Diciamoci la verità: chi decide di visitare la Catalogna, la famosa comunità autonoma spagnola, non può limitarsi ad assaporare solo tapas e calçots. Esiste un universo dolce, forse meno conosciuto, che racconta con la stessa intensità l’identità di questa fantastica terra. I dolci catalani, spesso legati a riti di folklore o a momenti familiari, sono una sintesi di semplicità, memoria contadina e contaminazioni culturali accumulate nei secoli. Alcuni si preparano solo in occasioni particolari, altri si trovano tutto l’anno nelle pasticcerie locali. Tutti, però, parlano il linguaggio autentico della tradizione gastronomica catalana.
Da grande appassionato (e dichiarato goloso), ti porto con me alla scoperta di questi dolci, raccontandoti la loro storia e le caratteristiche che li rendono unici.
Mel i mató: il dessert che profuma di campagna

Partiamo subito con uno dei dolci catalani più antichi: il mel i mató. Due soli ingredienti – ricotta fresca e miele – bastano per creare un dessert che affonda le sue radici nella tradizione bucolica del luogo. Il mató infatti è un formaggio fresco, leggermente granuloso, simile alla nostra ricotta, ma dal sapore più neutro.
Di solito viene servito freddo, spesso in ciotole di terracotta, con una generosa colata di miele di montagna. È un dolce povero, ma non banale: proprio la sua essenzialità lo ha reso, nel tempo, simbolo della genuinità catalana. Molti adorano decorarlo con abbondanti noci e pinoli. Viene prodotto in alcune zone della regione, tra cui Girona, il sud della Catalogna e le montagne di Montserrat.
Le Catànies: praline di Vilanova i la Geltrú
Spostandoci lungo la costa, a sud di Barcellona, arriviamo a Vilanova i la Geltrú, patria delle Catànies. Queste praline sono nate nel secolo scorso dalla creatività della pasticceria Cudié. Al centro c’è una mandorla tostata, avvolta da uno strato di torrone morbido e poi ricoperta di cioccolato bianco e cacao in polvere. Nonostante siano una creazione relativamente recente, sono diventate un simbolo dolce del territorio, amate tanto dai catalani quanto dai turisti.
Panellets: i dolcetti dei Santi

In Catalogna, la festa di Ognissanti non è solo il momento per ricordare i defunti: è anche l’occasione per preparare i panellets, dolcetti piccoli e profumati, a base di pasta di mandorle. I più classici sono ricoperti di pinoli, ma esistono anche varianti con cocco, caffè o cioccolato. L’origine dei panellets risale almeno al XVIII secolo e, ancora oggi, la loro preparazione coinvolge tutta la famiglia. Si impastano a fine ottobre e si consumano in occasione della Castanyada, insieme a caldarroste e vino dolce.
Crema catalana: l’antesignana della crème brûlée?
Non si può parlare di dolci catalani senza citare la crema catalana. Nonostante le somiglianze con la crème brûlée francese, i catalani rivendicano con fierezza la paternità di questa crema all’uovo, servita con una crosticina croccante di zucchero caramellato. La differenza principale è che la crema catalana si cuoce sul fornello, non al forno, e viene aromatizzata con cannella e scorza di limone.
È un dolce domestico, che però si trova anche nei ristoranti e nelle taverne, a dimostrazione di quanto sia radicato nel quotidiano.
Coca de Sant Joan: la festa inizia con un morso

Infine, tra i dolci catalani più amati c’è la coca de Sant Joan, che si prepara in occasione del solstizio d’estate. Soffice, colorata, profumata di anice e canditi, questa focaccia dolce è la protagonista delle celebrazioni notturne del 23 giugno, tra fuochi d’artificio e danze. Ne esistono numerose versioni: con crema, frutta secca, cioccolato o addirittura farcite con panna. La sua forma ovale ricorda la convivialità delle tavolate all’aperto, mentre il suo impasto racconta la sapienza di mani che, da generazioni, la tramandano.
La Catalogna, oltre a vantare una cucina di altissimo livello, custodisce un patrimonio dolciario ricco, capace di raccontare storie di territori, famiglie e celebrazioni collettive. Ogni dolce, anche il più semplice, porta con sé un frammento di identità culturale e continua a vivere attraverso la memoria gustativa di chi lo prepara, lo assaggia e lo tramanda.
E tu sei mai stato in Catalogna? Hai mai assaggiato uno di questi dolci?
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