La dieta che dice al corpo di non invecchiare

dieta longevità

Tramite una specifica alimentazione giornaliera e diete periodiche che mimano il digiuno è possibile riprogrammare, proteggere e rigenerare le cellule del nostro corpo. A dirlo è Valter Longo, biochimico, professore di Gerontologia e di Scienze biologiche e direttore dell’Istituto di Longevità della University of Southern California. Il sottotitolo del suo libro, La Dieta della Longevità, uscito recentemente in Italia, promette molto: Vivere fino a 110 anni in salute. Sa un po’ di magia, ma ad essere magico, dice Valter Longo, è solo il corpo umano “con la sua capacità di riparare e rigenerare se stesso”.

Dieta della Longevità: la formula di Longo…

anziani

La formula base della Dieta della Longevità è la seguente: adottare un’alimentazione che si avvicini il più possibile a una dieta al 100% vegetale, limitare il consumo di pesce a 2-3 volte alla settimana, diminuire le proteine fino al minimo necessario, ridurre in modo sensibile grassi e zuccheri e massimizzare i grassi buoni (come l’olio di oliva) e i carboidrati complessi, apportare tutti i nutrienti, fare tre pasti al giorno nell’arco di massimo 12 ore. In generale Longo consiglia di scegliere, tra i cibi permessi, quelli che mangiavano anche i nostri nonni e bisnonni perché più appropriati al nostro genotipo, e di non dimenticare che nessuna dieta può sostituire l’attività fisica, che deve essere praticata regolarmente e preferibilmente all’aria aperta.

Zuccheri e proteine “alimentano” l’invecchiamento

Fino a qui non ci sono grosse novità e per certi aspetti l’alimentazione descritta assomiglia molto ad una normale dieta mediterranea. Dove sta dunque la rivoluzione e perché dovremmo fidarci del prof. Longo? Il libro riassume i risultati delle ricerche e dei test clinici da lui condotti nella mecca degli studi sulla longevità, l’Università della California, e dei dati raccolti durante i suoi viaggi in giro per il mondo in cerca dei segreti degli ultracentenari. L’evidenza a cui è giunto lo studioso è che un’alimentazione a basso apporto calorico frena i processi di invecchiamento. In particolare, la riduzione di zuccheri e proteine sarebbe in grado di inibire le attività del recettore dell’ormone della crescita, ritenuto responsabile di malattie gravi, fra cui il cancro, il diabete e molte delle malattie cardiovascolari.

formula longo

Siamo programmati per invecchiare?

La novità introdotta da Longo riguarda il concetto di “invecchiamento programmato”: più importante del motivo per cui invecchiamo, è capire quale strategia adottare per fare in modo che il nostro corpo attivi dei meccanismi di protezione e “autoriparazione”. In altre parole bisogna riscrivere l’informazione “ora puoi iniziare a invecchiare”, che comincia a circolare attorno ai 40 anni, con l’informazione “rimani giovane”. L’elisir di lunga vita perciò andrebbe ricercato nei geni, le torri di controllo che dicono alle nostre cellule come devono comportarsi, e uno dei veicoli per influenzare questi controllori è l’alimentazione.

invecchiare

Convincere l’organismo ad autoproteggersi

La promessa più ambiziosa della Dieta della longevità non è di vivere a lungo, ma di morire sani. Il prof. Longo dice che i test su alcuni lieviti e sui topi e gli studi clinici sull’uomo hanno dimostrato che un regime di restrizione calorica diminuisce l’insorgenza di malattie e permette a qualsiasi organismo di vivere più a lungo. Inoltre, lo “stress” provocato ad una cellula quando viene affamata, provoca una reazione che la induce ad autoproteggersi. Per ottenere la stessa reazione in un organismo complesso è possibile “ingannarlo” facendogli credere di essere a digiuno, senza però sottoporlo alle privazioni di una vera restrizione alimentare. Da qui il nome di dieta mima-digiuno (DMD), tassello fondamentale della Dieta della longevità.

Che cos’è la dieta mima digiuno (DMD)?

dieta minima digiuno

Se protratta nel tempo, una restrizione alimentare può avere effetti disastrosi, ma il digiuno periodico e di breve durata, sostiene Valter Longo, innesca una serie di reazioni positive nel nostro corpo. La DMD va osservata per 5 giorni ogni 1-6 mesi a seconda del peso corporeo e delle esigenze nutrizionali individuali. Contiene calorie, vitamine, minerali e nutrienti in misura tale da richiedere la supervisione di un medico o di un biologo nutrizionista e può essere praticata dalla maggioranza delle persone (l’esclusione riguarda ad esempio donne incinte o persone con problemi di anoressia).

I benefici del digiuno “intermittente”

Il periodo di digiuno innescherebbe nell’organismo la modalità anti-invecchiamento e il “risveglio” delle staminali, che risulterebbero così più efficaci nel sostituire le cellule danneggiate dell’organismo. Durante i testi clinici, Longo ha riscontrato nei soggetti sottoposti a DMD una perdita di peso (perlopiù grasso addominale), un aumento della massa muscolare, una diminuzione dei livelli alti di glucosio, l’abbassamento di colesterolo e trigliceridi e, soprattutto, una diminuzione dell’IGF-1, uno dei mediatori dell’ormone della crescita, associato ad una maggiore incidenza del rischio di tumore.

Evitare il fai-da-te

La raccomandazione che Longo aggiunge è di evitare il fai-da-te e di rivolgersi sempre ad un medico o a un biologo nutrizionista prima di intraprendere la sua dieta. Lascia un po’ perplessi che la DMD sia disponibile in kit acquistabili anche online sul sito americano della L-Nutra, un’azienda di cui il prof. Longo e fondatore e co-azionista. Nel suo libro Longo spiega che tutti i proventi delle vendite, almeno per quanto riguarda la sua quota di azioni, sono destinati a finanziare la ricerca. Rimane il fatto che la facilità di accesso al kit potrebbe indurre ad un utilizzo “casalingo” della dieta, anche se per l’acquisto viene richiesto anche il nome di un medico o di un nutrizionista.

dieta fai da te

Valter Longo e la Fondazione Veronesi

La DMD di Valter Longo è stata sostenuta anche dalla Fondazione Veronesi. Il digiuno è una pratica conosciuta che ha accompagnato l’uomo nella sua evoluzione. La difficoltà di procurarsi cibo si è poi probabilmente trasferita in precetti religiosi come la Quaresima o il Ramadan, tramandati fino ad oggi. Del digiuno parlava spesso anche il grande oncologo recentemente scomparso, che sosteneva un regime alimentare vegetariano e consigliava di digiunare un giorno alla settimana.

Gli esperti dell’alimentazione sembrano ormai concordi sugli effetti benefici di un’alimentazione ipoproteica e, più in generale, del mangiare meno. Vi suggeriamo di leggere altri articoli sul tema: Digiuno terapeutico e la lista degli alimenti senza proteine.  

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