Tra le 500.000 e i 3 milioni di persone in Italia soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA) e decine di loro sono ragazzi adolescenti, tanto che ogni 100 ragazze, 10 soffrono di disturbi alimentari di vario genere. Sono i dati che ci racconta la dott.ssa Simona Simone di Fanep, la Onlus che dal 1983 sostiene la neuropsichiatria infantile e che nel 2016 ha presentato il centro Neu Lab. Si tratta di un progetto dove si stanno attuando percorsi efficaci di prevenzione e promozione della salute attraverso medicine complementari, proprio su queste tematiche, sotto la guida esperta del prof. Emilio Franzoni, Direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile dell’Azienda Ospedaliera di Bologna, col quale abbiamo fatto una chiacchierata.
Disturbi del comportamento alimentare: il rapporto col cibo
“Innanzitutto per affrontare la tematica bisogna tenere in considerazione che la nostra vita è scandita dal rapporto col cibo”: dal latte materno, fino al cibo come convivialità e al social eating, oggi più che mai l’alimentazione invade ogni momento della nostra giornata. Lo vediamo anche nei mass-media, dove crescono i programmi di cucina che ci bombardano di ricette, salvo poi consigliarci di fare diete restrittive o eliminare determinati alimenti per mantenerci in forma. Tutte queste informazioni, spesso incoerenti, ci lasciano confusi.
Per questo è più corretto definirli disturbi del comportamento alimentare, sottolinea il prof. Franzoni, dove “il termine comportamento caratterizza l’atteggiamento nei confronti del cibo che può divenire addirittura nemico: c’è un coinvolgimento psicologico”, non è una questione di allergie, intolleranze, patologie fisiche o preferenze di gusto.
Disturbi del comportamento alimentare: non solo anoressia e bulimia
Vi abbiamo raccontato quali sono i disturbi del comportamento alimentare più diffusi, tuttavia, oltre all’anoressia, che è un rifiuto patologico del cibo, legato a una volontà di controllo e perfezionismo, troviamo la bulimia, intesa come dipendenza da cibo, che viene poi eliminato col vomito, ma anche alcuni sottotipi, connessi a nuovi modelli sociali e canoni estetici. Accanto all’ortoressia, dove c’è un rapporto medicalizzato col cibo per cui si consumano solo pochissimi alimenti considerati sani, oggi troviamo nuovi dca come il binge eating, un tipo di alimentazione compulsiva e incontrollata che porta all’obesità. Sempre più frequente è anche la vigoressia, di cui soffrono principalmente gli uomini, che è “il disturbo del comportamento alimentare del palestrato che vuole un corpo scultoreo e per mantenerlo si alimenta quasi esclusivamente di proteine, perché se scompaiono i muscoli vengono meno anche l’autostima e la sicurezza personali”.
Disturbi del comportamento alimentare nel bambino
I disturbi del comportamento alimentare nel bambino partono dai primi mesi di vita fino all’età prepubere e sono la grande novità della quinta edizione del manuale psichiatrico americano (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) al quale si fa riferimento per la diagnosi. Questi tipi di DCA colpiscono ugualmente maschi e femmine e possono iniziare già a pochi mesi di vita: “il bimbo che gira la testa dall’altra parte quando gli porgi il cucchiaino per mangiare, non sta rifiutando il cibo, ma la persona che lo imbocca”. Non solo. Rimangono ancora molti interrogativi, ad esempio, anche sul comportamento dei bambini che mangiano solo in bianco. “Si tratta di un’alimentazione selettiva – spiega il prof. Franzoni – dove i bambini mangiano solo alcune cose perché si sentono più sicuri”. È simile a quanto avviene, ad esempio, nei piccoli che non mangiano per paura di vomitare.
DCA: i segnali da non sottovalutare
Se l’età in cui si manifestano questi disturbi diminuisce sempre più, diventa particolarmente importante accorgersene in tempo. Per quanto riguarda l’anoressia, che è la più diffusa e colpisce principalmente ragazze, un genitore deve preoccuparsi quando la figlia decide di ridurre l’alimentazione perché si vede grassa, mentre in realtà è magra o normopeso, per cui va portata in un centro che si occupa di disturbi del comportamento alimentare. Dal punto di vista della bulimia, di cui si può non accorgersi anche per anni, bisogna porsi il problema “quando una ragazza, dopo i pasti, con metodicità si chiude in bagno”. In questi casi bisogna capire cosa va a fare e sospettare un problema di bulimia.
Se è vero che le ragazze sono le più colpite, tuttavia oggi i disturbi del comportamento alimentare interessano sempre più anche i maschi: “nel 1995 la percentuale dei ragazzi anoressici era il 2%, oggi siamo al 10%”.
Questione di predisposizione
Il fenomeno dei disturbi del comportamento alimentare è dilagante e ha cause diverse, per quanto non colpisca tutti, ma solo le persone predisposte. L’intervistato ci spiega, infatti che “siamo convinti che ci sia una predisposizione genetica, anche perché diversamente tutte le ragazze che tengono alla linea sarebbero anoressiche”. Non è un caso, quindi, che spesso i DCA si manifestino in famiglie dove qualche familiare ha già sofferto di patologie simili.
Nonostante si conosca l’incidenza di questi disturbi, ci sono ancora molti casi sommersi e questo avviene perché spesso “la famiglia si vergogna di avere una ragazza o un ragazzo con DCA, perché implicitamente si sente colpevole di non saper dare da mangiare al proprio figlio”. Come si può intervenire?
Prevenzione e promozione della salute: il centro Neu Lab
Dopo aver approfondito con il prof. Franzoni la fenomenologia dei disturbi del comportamento alimentare, abbiamo chiesto alla dott.ssa Simona Simone di Fanep di raccontarci in che modo il progetto Neu Lab può contribuire a prevenire i disturbi alimentari e a promuovere la salute: “Si tratta di un centro di prevenzione, non di un ospedale dove fare terapia. Il percorso costruito presso il centro Neu Lab, condiviso col Comune di Bologna e la “Polisportiva Villaggio del Fanciullo”, prevede proposte differenziate e metodologie innovative. Il progetto verrà sviluppato grazie a professionisti che si impegneranno a titolo volontario, con un approccio integrato in ottica di promozione della salute tra nuove tecnologie, medicine complementari e trattamenti non farmacologici”.
L’aspetto principale è il lavoro con famiglie e insegnanti, con cui si faranno incontri preventivi, molto importanti poiché purtroppo oggi la famiglia tende ad essere latitante: “c’è mancanza di relazione e di ascolto, anche nei momenti che andrebbero condivisi, come i pasti, dove si tende sempre più a guardare la tv, se non addirittura a mangiare in momenti separati, senza incontrarsi mai” sottolinea il prof. Franzoni. Non a caso quando parliamo di anoressia e bulimia, o simili, intendiamo disturbi della relazione che, nelle persone predisposte, si manifestano in seguito ad un evento scatenante, come un lutto o la separazione dei genitori.
Yoga, Shiatsu e creatività contro i DCA
In questo contesto, Neu Lab, si pone come progetto pilota a livello nazionale poiché le altre realtà sono tipicamente ospedaliere, mentre questo è un luogo di incontro e prevenzione per i ragazzi che non hanno ancora ricevuto una diagnosi e per le loro famiglie, dove ci si possa sentire meno ospedalizzati. Verranno proposte attività psico-corporee per la prevenzione primaria e promozione alla salute. Infatti “esistono molti studi che dimostrano l’efficacia dello Yoga e di altre tecniche di consapevolezza psicosomatica nei disturbi d’ansia, nella depressione e per il miglioramento dello stress”. Si tratta di discipline utilizzate con successo anche in terapia per riconnettere la mente con il corpo. Oltre a questo, sono previsti laboratori artistici e anche attività outdoor nel giardino costruito a misura di bambino.
I disturbi alimentari interessano molti ragazzi, ma fortunatamente la maggior parte di loro riesce a riprendere una buona qualità della vita: “le statistiche ci dicono che circa il 50% si riprende totalmente, un 25% ha delle ricadute sporadiche in particolari momenti di difficoltà, mentre un 25% purtroppo si cronicizza”.
Per i bambini ed i ragazzi la presenza di un centro innovativo come Neu Lab fa ben sperare che questi disturbi possano essere intercettati sul nascere, prima che diventino patologie.
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