Diete strane del passato: quali sono e perché è meglio dimenticarle

 

Sono decine, se non centinaia, le diete strane che negli anni, di volta in volta, sono state presentate come le migliori per dimagrire, magari in breve tempo e con pochi sforzi. Come abbiamo visto occupandoci di diete dannose da evitare, per rimettersi in forma in modo sano e a lungo termine non esistono scorciatoie. Mangiare in modo sbilanciato – tanto meno fare scelte estreme – non è mai la scelta giusta, e può essere anche molto pericoloso per la salute. In questo approfondimento conosceremo alcuni dei regimi alimentari più assurdi e curiosi che nel passato hanno trovato seguaci, per ragionare sulle mode che con l’obiettivo di recuperare la linea sono state accolte con troppa leggerezza, ed evitare con maggiore consapevolezza quelle che il futuro ci riserverà.

Josep Suria/shutterstock.com

Diete strane del passato: oltre un secolo di idee da archiviare

Il desiderio o la necessità di perdere peso è aumentato di pari passo con l’avvento e lo sviluppo della società dei consumi, un periodo di benessere che le economie più sviluppate conoscono dal secondo dopoguerra. Pur iniziando nei primi anni del ventesimo secolo, anche il proliferare delle diete dimagranti corrisponde a questa epoca, con i consueti picchi di interesse che puntualmente si ripresentano prima dell’estate e dopo le festività natalizie. Inoltre, va sottolineato che a favorire la diffusione dei piani per perdere chili è stato il cambiamento dell’ideale estetico. In un mondo dove la carenza di cibo era all’ordine del giorno, essere sovrappeso era considerato desiderabile e interpretato come prova di ricchezza e salute, mentre nel Novecento il canone di bellezza virò progressivamente verso un aspetto più magro e atletico. 

Negli anni si sono affacciati al grande pubblico le più disparate proposte per dimagrire, che quasi sempre hanno promesso di far perdere molti chili in poco tempo. La fretta di raggiungere il risultato ha spinto troppe persone a fidarsi a scatola chiusa, talvolta rischiando la salute. Si sono susseguite diete basate su un solo piatto o ingrediente, in genere di origine vegetale ma non solo, dalla dieta dell’ananas a quella dell’avocado, ma in passato come vedremo ci si è spinti molto oltre, con piani nutrizionali presentati con un presunto retroterra di scientificità, come a giustificarne la stranezza.

Queste diete hanno in comune soprattutto una cosa: sono pensate come strumenti di guadagno e notorietà da chi le concepisce. A maggior ragione, quindi, bisogna ricordare che quando si parla di nutrizione non esistono miracoli o trovate mirabolanti.

Ecco una panoramica di alcune tra le formule più strane che hanno raggiunto la ribalta e le ragioni per le quali, fortunatamente, sono state dimenticate e superate.

Dieta Fletcherizing

Concepita all’inizio del Novecento dall’americano Horace Fletcher e nota anche come dieta “mastica e sputa”, prescriveva di masticare per un preciso numero di volte in base al tipo di cibo, ingerendo solo la parte liquida e sputando il resto. La seguirono gli scrittori Henry James e Franz Kafka e nel tempo ci furono alcune variazioni: gli alimenti non venivano più sputati, ma dovevano essere masticati a lungo tenendo la testa inclinata in avanti per poi essere ingoiati tenendo la testa all’indietro, in modo che il boccone scivolasse al meglio lungo la gola. Anche i liquidi dovevano essere masticati e non bisognava mai mangiare quando si è di cattivo umore. Inutile sottolineare l’assurdità di questa teoria e le carenze di nutrienti che comporta.

Farmaci e ormoni per dimagrire

Artem Stepanov/shutterstock.com

Si tratta di un vero e proprio filone iniziato nel Novecento e piuttosto in voga fino agli anni Ottanta, che ha fatto ricorso a diverse sostanze, alcune estremamente pericolose.

Le prime pillole dimagranti arrivarono sul mercato nei primi anni del secolo come “riduttori del grasso” e contenevano estratto di tiroide animale, allo scopo di aumentare il metabolismo. Una formulazione che, però, causava effetti collaterali quali aritmia cardiaca, debolezza, dolori al petto e persino decessi. Nonostante la pericolosità, questi prodotti rimasero in vendita fino agli anni Sessanta.

Negli anni Trenta fu il turno del dinitrofenolo, un composto che faceva dimagrire aumentando la temperatura del corpo, con rischio di ipertermia, danni alla vista e collassi. Questa pericolosità, in seguito, ne decretò il ritiro dal mercato. Negli anni Cinquanta il nuovo ritrovato furono le anfetamine, già utilizzati in guerra per restare svegli e in grado di non far sentire la fame: divennero popolari e persino prescritte dai medici. I gravi effetti collaterali, nonché il rischio di dipendenza, portarono al ritiro dal mercato nel 1968.

Ideata sempre negli anni Cinquanta dal medico inglese Albert Simeons, la dieta HCG prevedeva iniezioni dell’ormone della gravidanza tre volte alla settimana per tre settimane, in abbinamento a una dieta ipocalorica, per ridurre il grasso e il senso della fame. La sostanza, però, causava calcoli biliari, disturbi ormonali con sviluppo delle mammelle negli uomini, problemi cardiaci e trombosi, oltre a influire negativamente sull’umore e sul sonno.
La fenfluramina, un farmaco anoressizzante, venne autorizzato nel 1973 e conobbe una certa popolarità fino agli anni Novanta, soprattutto negli Stati Uniti. In seguito emersero effetti collaterali significativi, come l’ipertensione polmonare e i danni alle valvole cardiache, che ne decretarono la dismissione.

Negli ultimi anni l’idea di utilizzare farmaci contro l’obesità – specialmente per i casi più gravi – è tornata ad affacciarsi con nuove molecole già utilizzate nel trattamento del diabete di tipo 2.

Fumo e alcol

Potrà sembrare assurdo, e in effetti lo è, ma tabacco e alcolici sono stati impiegati diffusamente per perdere peso. Negli anni Trenta un noto marchio di sigarette nella sua pubblicità consigliava di fumare per placare l’appetito e mantenersi in forma (in rete si possono trovare le immagini dei manifesti dell’epoca), mentre fino agli anni Settanta l’alcol è stato ritenuto utile per lo stesso scopo. In passato, del resto, il vino era considerato un alimento in senso pieno.

Dieta della tenia

Nella classifica delle diete strane, questa merita perlomeno il podio: la dieta della tenia, concepita negli anni Quaranta, indicava di ingerire una pillola contenente un uovo di Taenia solium, o verme solitario, per sfruttare il parassita per perdere peso. L’uovo si attacca alle pareti dell’intestino e dopo la schiusa il verme si nutre del cibo ingerito, crescendo fino a più di 5 metri di lunghezza e assorbendo buona parte delle calorie ingerite. Oltre all’inquietante idea di introdurre un organismo estraneo, la tenia causa dolori addominali, nausea, stanchezza, diarrea e costipazione, con la possibilità di migrazione in parti del corpo diverse dall’apparato digerente e conseguenze ancor più gravi. Se il parassita raggiunge il cervello può causare la neurocisticercosi, oggi responsabile del 30% dei casi di epilessia in Asia e Africa.

Josep Suria/shutterstock.com

Diete a base di un unico alimento

Ecco il filone con più esempi, in genere vegetali o preparazioni a base vegetale, con alcune eccezioni. Nella dieta della zuppa di cavolo si mangia per una settimana questo piatto, possibilmente piccante e in quantità illimitate, con la promessa di perdere almeno 5 chili in questo lasso di tempo. Sono consentite piccole quantità di uno o due altri alimenti, come frutta o foglie verdi all’inizio della settimana e manzo e riso verso la fine del ciclo. Concepita negli anni Cinquanta, divenne popolare negli anni Ottanta negli Usa come “faxlore”, perché le ricette venivano condivise via fax dai seguaci, ma tuttora ha degli estimatori. La zuppa di cavolo ha proprietà depurative, sazianti e digestive, grazie al contenuto di fibre e vitamine, ma è evidente il forte sbilanciamento di un’alimentazione simile.

Ancor più semplice e drastica è la dieta dei biscotti, coniata nel 1975 dal medico Sanford Siegal: se ne possono mangiare da sei a nove al giorno, meglio se con proteine di manzo idrolizzato e crusca di frumento, per un totale di sole 80-90 calorie.

Baby food diet

Detta anche “dieta del bambino”, è stata formulata dal personal trainer delle star Tracy Anderson e ha conosciuto una certa popolarità in anni recenti. Prevede di mangiare solo omogeneizzati per bambini, a base di carne, pesce e frutta. Ne esistono diverse versioni, più o meno restrittive, ma indicativamente la Baby food diet consiglia di consumare 14-16 barattoli al giorno, distribuiti negli orari dei pasti. In totale, le calorie giornaliere sono circa 1.200, una quota ridotta da abbinare all’attività fisica. Seguita da Madonna, Gwyneth Paltrow, Lady Gaga, Reese Witherspoon e Jennifer Aniston, promette di far perdere 9 chili in 6 settimane, sfruttando anche l’assenza di zucchero e sale e la comodità di poter portare ovunque i piccoli recipienti. Oltre a essere sconsigliabile per gli adulti per la quasi assenza di cibi solidi, questo tipo di alimentazione è tendenzialmente carente di sostanze fondamentali come le fibre.

Dieta che sfruttano fattori diversi dall’alimentazione

Ora citeremo alcune formule che sfruttano aspetti sensoriali e fisici diversi dall’alimentazione in senso stretto. La dieta degli occhiali blu prescrive di indossare lenti di questo colore in occasione dei pasti, tonalità che smorzerebbe l’appetibilità dei cibi e calmerebbe gli impulsi in modo significativo, in quanto quasi nessun alimento è naturalmente di quel colore. Concepita in Giappone, così come gli occhiali speciali che si indica di acquistare, la Blue vision diet per quanto bizzarra fa leva su un principio reale, come abbiamo visto occupandoci di colori del packaging.

Con la dieta copri naso si agisce sull’olfatto: tapparsi il naso, evitando di percepire profumi e gusti invitanti, rende i cibi assai meno desiderabili. Una pratica complicata da seguire fuori casa, verrebbe da dire.

Approfondendo la dieta del ghiaccio, abbiamo visto che anche la temperatura degli alimenti può essere sfruttata per favorire la perdita di peso.

Più stramba e pericolosa è la dieta del batuffolo di cotone, che indica di ingerire fino a 5 batuffoli imbevuti di succo di limone o arancia, per indurre la percezione di sazietà attraverso il riempimento dello stomaco.

Non meno inquietante è la dieta della sonda gastrica (Feeding tube diet o K-E), dispositivo medico impiegato normalmente su pazienti non in grado di mangiare in autonomia o che si rifiutano di farlo, come nel caso di chi soffre di anoressia. Attraverso la sonda, infilata nel naso, per 10 giorni viene pompato nello stomaco un liquido ipocalorico ricco di proteine. Questa tecnica estrema può consentire di perdere 9 chili in 10 giorni, sfruttando la chetosi come avviene nelle diete iperproteiche, che però causa stress a carico di reni e fegato, ma anche sonnolenza, mal di testa e rischio di calcoli renali. Inoltre, questa pratica non promuove di certo un rapporto sano con il cibo.

L’obiettivo della dieta della bella addormentata, invece, è quello di dormire per evitare di mangiare, assumendo potenti sonniferi, sostanze note per la loro pericolosità. Lanciata negli anni Settanta, fu seguita anche da Elvis Presley.

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Diete mistiche e spiritualistiche

I regimi alimentari ispirati a convinzioni di tipo spirituale o religioso, lontano dalle evidenze scientifiche, costituiscono un altro gruppo con un certo numero di esempi. Tra i più curiosi la dieta Shangri-La, ideata dal dietologo statunitense Seth Roberts, si basa sull’idea di mangiare solo il cibo che ci piace di più e che ci trasmette le migliori sensazioni. Tra i pasti e nell’arco di due ore, però, si deve ingerire l’equivalente di 400 calorie bevendo olio extravergine di oliva o acqua zuccherata. In questo frangente, inoltre, non si deve entrare in contatto con nessun altro sapore, derivante da cibo, gomme da masticare o fumo di tabacco. Il corpo assocerebbe i sapori alle calorie e quindi al rischio di obesità. Bevendo olio d’oliva o acqua zuccherata si insegnerebbe all’organismo ad assumere calorie senza associarle al sapore.

La dieta del Creatore o della Bibbia, invece, dura 40 giorni e consente di mangiare cibi biologici non processati (verdura, cereali, pesce con pinne e squame, carne e pollame), mentre proibisce salumi, prodotti trasformati, pasta e pane. La prima colazione deve essere consumata 12 ore dopo il sorgere del sole e la cena è anticipata. Gli esseri umani, come sostiene l’ideatore statunitense Jordan S. Rubin, sarebbero destinati a mangiare cibi creati da Dio e non manipolati, che migliorerebbero il funzionamento complessivo del corpo, la concentrazione e l’umore, prevenendo dolori, infiammazione e invecchiamento.

La dieta del missionario indica di mangiare solo verdure e possibilmente non troppo lavate, perché il cibo non deve essere contaminato con le mani.

Evidentemente, si tratta di piani del tutto privi di basi nutrizionali e scientifiche.

Dieta Beverly Hills

Il nome di questa dieta ne tradisce le origini e la popolarità nel jet set. La giornata inizia consumando un tipo di frutta nella quantità che si desidera. Dopo un’ora si può mangiare un altro tipo di frutta in quantità illimitata o aspettare due ore per altri gruppi di alimenti, con un sistema che consente di combinare proteine e grassi o carboidrati e grassi, ma evitando carboidrati e proteine insieme. Non si può abbinare la frutta con altri cibi e sono da depennare i prodotti artificiali; l’ordine, la combinazione tra gli alimenti e la masticazione sono considerati fondamentali e sorprende anche il fatto che lo champagne è sempre permesso. Questo piano in parte ricorda la dieta dissociata, molto popolare all’inizio degli anni Duemila.

La dieta Beverly Hills dura 35 giorni, con diverse fasi, ed è stata ideata all’inizio degli anni Ottanta da Judy Mazel, ex bambina obesa e deceduta all’età di 63 anni. Diversi studi hanno bocciato senza appello questo schema, che secondo l’Università del Maryland e la Johns Hopkins University è “la peggiore dieta mai ideata”.

Diete detox

L’altra grande famiglia di diete è quella legata alla detossificazione, spesso da ottenere grazie a un solo tipo di alimento, un concetto abbastanza recente come gli esempi che stiamo per vedere. La detox con i succhi, di cui esistono diverse varianti fai-da-te, prevede solo liquidi, più precisamente sei succhi di frutta e verdura nell’arco della giornata.

La detox del carbone indica di aggiungere “carbone attivo” ai succhi, ingrediente che supera intatto il sistema digestivo e dovrebbe rimuovere tossine, pesticidi e impurità presenti nei cibi non biologici o trasformati.

Più estrema è la cosiddetta total detox, che indica di bere acqua salata ogni mattina, un intruglio con limone, sciroppo d’acero e pepe di cayenna durante il giorno e tè lassativo di notte, una versione ancor più stramba e restrittiva.

Come abbiamo già visto, si tratta di alimentazioni del tutto scorrette sia per l’apporto nutrizionale sia per la modalità di somministrazione del cibo. Lo stesso concetto di “detossificazione” si basa su presupposti lontani dalla realtà scientifica.

monticello/shutterstock.com

Dieta senza glutine per dimagrire

Per concludere la carrellata, ecco una dieta recente e attualmente abbastanza in voga, che vede il glutine come il veleno di turno. L’indicazione è quindi quella di evitare tutti i cibi che contengono questa proteina vegetale, ovvero i derivati da grano, orzo e segale, come pane, pasta e prodotti da forno. Come abbiamo visto con il professor Spinsi, in assenza di intolleranze o sensibilità questa idea è sbagliata, e oltre restringere notevolmente la gamma di alimenti può indurre a mangiare prodotti più ricchi di zuccheri, e quindi più calorici.

Dimagrire in modo sensato ed equilibrato

Come abbiamo visto, il panorama delle diete dimagranti strane e da evitare è estremamente vario. Da alcuni anni negli Stati Uniti è stato lanciato il sito web Diet Scam Watch, che aiuta a smascherare le falsità e le truffe in questo ambito. Per pianificare correttamente l’alimentazione, allo scopo di dimagrire in modo sano e in tempi ragionevoli, bisogna tener conto dei nutrienti da assumere – riducendo le calorie in entrata e aumentando quelle in uscita con l’attività fisica – ma anche del piacere che il cibo deve trasmettere, non solo attraverso il gusto ma coinvolgendo tutti i sensi. La dieta mediterranea resta un punto di riferimento su cui basare la propria alimentazione, mentre i regimi alimentari troppo stringenti generano insoddisfazione, non possono essere seguiti a lungo e quasi sempre producono un dimagrimento solo momentaneo, che intacca anche la massa muscolare.

Ad ogni modo, come abbiamo puntualizzato più volte, quando si vuole perdere peso è importante rivolgersi a medici e a professionisti della nutrizione, che possano costruire una dieta su misura, basata sulla situazione e sulle necessità individuali, evitando le soluzioni che promettono grandi risultati in poco tempo. In questo senso, può essere utile fissare obiettivi graduali, il cui raggiungimento produce gratificazione e invoglia a impegnarsi ancora, sempre nella consapevolezza che cambiare le proprie abitudini non è semplice e richiede dedizione.


Immagine in evidenza di: Nok Lek Travel Lifestyle/shutterstock

 

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