcune ricette perfette per riciclare le uova. Chissà che alcune non vi ispirino al punto da integrarle nel vostro menù di Pasqua? Se, invece, siete stati convinti dalla tradizione pasquale del Belpaese non vi resta che scoprire quali sono le ricette pasquali più amate, da Nord a Sud, e sbizzarrirvi tra antipasti, primi, secondi e contorni da capogiro!

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