È vero, siamo abituati a vederli sulla tavola natalizia, ma proprio in virtù del fatto che si consumano anche secchi, i datteri sono disponibili tutto l’anno e sono molto amati, sia per il gusto dolce, sia perché apportano importanti benefici. Si tratta del frutto della Phoenix dactylifera (famiglia Arecacea o Palmacee), una specie di palma originaria del medio oriente e del nord Africa, ma oggi coltivata anche in alcune zone asiatiche e in nord America (per lo più in California). Piccolo, di colore rosso-marrone, di consistenza corposa e carnosa e forma allungata (il nome deriva dal termine greco daktilos, che significa dito), il dattero è il simbolo di fertilità nell’antico Egitto e di pace nel mondo cristiano. Scopriamo, allora, proprietà e usi dei datteri con l’aiuto della dott.ssa Francesca Evangelisti – biologa nutrizionista.
Varietà e composizione
La pianta del dattero può raggiungere un’altezza di 30 metri e vivere fino a 300 anni, i frutti iniziano ad essere prodotti dal terzo anno di vita e ogni palma può arrivare a produrne ogni anno fino a 50 kg, raccolti tra agosto e settembre. Esistono diverse varietà botaniche della pianta, che producono frutti leggermente diversi: “i più noti sono i datteri di Israele, grossi e carnosi, considerati i più pregiati, poi ci sono i datteri della Tunisia, piccoli, meno dolci e più economici, e infine i datteri californiani, più scuri e molto più dolci di tutti gli altri”.
Dal punto di vista nutrizionale, sono frutti molto ricchi di acqua e di zuccheri (fruttosio, saccarosio, maltosio e destrosio), hanno un buon contenuto di fibra, mentre sono poveri di grassi e proteine e assolutamente privi di colesterolo.
“Contengono numerose vitamine (A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E e K), e sali minerali (potassio e ferro in primis, oltre a calcio, selenio, sodio, fosforo, magnesio, rame, zinco, manganese, ferro e zolfo), ma anche aminoacidi, come leucina, alanina, arginina, lisina, metionina”. È utile ricordare che il contenuto calorico dei datteri è abbastanza elevato, in particolare in quelli secchi (100 gr equivalgono a circa 280 calorie) che inoltre, a differenza dei frutti freschi, contengono pochissima acqua (essendo disidratati) e un minor apporto vitaminico, dato che il trattamento di essiccazione fa perdere parte delle vitamine. “Al contrario, tuttavia, i sali minerali sono più concentrati nei frutti secchi”.
Vediamo allora quali sono le proprietà dei datteri.
Datteri: un ricostituente naturale
Al contrario di quanto si possa pensare, i datteri hanno diverse proprietà benefiche per il nostro organismo. I datteri freschi sono più salutari, tuttavia vengono consumati per lo più secchi in quanto i frutti freschi deperiscono rapidamente. In generale, la nutrizionista ci racconta che i datteri sono utili perché:
- hanno un elevato potere energizzante, grazie al ricco contenuto zuccherino che fornisce energia immediatamente disponibile. “Sono quindi particolarmente indicati, nelle giuste quantità, in tutte le persone che praticano sport, per i bambini e per chi, in genere, ha una vita piuttosto attiva. Gli zuccheri dei datteri arrecano benefici anche alle persone che tendono a restare costantemente sottopeso, contrastando il loro tipico stato di debolezza e affaticamento”
- hanno buone proprietà antinfiammatorie, esplicando la loro azione soprattutto a livello delle vie respiratorie, alleviando i sintomi del raffreddore ed accelerando la guarigione
- contengono quantità elevate di potassio (addirittura più di quello delle banane), che rende i datteri degli ottimi alleati per la salute del sistema cardiovascolare, prevenendo diverse patologie cardiache e contribuendo ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo nel sangue. L’intervistata specifica che “il potassio promuove inoltre il buon funzionamento del sistema nervoso, motivo per cui i datteri sono particolarmente indicati nelle persone anziane (salvo problemi di diabete), per contrastare i disturbi neuro-degenerativi”
- hanno importanti proprietà depurative, in quanto il potassio stimola la diuresi a livello renale, favorita anche, nel caso dei frutti freschi, dall’elevato contenuto di acqua.
- apportano vitamina B6, utile per la salute del cervello e capace di aumentare la concentrazione e le prestazioni mentali
- arrecano importanti benefici al sistema digestivo, grazie al contenuto di fibre solubili ed insolubili e di aminoacidi che, oltre a favorire la digestione e promuovere il transito intestinale, “sono in grado di attuare una vera e propria pulizia dell’intero apparato gastrointestinale, permettendogli così di lavorare in modo più efficiente. Per questa ragione, i datteri riducono il rischio di coliti ed emorroidi e risultano particolarmente utili in caso di stitichezza, con il vantaggio, rispetto ad altri frutti utili per questo problema, di non provocare effetti lassativi, in quanto il potassio presente contrasta significativamente la diarrea”
- hanno un ricco corredo di minerali, per cui sono in grado di rafforzare le ossa, prevenendo l’osteoporosi, e di tonificare i muscoli. “I datteri sono anche in grado di aumentare la forza e contrastare l’anemia, grazie all’alto contenuto di ferro
- “I datteri sembrano aiutare l’organismo a proteggersi dalle allergie stagionali, alleviando in particolare le riniti causate dai pollini in primavera, grazie al contenuto di zolfo. Infine, fanno bene alla vista, grazie gli effetti benefici che hanno sugli occhi”.
Come abbiamo detto, siamo abituati a pensare al dattero come frutto tipicamente natalizio, ma in realtà gli usi in cucina sono diversi e possiamo prendere qualche idea in prestito anche da altre culture, in particolare dal Medio Oriente.
Datteri freschi o secchi? Tutti gli usi in cucina
I datteri possono essere consumati freschi oppure essiccati, quindi dopo aver perso l’acqua per disidratazione. “L’essiccazione al sole – chiarisce la dottoressa – viene fatta per aumentare il tempo di conservazione, così da averne la disponibilità tutto l’anno”. Quelli freschi si riconoscono per avere la superficie liscia e cilindrica, mentre quelli secchi sono più scuri e dalla pelle raggrinzita. “Il frutto fresco è più salutare in quanto è più ricco di vitamine e di acqua ed è inoltre meno calorico, al contrario di quello secco anche perché spesso i datteri essiccati vengono trattati e ricoperti di zucchero. Nel dattero secco, tuttavia, i minerali sono più concentrati, per cui va tenuto conto di questo in caso di carenze di minerali”. Consumato fresco oppure secco, è molto importante lavare bene i datteri prima di consumarli perché la loro superficie, per la tipica consistenza, si ricopre facilmente di polvere ed impurità.
Dessert, farina o acquavite
Al loro interno, i datteri contengono noccioli che possono essere usati come surrogato del caffè. Il dattero può essere usato come ingrediente per diversi tipi di dolci e dessert, o anche per la preparazione di marmellate o di un tipo di miele o, ancora, di alcune bevande alcoliche, ottenute tramite fermentazione. “Tra queste, la più nota è sicuramente l’Arrack – specifica l’intervistata – conosciuto anche come rum asiatico, un’acquavite prodotta in medio ed estremo oriente che deriva dal vino della palma”.
Molto nota, soprattutto nei paesi arabi, è anche la farina di dattero, usata per preparare per lo più pane tipico. I datteri, sia freschi che essiccati, trovano in cucina diversi abbinamenti, tra cui quello con la frutta secca o con il formaggio, ma si abbinano bene anche a verdure, come nella ricetta dei finocchi dorati ai datteri.
Se invece vogliamo utilizzarli come rimedio naturale, la dott.ssa Evangelisti ci spiega che “contro il raffreddore è utile far bollire un etto circa di datteri in mezzo litro di acqua per alcuni minuti e bere l’infuso che si ottiene dopo aver aggiunto un cucchiaio di miele; per avere invece maggiori effetti in caso di stipsi è buona norma immergere i datteri in acqua per una notte e poi mangiarli ancora ben impregnati”. Un’ultima curiosità: i musulmani sono soliti mangiare i datteri come primo cibo dopo il digiuno del Ramadan, non solo come tradizione, ma anche per il notevole apporto energetico che ne deriva.
Esistono controindicazioni al loro consumo?
Attenzione allo zucchero
Dato l’elevato contenuto di zuccheri, è bene non esagerare con il consumo di datteri, che sono naturalmente sconsigliati in caso di diabete, iperglicemia, ma anche se si stanno seguendo diete dimagranti. “Va detto inoltre che soprattutto quelli secchi, contengono molta istamina, una ammina che se supera nell’organismo una certo valore può provocare infiammazione e vasodilatazione con conseguenti alterazioni della trasmissione del segnale nervoso e manifestazioni cutanee; un eccessivo consumo può portare quindi ad emicranie e arrossamenti cutanei diffusi”.
I datteri sono inoltre controindicati in caso di gastrite o ulcere (per il contenuto di fibra insolubili) e per chi è allergico al nichel, dato che contengono una certa quantità di questo elemento: “in realtà i disturbi che ne possono derivare sono molto soggettivi, per cui è sempre bene fare delle prove a livello individuale per cercare di stabilire il proprio grado di sensibilità. Allergie o intolleranze a questo frutto possono esistere, ma sono piuttosto rare”. Come ogni alimento è sempre bene non farne un utilizzo eccessivo in gravidanza ed allattamento, tuttavia “va segnalato l’effetto tonificante che il dattero ha sui muscoli, in questo caso uterini, favorendo pertanto la dilatazione durante il parto. Considerato l’apporto vitaminico e di sali minerali, il dattero arricchisce inoltre il latte materno. Per quanto riguarda la donna incinta o in allattamento è bene però sempre seguire i consigli del medico, dato il rischio di sviluppare diabete gestazionale”.
Se vi interessa approfondire le proprietà della frutta, potreste leggere l’articolo dove vi raccontiamo tutti i benefici delle fragole, se invece volete evitare alcune controindicazioni di cui ci ha parlato la dottoressa, vi suggeriamo quali sono gli alimenti senza istamina.